HomeIdeeFiliera alimentare, la pandemia non frena lo sfruttamento dei contadini. Rapporto Oxfam

Filiera alimentare, la pandemia non frena lo sfruttamento dei contadini. Rapporto Oxfam

La grande distribuzione organizzata (GDO) continua a giocare sulla ‘droga del prezzo’ per attrarre i consumatori, a spese dei contadini dei Paesi a basso e medio reddito. Così come di quelli italiani, ulteriormente afflitti da un comitato d’affari che manovra il ‘sindacato’.

L’impatto sociale dei consumi di prodotti alimentari da filiere non eque rimane grave, come conferma l’ultimo rapporto di Oxfam (Oxford Committee for Famine Relief) sull’argomento. (1) Pratiche commerciali sleali e Ingiustizia sociale.

Oxfam, catena del valore e contadini in catene

Oxfam ha analizzato la catena del valore  su 12 degli alimenti più diffusi nei supermercati europei, tra quelli le cui materie prime sono state coltivate dai contadini nei Paesi a basso e medio reddito (LMIC, Low-Middle Income Countries). Caffè brasiliano, banane dell’Ecuador, riso pesce e gamberetti dalla Thailandia, tè indiano, vino del Sud-Africa, etc.

I grandi supermercati incassano in media una quota prossima al 50% sul prezzo finale dei prodotti, mentre gli agricoltori nei Paesi di loro provenienza ne ricevono meno dell’8%. Questo modello di business incentiva lo sfruttamento di pescatori e braccianti in condizioni che raggiungono la schiavitù. Dal lavoro forzato sui pescherecci nel Sud-Est Asiatico ai salari da fame, nelle piantagioni indiane di tè come nei vigneti sudafricani.

Italia, pratiche commerciali sleali e contadini in catene

Il caporalato in ogni parte d’Italia – anche a Milano, come si è visto, e in Toscana (2) – è uno dei sintomi più vergognosi e manifesti degli abusi di potere nella filiera agroalimentare. Laddove le confederazioni agricole in sistematico conflitto d’interessi stipulano accordi al doppio ribasso, con l’industria di trasformazione alimentare e la GDO.

Coldiretti – prima confederazione agricola in UE per il numero di iscritti, che supera il doppio del totale degli agricoltori attivi in Italia censito da Istat – a sua volta specula in ogni dove alle spalle degli agricoltori, come si è visto. E con buona pace del proprio ‘Osservatorio Agromafie’, non fa nulla di concreto per combattere il caporalato né le sue cause.

Pandemia e disuguaglianze

La pandemia ha consentito alla GDO di incrementare utili e fatturato a livello globale, annota Oxfam in un’altra sua recente analisi. (3) Mentre i fornitori di derrate agroalimentari e i loro lavoratori essenziali, in tutto il mondo, hanno visto i loro redditi stagnare o addirittura diminuire. A seguire alcuni dei dati estratti dalla Supermarket Scorecard di Oxfam.

Fatturato GDO internazionale, 2020:

– le vendite di prodotti alimentari e FMCG (Fast Moving Consumer Goods, carburanti esclusi), da parte delle catene della GDO quotate in borsa, hanno registrato in media una crescita di +11,1% tra il secondo e il quarto trimestre del 2020 (a fronte del +1,6% nello stesso periodo del 2019),

– i gruppi non quotati della GDO (es. Aldi North, Aldi South, Lidl) hanno registrato un aumento complessivo medio delle vendite pari a +8,5% nel 2020. Con picchi del +11% (Jumbo) e +14% (PLUS Holding).

Capitali e dividendi, 2020

Il rapporto Oxfam prosegue mostrando come la capitalizzazione dei distributori alimentari quotati sia aumentata di 101 miliardi di dollari tra marzo e dicembre 2020 (rispetto ai 75 mld del 2019). Tra il 2019 e il 2020, i dividendi totali distribuiti agli azionisti sono aumentati del +123%, da circa 10 miliardi a 22,3 miliardi di dollari.

I proprietari di supermercati non quotati, come gli Albrechts (proprietari di Aldi North e Aldi South) e Dieter Schwarz, proprietario del gruppo Schwarz (composto da Lidl e Kaufland), hanno a loro volta visto aumentare la propria ricchezza del 37% e del 30%, rispettivamente, in meno di un anno.

Agricoltori e lavoratori, redditi 2020

L’occasione non è bastata, ai colossi internazionali della GDO, per investire almeno parte dei lauti guadagni sue filiere di approvvigionamento a lungo termine. Né a redistribuire anche solo una quota simbolica degli utili ai piccoli produttori, i contadini e i loro lavoratori. I quali invece, nello stesso periodo e tuttora, stanno vivendo condizioni estreme di difficoltà economiche e indigenza proprio a causa della pandemia.

I dati raccolti da Oxfam tra novembre 2020 e febbraio 2021 mostrano come la maggior parte degli agricoltori che forniscono la GDO internazionale – e così i loro lavoratori – non hanno percepito un reddito o un salario dignitoso. E le loro condizioni di lavoro sono ulteriormente peggiorate rispetto a scenari già inenarrabili, come si è sopra accennato. Senza dimenticare lo sfruttamento e la schiavitù minorile che tuttora affliggono diverse filiere come quelle delle nocciole in Turchia, il cacao in Africa occidentale e l’olio di palma in Indonesia.

Violazioni dei diritti delle donne

Covid-19 ha altresì esacerbato le disuguaglianze di genere, aggravando ancor più la situazione delle donne lavoratrici. Le quali rimangono i soggetti più penalizzati, tanto nelle aziende a conduzione familiare quanto tra i lavoratori. Il mancato riconoscimento di diritti sulla terra e le minori chance di rappresentanza sindacale acuiscono infatti le discriminazioni salariali e le opportunità di reddito. (4)

Il lavoro femminile nelle filiere agroalimentari rimane spesso nell’ombra, nel Sud come al Nord del mondo. E la voce delle donne – che si fanno pure spesso carico della cura di casa e famiglia, nelle pause dal lavoro – è la meno ascoltata ai tavoli negoziali. Con la maggior onta, documentata da ILO (International Labour Organization), dei rischi di molestie e violenza sessuale quali ‘condizioni’ di lavoro e/o promozione. (5)

Supermercati al bivio

Le grandi catene di supermercati, secondo Oxfam, dovrebbero cambiare rotta. Riportare equilibrio sul mercato e riconoscere un maggior potere contrattuale agli operatori a monte della filiera. Un’utopia si direbbe, fino a quando la ‘droga del prezzo’ non verrà superata da strategie di sostenibilità degli approvvigionamenti.

La scarsa applicazione della specifica tecnica ISO 20400:2017 – sviluppata al preciso scopo di favorire un cambio di paradigma nelle politiche di approvvigionamento, dalla droga del prezzo alla relazione di fiducia in una logica win-win orientata sul lungo periodo- mostra invece l’urgenza di definire regole cogenti, sulla scia della loi Égalim 2 francese.

Oxfam, raccomandazioni alla GDO

A ogni buon conto, Oxfam raccomanda agli operatori della GDO una serie di azioni:

1) riesaminare le politiche aziendali, tenendo conto dell’impatto che la pandemia ha avuto sulle fasce deboli, e i loro redditi. Varare piani di gestione che riflettano le esigenze specifiche delle lavoratrici nelle filiere di approvvigionamento,

(2) affrontare subito le violazioni dei diritti umani, reali e potenziali, e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori. Fino a impegnarsi per la dignità dei salari dei lavoratori nelle filiere a monte,

(3) adottare con urgenza una politica globale di genere e un piano d’azione per garantire che i diritti delle donne siano effettivamente rispettati,

(4) reindirizzare gli investimenti verso progetti di lungo termine sulla catena di approvvigionamento, al preciso scopo di garantiscano condizioni di lavoro eque e dignitose per i lavoratori, gli agricoltori e le donne nelle catene di approvvigionamento.

Conclusioni provvisorie

La ‘mano invisibile’ del mercato è solo in grado di sottrarre risorse ai più deboli per rimpinguare i profitti di una élite sempre più ristretta, neppure in grado di ricordare l’insegnamento di Henry Ford (secondo il quale bisognava pagare i lavoratori abbastanza, altrimenti nessuno avrebbe comprato le sue auto).

La responsabilità legale di tutti gli operatori sull’effettivo rispetto dei diritti umani fondamentali e dell’ambiente deve venire affermata con rigore assoluto. Le istituzioni europee stanno ora lavorando a uno schema di regolamento sulla due diligence che non dovrà lasciare margine ad alcuna operazione di greenwashing.

L’efficacia della due diligence deve venire garantita mediante strumenti di registrazione incorruttibili, quali sono i sistemi di blockchain pubblica, Solo così si potrà arginare una crisi sociale globale destinata altrimenti a ripercuotersi anche su altre filiere e comparti.

Dario Dongo ed Elena Bosani

Note

(1) Not in this together: how supermarkets became the pandemic’s winners while women workers are losing out | Oxfam International

(2) Tre euro l’ora: uno schiavo non vale di più. In Maremma l’inferno del caporalato agricolo. La Nazione. 8.7.21, https://www.lanazione.it/grosseto/cronaca/caporalato-maremma-1.6566165?fbclid=IwAR1YLC5SbOUb080jRd6MNSEh3IgQvOKpuLkIgF4JJyaU6B0tOFasG1uT5fw

(3) Supermarket shareholders cash in during Covid-19 pandemic while supply chain workers suffer | Oxfam International

(4) D. Chopra. (2014). Towards Gender Equality with Caresensitive Social Protection. http://www.ids.ac.uk/publication/ towards-gender-equality-with-caresensitive-socialprotection

(5) ILO (International Labour Organization), l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha rilevato come si dia spesso per scontato che le lavoratrici forniscano prestazioni sessuali o tollerino le molestie per poter ottenere un posto di lavoro o una promozione. V. ILO. (2017). Ending Violence and Harassment against Women and Men in the World of Work. http://www. ilo.org/wcmsp5/groups/public/—ed_norm/—relconf/ documents/meetingdocument/wcms_553577.pdf;
(6) Maturi-per-il-cambiamento_IT_21-giugno-2018_web.pdf (oxfamitalia.org)

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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