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Stop alle gabbie, iniziativa dei cittadini UE

End the Cage Age’, Fine all’Era delle Gabbie. La Commissione europea ha registrato l’iniziativa dei cittadini UE contro le gabbie per gli animali da allevamento. In Italia, Conad nel mirino degli animalisti per le uova da galline in trappola.

Compassion In World Farming, 50 anni di lotta per il benessere animale

Compassion In World Farming (CIWF), la più grande ONG dedicata al benessere degli animali e alla protezione degli animali allevati a scopo alimentare, è impegnata da oltre mezzo secolo nella lotta per affermare la necessità di pratiche di allevamento rispettose del benessere animale, dell’ambiente e degli individui.

Le campagne di CIWF, iniziate nel 1967, hanno condotto a importanti successi, quali il riconoscimento degli animali come esseri senzienti, all’interno del Trattato di Lisbona. (1) ‘A sential animal is one for whom feelings matter’ (John Webster, Professore emerito, Università di Bristol). 

L’animale ‘da reddito’ – al pari di quello da compagnia – avverte dolore, frustrazione, paura, così come conforto, sollievo, soddisfazione e gioia. La coscienza di ciò deve rappresentare la premessa di ogni regola su ciò che accade ‘from stable to table’. Dalla stalla alla tavola, rispetto e vigilanza sono imperativi. 

La fattoria degli animali… in gabbia. Galline ovaiole e altre specie

L’allevamento in gabbia è considerato essere la prima causa di sofferenza degli animali, a livello planetario. Alla prigione a vita sono destinati anche in Europa centinaia di milioni di esseri viventi. Galline, anatre e quaglie, come pure conigli e suini. 

La ONG Animal Equality si è recata di recente in un allevamento avicolo italiano assieme ad un inviato del Tg2, per verificare le condizioni di vita delle galline ovaiole. Rivelando il dramma della costrizione degli avicoli in gabbia, oltre a varie situazioni critiche per il benessere animale. (2) 

Si aggiunge poi l’orrore dei pulcini tritati alla nascita poiché nati maschi. Una pratica orribile – la sessazione – che soltanto Coop Suisse, tra i grandi operatori in Europa, ha saputo impedire.

La sicurezza della catena alimentare è indirettamente influenzata dal benessere degli animali, in particolare di quelli allevati per la produzione di alimenti, a causa dello stretto legame che intercorre tra il benessere degli animali, la loro salute e le tossinfezioni alimentari. Fattori di stress e condizioni di scarso benessere possono avere come conseguenza negli animali una maggiore predisposizione alle malattie. Ciò può determinare un rischio per i consumatori, come ad esempio nel caso delle comuni tossinfezioni alimentari causate dai batteri Salmonella, Campilobacter ed E.Coli.

Il benessere degli animali destinati alla produzione alimentare dipende in larga parte dalle pratiche gestionali da parte dell’uomo. Sono numerosi i fattori che possono influire sul loro benessere, ad esempio il tipo di strutture stabulative e le zone di riposo, lo spazio a disposizione e la densità dei capi, le condizioni di trasporto, i metodi di stordimento e di macellazione, la castrazione dei maschi e il taglio della coda.’ (EFSA) (3) 

‘End the Cage Age’, l’iniziativa dei cittadini europei 

L’iniziativa dei cittadini europei è uno strumento di partecipazione attiva alla politica europea, introdotto nel 2012 dal Trattato di Lisbona. (4) Già valso – purtroppo invano – a chiedere alla Commissione di vietare l’impiego del glifosate. (5) Da ultimo, anche per promuovere l’iniziativa ‘Stop alla fame che colpisce l’8% della popolazione europea(6)

Su ‘End the Cage Age’ Bruxelles riconosce l’ammissibilità giuridica della proposta e registra l’iniziativa, l’11 settembre 2018. Soltanto se riceverà un milione di firme in almeno sette Stati membri nell’arco di un anno, la Commissione sarà obbligata ad esprimersi. Decidendo se adottare una proposta di regolamento oppure no, giustificando la propria scelta.

Allevamenti in gabbia, la situazione in Italia

Circa 21 milioni di galline – il 65% di quelle allevate in Italia – vengono ancora allevate in gabbia. Costrette a vivere su un’area poco più piccola di un foglio A4, impossibilitate a muoversi e aprire le ali. Le loro ossa sono fragili e le lesioni frequenti. Per evitare che le galline si becchino a vicenda a causa del sovraffollamento, viene loro tagliato il becco dopo pochi giorni di vita. Un’operazione dolorosa, eseguita senza anestesia.

Coop Italia è all’avanguardia sul fronte del benessere animale, anche sotto tale aspetto. Il leader nazionale è stato il primo gruppo della GDO a escludere in modo drastico la vendita di uova da galline allevate in gabbia, già a partire dal 2010. Ed è stata perciò premiata da CIWF. Auchan, Carrefour ed Esselunga hanno seguito l’esempio con notevole ritardo, iniziando ad assumere impegni solo nel 2017.

Conad invece è all’ultimo posto. Si è impegnata soltanto sulle uova a private label (MDD, Marca del Distributore), ma non anche su quelle a marchio altrui (IDM, Industria di Marca). Ed è perciò destinataria dell’ultima petizione di CIWF, lanciata nel settembre 2018 per chiedere proprio a Conad di escludere in via definitiva dai propri scaffali tutte le uova che provengano da galline allevate in gabbia.

#gallineoltrelecose

Per mettere fine all’era delle gabbie negli allevamenti di tutta Europa, sottoscriviamo le petizioni di CIWF https://www.ciwf.it/campagne/end-the-cage-age-basta-animali-in-gabbia/ e sosteniamo l’iniziativa dei cittadini europei!

Dario Dongo e Giulia Torre

Note

(1) ‘In formulating and implementing the Union’s agriculture, fisheries, transport, internal market,  research and technological development and space policies, the Union and the Member States  shall, since animals are sentient beings, pay full regard to the welfare requirements of animals, while respecting the legislative or administrative provisions and customs of the Member States relating in particular to religious rites, cultural traditions and regional heritage.’ (TFUE, articolo 13)

(2) V. https://www.animalequality.it/una-vita-in-gabbia/

(3) https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/animalwelfare

(4) L’iniziativa popolare può venire promossa da 7 cittadini UE, aventi diritto al voto, residenti in almeno 7 Stati membri. A seguito di verifica di ammissibilità e registrazione da parte del collegio dei Commissari, si avvia la raccolta delle firme per un periodo di 12 mesi. Qualora venga raccolto un milione di firme, la Commissione è obbligata ad assumere una decisione motivata, nei tre mesi successivi. Decidendo se dare seguito alla richiesta dell’iniziativa oppure no

(5) A seguito dell’iniziativa la Commissione ha comunque deciso di rinnovare l’autorizzazione all’utilizzo del glifosate per 5 anni, impegnandosi a una ‘maggiore trasparenza’ nelle valutazioni scientifiche (v. http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-5191_it.htm). Salvo poi orientare le proprie politiche in direzione opposta, come evidenziato nell’articolo https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/rischi-sostanze-chimiche-bruxelles-vuole-coprire-i-segreti

(6) Registrata dalla Commissione europea il 19.7.18, l’iniziativa mira ad ottenere azioni concrete, da parte dei governi degli Stati membri, per garantire l’eradicazione della povertà estrema in UE. Si veda https://www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/stop-alla-fame-in-europa-iniziativa-popolare

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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Laureata in giurisprudenza, master in European Food Law, si occupa di legislazione agro-alimentare, veterinaria, agricola. Dottoranda alla Scuola per il Sistema Agroalimentare AGRISYSTEM, Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi in materia di novel food.

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