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Origine degli alimenti, iniziativa popolare

Le iniziative dei cittadini UE proliferano. (1) L’ultima iniziativa popolare, registrata dalla Commissione europea il 19.9.18, è dedicata all’origine degli alimenti e alla provenienza delle loro materie prime. Dettagli a seguire.

‘Eat ORIGINal! Unmask your food’, iniziativa popolare UE

La proposta di iniziativa dei cittadini UE mira a ottenere la dichiarazione obbligatoria di origine su tutti i prodotti alimentari. Gli obiettivi sono quelli che la stessa Commissione europea dovrebbe perseguire, nell’ambito del proprio mandato, e ha tuttavia finora trascurato.

La prevenzione delle frodi alimentari – che la Commissione guidata da Jean Claude Juncker ha relegato a un fenomeno ‘culturale’, anziché adottare le doverose iniziative per la tutela della salute pubblica – è il primo obiettivo da perseguire.

Il diritto di informazione ai consumatori è il suo primo corollario. Poiché le scelte informate d’acquisto non possono prescindere dalla consapevolezza di dove l’alimento è stato prodotto, vale a dire il Paese d’origine e la sede dello stabilimento.

La provenienza dell’ingrediente primario (>50%) è altrettanto necessaria. E la dichiarazione di ‘Origine Pianeta Terra, messa a punto da Bruxelles con la connivenza degli Stati membri, può forse risultare utile agli abitanti di Marte a distinguere i cibi terrestri rispetto a quelli di altri pianeti. Non certo ai consumatori europei, per sapere ad esempio se le lenticchie a scaffale sono italiane o canadesi.

La consapevolezza sull’origine, oltretutto, risponde anche all’esigenza dei consumAttori di poter scegliere alimenti che non derivino da filiere insostenibili. Tenuto conto del grave impatto di alcune produzioni sulle comunità umane e/o sull’ambiente. (3)

Etichettatura di origine degli alimenti, un milione di firme a una nuova Commissione

L’iniziativa ‘Eat ORIGINal! Unmask your food’ verrà registrata ufficialmente dalla Commissione europea il 2.10.18. A partire da tale data bisognerà raccogliere un milione di firme, in almeno sette Stati membri, entro un anno solare. Dopo di che, Bruxelles avrà tre mesi di tempo per decidere se dare seguito o meno alla richiesta. Con obbligo di giustificare, in entrambe le ipotesi, la sua decisione.

La Commissione Juncker non è certo quella a cui affidare istanze di trasparenza. Il suo ultimo ‘colpo gobbo’ a servizio delle Corporation è il tentativo di secretare la valutazione del rischio di sicurezza delle sostanze chimiche. Dopo avere affondato ogni ipotesi di indicazione obbligatoria d’origine delle materie prime sulle etichette degli alimenti.

Grazie al cielo però, a seguito della raccolta del fatidico milione di firme entro il 3 ottobre 2019, l’esame della proposta regolativa ‘Eat ORIGINal! verrà affidato a una nuova Commissione europea, che verrà formata dopo le elezioni europee della prossima primavera.

Dario Dongo

Note

(1) Le ultime iniziative dei cittadini UE richiamate sul nostro sito ambiscono alla soluzione della tragedia della fame in Europa (‘Stop Starvation for 8% of the European Population’) e al divieto di utilizzo delle gabbie negli allevamenti di animali da reddito (‘End the Cage Era). A queste si aggiunge l’iniziativa per il bando del glifosate (‘Ban glyphosate and protect people and the environment from toxic pesticides’), cui la Commissione ha di recente risposto con una dichiarazione tuttavia priva di impegni concreti. Vedasi http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-5191_en.htm

(2) Cfr. reg. UE 2018/775, già rinominato da chi scrive ‘regolamento OPT (Origine Pianeta Terra)

(3) Vale la pena, al proposito, richiamare i fenomeni dello sfruttamento minorile e dei migranti.

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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