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Lenticchie Made in Canada invadono l’Italia

Le etichette tacciono. Così, sotto gli occhi inconsapevoli dei consumatori, i supermercati vengono invasi di lenticchie Made in Canada, essiccate con glifosato e altri agrotossici. E le importazioni d’oltreoceano minacciano la sopravvivenza delle colture in Italia. Dal Consorzio della lenticchia di Altamura IGP in Puglia – prima regione italiana nella produzione (15,9mila ton, 13 milioni di euro) – il grido d’allarme.

Legumi, 1 pacco su 3 arriva da lontano

Le importazioni italiane di legumi dal Canada hanno registrato nel 2017 una crescita a doppia cifra, +16%. 29,2mila tonnellate, rispetto alle 22mila del 2016.

I dati Istat – se pure in fase di definizione – mostrano che una confezione su tre di lenticchie, ceci e piselli è di provenienza straniera. Ma il consumatore non ne ha notizia.

Men che meno al consumAttore si spiega che i legumi importati dai paesi freddi sono trattati sistematicamente con agrotossici di varia natura – disseccanti e pesticidi – anche a pochi giorni dalla raccolta.

Tra Canada e Italia, CETA e glifosato

Mentre in Italia lo spargimento di glifosato è vietato nelle fasi agricole che precedono la raccolta, in Canada l’agrotossico è irrorato sulle piante fino a 4 giorni prima della trebbiatura, con funzione disseccante. (1) Ma i tempi di carenza – vale a dire il tempo necessario a minimizzare la presenza di chimica sul raccolto – è ben più lungo, attorno ai 30 giorni.

L’Italia deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare e fare in modo che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe, come grano, lenticchie, piselli e ceci provenienti dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di pre-raccolta‘. È quanto giustamente afferma Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia.

Peccato che i governi Renziloni – sempre applauditi dalla Coldiretti nazionale – abbiano invece istigato la ratifica del CETA. Senza porre condizioni a tutela della sicurezza alimentare e delle nostre filiere.

Legumi e agrotossici, non solo Canada

L’impiego massivo di disseccanti chimici è la prassi in tutte quelle aree del pianeta ove il clima rigido non consente l’essiccazione dei legumi al sole e all’aria aperta. Nella Cina del Nordest – da cui l’Italia ha importato oltre 2,4mila ton di legumi nel 2017 – come nel Kazakistan. Lenticchie, piselli e ceci ‘che una volta arrivati nel Bel Paese divengono made in Italy’, denuncia Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia. ‘Ogni giorno rischiano di finire nel nostro piatto alimenti di bassa qualità o addirittura tossici provenienti da altri Paesi, come dimostrano i ripetuti allarmi e sequestri‘.

La petizione #stopcibofalso mira perciò a ottenere la doverosa ri-considerazione, da parte di Bruxelles della necessità di ampliare gli obblighi d’indicazione in etichetta dell’origine dei prodotti e delle loro materie prime. Come il Parlamento europeo ha a sua volta sollecitato. Ma la Commissione Juncker sembra asservita alle sole pretese di Big Food, come da ultimo dimostrato nel regolamento sull’origine dell’ingrediente primario.

Ai nostri lettori – consumAttori per antonomasia – l’invito e consiglio più semplice. Se l’origine del legume non è indicata in etichetta, lo si lasci a scaffale. La nostra scelta di acquistare esclusivamente lenticchie, ceci e piselli di provenienza nota, italiana sempre meglio, è la sola chance per costringere i distributori a indicare l’origine.

Note

(1) Altre molecole impiegate a scopo disseccante, oltre al glifosato, sono diquat, saflufenacil, glufosinato, flumioxazin, carfentrazone, benzovindiflupyr e chlorpyrifos

Marta Strinati
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Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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