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Pratiche commerciali sleali, la lezione di Parigi a Coldiretti e Confindustria

La direttiva (UE) 2019/633 ha introdotto le basi giuridiche per vietare le pratiche commerciali sleali e riportare equilibrio nei rapporti tra i protagonisti della filiera agroalimentare.

In Italia Coldiretti e Confindustria hanno tradito i loro associati, regalando tra l’altro alla GDO (Grande Distribuzione Organizzata) 60 giorni di ritardo sui termini di pagamento definiti in UE. (1,2,10).

In Francia, invece, i sindacati e la politica lavorano al bene del sistema-Paese. Anche sul fronte delle Unfair Trading Practices (UTPs) che affliggono agricoltori, allevatori e imprese di trasformazione.

Francia, l’avant-garde nella Loi EGalim

La legge ‘per l’equilibrio delle relazioni commerciali nel settore agricolo e alimentare e una alimentazione sana, sostenibile e accessibile a tutti’ – c.d. loi EGalim, 2018-938 – mira a riequilibrare le asimmetrie tra gli operatori a monte (agricoltori e imprese di trasformazione e quelli a valle (GDO, ma anche industrie nelle fasi di approvvigionamento) della filiera agroalimentare. (3) Equilibrio e trasparenza sono le parole chiave della loi EGalim, il cui primo obiettivo è garantire la sostenibilità economica dell’agricoltura locale, settore chiave nella società francese che ne è infatti leader in Europa (seguito dall’Italia).

La sostenibilità delle scelte di consumo viene altresì considerata, nella sua accezione più ampia:

– sostenibilità economica, mediante tutela dei contraenti deboli. Agricoltori e PMI ma anche i consumatori meno abbienti, a cui destinare aiuti alimentari locali (secondo il modello catalano di AlterBanc),

– transizione ecologica. L’agenzia Stratégie France ha già dimostrato, al proposito, come il sistema biologico sia quello più remunerativo per gli agricoltori (oltre a essere il più affidabile, come invece svelato da Que Choisir),

– benessere animale, sostenibilità a 360° di produzione e packaging.

Loi EGalim, la tutela inizia dal Contratto

La c.d. contractualisation era già il fulcro della legge per la modernizzazione dell’agricoltura e della pesca (LMA, 2010), laddove il code rural prescriveva la forma scritta per i contratti ‘estesi’ di cessione di derrate agricole stipulati dalle associazioni di categoria ovvero imposti per decreto del Conseil d’Etat, (art. L631-24-2 code rural).

La c.d. inversion de la contractualisation introdotta dalla loi EGalim prescrive inoltre che l’offerta contrattuale provenga dal produttore, al preciso scopo di prevenire il possibile inserimento di clausole abusive da parte del primo acquirente. Ogni riserva o rifiuto di clausole della proposta da parte di quest’ultimo deve venire comunicata e motivata entro un termine ragionevole, tenuto conto dei tempi di fornitura.

Elementi essenziali del contratto, pratiche commerciali sleali, sanzioni

L’oggetto del contratto di vendita o fornitura non può in ogni caso venire modificato nei suoi elementi essenziali, per la miglior tutela del fornitore. Devono perciò venire definiti a priori il prezzo delle derrate, la loro quantità e qualità, l’origine, le modalità di consegna e/o trasporto, i metodi e termini di pagamento, la durata del contratto e dell’accordo quadro, le clausole applicabili in caso di forza maggiore (art. L631-24 code rural).

Le pratiche commerciali sleali ‘assolute’, vale a dire sempre e comunque vietate (e nulle) sono quelle in cui l’acquirente ‘modifica unilateralmente le condizioni di un accordo di fornitura di prodotti agricoli e alimentari relative alla frequenza, al metodo, al luogo, ai tempi o al volume della fornitura o della consegna dei prodotti agricoli e alimentari, alle norme di qualità, ai termini di pagamento o ai prezzi’ (loi EGalim, art. 3.c). Con sanzione amministrativa fino al 2% del fatturato dell’ultimo esercizio.

Trasparenza ed equità della catena del valore

La loi EGalim è andata poi oltre la direttiva, estendendo i criteri di trasparenza ed equità dal singolo accordo tra fornitore e primo acquirente all’intera filiera a valle. Tutti i contratti successivi al primo devono infatti riportare gli indicatori impiegati per la determinazione del prezzo corrisposto, a monte, al produttore agricolo (art. L.631-24-1). Si limita così la discrezionalità a valle nel determinare il prezzo delle materie prime agricole.

Gli indicatori dei prezzi garantiscono la giusta remunerazione degli agricoltori. Essi vengono elaborati e diffusi dalle organizzazioni interprofessionali, tenuto conto di:

– costi di produzione,

– andamento dei prezzi finali delle derrate agricole e dei prodotti alimentari constatati sui mercati ove opera l’acquirente,

– qualità, quantità, composizione, origine,

– tracciabilità e rispetto dei disciplinari.

Osservatorio della formazione dei prezzi e dei margini

L’Observatoire de la formation des prix et des marges, ente costituito presso il ministero dell’Alimentazione e del Consumo, ha il compito di garantire la trasparenza sulla formazione dei prezzi nel settore agroalimentare e vigilare ex lege sulla corretta applicazione degli indicatori. (4)

Il vincolo dei prezzi agli indicatori permette così di valorizzare produzioni di qualità e locali, dare sicurezza agli agricoltori e rafforzare la fiducia di quelli più virtuosi che investono su qualità, sostenibilità e produzioni bio.

Corrispettivi certi e non soggetti a svalutazioni aleatorie a valle della filiera consentono una migliore programmazione dell’attività agricola sul lungo periodo. Si incoraggiano così gli investimenti e l’accesso dei giovani in un’agricoltura senescente.

Sottocosto fuorilegge, vendite promozionali limitate ex lege

Le vendite sottocosto – salutate in Italia con gaudio dalle confederazioni agricole e le associazioni industriali – sono invece vietate in Francia (ordonnance 12.12.18, 2018-1128). (5) È perciò vietato ai distributori rivendere o annunciare la vendita di un prodotto a un prezzo inferiore al prezzo di acquisto effettivo (code de commerce, art. 442-5).

Le vendite promozionali sono poi soggette a ulteriori limiti, soggetti a sanzioni fino a € 350 mila euro o la metà delle spese pubblicitarie, raddoppiate in caso di reiterazione:

1) soglia di rivendita in perdita (SRP, seuil de revente à perte). È vietato rivendere i prodotti agroalimentari a un prezzo inferiore al prezzo effettivo di acquisto maggiorato del 10%,

2) limite di valore. Le promozioni su uno specifico prodotto, anche cumulative, non possono ridurre il prezzo di vendita al consumatore oltre il 34%, né aumentare la quantità di prodotto a pari prezzo oltre il 34%. È quindi vietato il ‘2×1’ (2 prodotti al prezzo di 1), ma non il ‘3×2’ ( 3al prezzo di 2),

3) limite di volume. Le vendite promozionali non possono estendersi oltre il 25% del totale dei prodotti messi in vendita dal distributore. Le deroghe sono ammesse sui soli prodotti agricoli deperibili, quelli che derivano da cicli produttivi brevi, prodotti ittici e dell’acquacoltura, animali vivi (es. molluschi, lumache). Oltre ai prodotti a forte stagionalità, la cui vendita è concentrata entro 12 settimane.

Loi EGalim, valutazione d’impatto

L’efficacia della loi EGalim è una priorità delle forze politiche e dei sindacati che in Francia davvero rappresentano le parti sociali interessate. Nell’autunno 2020, a due anni dalla sua applicazione, il ministro dell’Agricoltura Julien Denormandie ha conferito un mandato esplorativo a Serge Papin, ex presidente e direttore generale della cooperativa francese di supermercati Systeme U nonché attivo promotore della transizione ecologica delle imprese agroalimentari.

Obiettivo dell’indagine è verificare il livello di effettiva applicazione della loi EGalim nell’intero corso della filiera, valutare l’efficacia delle buone prassi adottate a livello locale, nazionale e di filiera, riflettere sulla loro possibile estensione ad altri ambiti, individuare aree operative di miglioramento. L’intenso lavoro ha coinvolto oltre 60 parti interessate: confederazioni di agricoltori e imprese di trasformazione, industria e GDO, associazioni dei consumatori, enti governativi e centri di ricerca. (6)

Loi EGalim, il progetto di riforma. Criteri di contrattazione

Il Rapport Papin è stato presentato al ministero dell’Agricoltura il 25.3.21. (7) A esito dell’analisi su due anni di applicazione della loi EGalim, l’ex PDG di Systeme U ha formulato alcune proposte di riforma. Bisogna anzitutto introdurre nuovi criteri di contrattazione, che considerino:

1) andamento dei costi di produzione (marche en avance du prix). I sindacati FNSEA (Fédération nationale des syndicats d’exploitants agricoles) e JA (Jeunes Agriculteurs) denunciano la scarsa considerazione dell’impennata dei costi di agricoltori e allevatori. Serge Papin propone perciò di inserire – nei contratti di fornitura di prodotti ‘a forte componente agricola’ (materie prime, prima trasformazione) – clausole non negoziabili di indicizzazione, per modulare automaticamente i prezzi di cessione all’evoluzione (in rialzo e in ribasso) dei costi delle materie prime. Prevedendo altresì che le modalità di formazione dei prezzi siano trasparenti in tutti i contratti successivi,

2) periodicità triennale delle relazioni commerciali, a monte (produttore e primo trasformatore) e a valle (trasformatore\distributore). Contratti pluriennali consentono di trasformare rapporti ‘tattici’ e contraddittori in strategie di cooperazione, favorendo sinergia interprofessionale e investimenti a lungo termine.

Valore del cibo

Restituire valore al cibo senza svilirne il prezzo è il secondo caposaldo del rapporto Papin. I limiti di valore e volume alle vendite promozionali previsti nella loi EGalim non hanno impedito alla GDO di portare avanti altre forme di promozioni, come quelle assegnate ai consumatori fidelizzati tramite carte fedeltà, che si riflettono comunque sulla filiera produttiva.

L’ex PDG di Systeme-U sottolinea che il vantaggio economico delle promozioni per i consumatori è solo apparente, poiché la svendita di prodotti con ‘prezzi civetta’ è solo una tecnica di marketing volta ad attrarre il consumatore nel punto vendita, ove il distributore realizza altri vantaggi (a spese del fornitore ‘sotto offerta’). I ‘prezzi vili’ devono quindi venire vietati in qualunque forma, fatti salvi i soli casi di accordi espliciti con la categoria professionale interessata. E ne deve essere vietata la pubblicità al di fuori dei supermercati (es. volantini e siti web).

Sovranità alimentare, origine, aggregazioni

Sovranità alimentare è il concetto-chiave per stimolare valore e occupazione sui territori, preservare le tradizioni agricole e manifatturiere, mantenere in vita le aree rurali. Magari anche custodire i suoli e la biodiversità, nelle filiere biologiche. A tal fine Serge Papin propone di:

– indicare origine e provenienza degli ingredienti, anche nella ristorazione collettiva. Come già accade dal 2002, in Francia, con l’origine delle carni al ristorante, (8)

– incoraggiare il raggruppamento dei produttori per accrescerne il potere contrattuale e favorire lo sviluppo di nuovi canali di accesso al mercato,

– rafforzare i legami tra le cooperative e i propri aderenti, rendendo le prime più coerenti alle attese dei secondi.

EGalim 2, En Marche!

Il 15.4.21 Gregory Besson Moreau, deputato del gruppo politico LREM (La République En Marche!) ha depositato una proposta di riforma della loi EGalim. La proposta di legge EGalim 2, subito accolta con favore dal ministro per l’Agricoltura, riprende i criteri proposti nel Rapport Papin:

– contrattazione formale obbligatoria e pluriennale,

– tracciabilità completa della catena del valore filiera dei prezzi della materia prima agricola legati a indici di rivalutazione vincolati,

– indicazione in etichetta di origine e/o provenienza dei prodotti e dei loro ingredienti,

– costituzione di un comitato per la risoluzione alternativa delle controversie,

– divieti definitivi di sottocosto e promozioni 2×1.

‘Se la loi EGalim ha permesso di cambiare lo spirito generale, è chiaro che essa non è arrivata al fondo delle sue ambizioni di mettere fine agli imbrogli per chiudere il mondo agroalimentare in questa guerra dei prezzi. Sono convinto che queste proposte (…) permetteranno di raggiungere gli obiettivi della legge EGalim, e di rafforzate il reddito degli agricoltori’ (Julien Denormandie, ministro francese per l’agricoltura). (9)

Francia, agricoltura e industria coese

I sindacati veri dell’agricoltura e dell’industria alimentare condividono un motto, sovranità alimentare. Mentre in Italia il cerchio magico di Coldiretti e le truppe cammellate di Confindustria svendono i diritti di chi dovrebbero rappresentare in accordi esclusivi al doppio ribasso, (10) l’Association Nationale des Industries Alimentaires (ANIA) esprime a testa alta una posizione coesa con FEEF e ILEC (le Confindustria e Centromarca d’Oltralpe), al fianco degli agricoltori e de La Coopération Agricole. Per chiedere l’approvazione senza riserve della loi EGalim 2.

ANIA, la Federalimentare francese, rileva come nelle negoziazioni del 2021 tutte le categorie di prodotti agricoli (con la sola eccezione dei lattiero-caseari freschi) abbia subito una riduzione del 3% dei prezzi di cessione. Rivendica perciò l’esigenza di un prezzo giusto dei prodotti alimentari, idoneo a remunerare gli agricoltori e allevatori come pure le industrie della trasformazione. (10) L’unica alternativa alla EGalim 2 è la rinuncia alla sovranità alimentare.

Dalla Grandeur française a #VanghePulite

L’Assemblea Nazionale di Parigi ha stabilito una procedura accelerata per l’esame della EGalim 2, fissato per giugno. Il governo sta intanto aggiornando il code rural e il code de commerce, per garantire la completezza del recepimento della direttiva UTPs (dir. UE 2019/633. V. nota 11).

L’Italia invece annaspa nei conflitti d’interessi all’interno di organizzazioni opache, ove le decisioni vengono assunte in nome di centinaia di migliaia di operatori tenuti all’oscuro di tutto e imposte a una classe politica priva di visione.

Quanti agricoltori e allevatori, artigiani, cooperanti, imprenditori e dirigenti della filiera produttiva agroalimentare sono informati e soddisfatti degli accordi al doppio ribasso e della delega al governo che ne è seguita (12,1)? E quanti invece vorrebbero che l’Italia seguisse l’esempio francese?

#VanghePulite. Legalità, governance e rinnovamento dei corpi intermedi non possono attendere oltre.

Dario Dongo e Giulia Orsi

Note

(1) Dario Dongo. Pratiche commerciali sleali e legge di delegazione europea, analisi critica. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.4.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/pratiche-commerciali-sleali-e-legge-di-delegazione-europea-analisi-critica

(2) Dario Dongo. Pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare, le tutele che mancano. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.4.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/pratiche-commerciali-sleali-nella-filiera-agroalimentare-le-tutele-che-mancano

(3) Loi n° 2018-938 du 30 octobre 2018 pour l’équilibre des relations commerciales dans le secteur agricole et alimentaire et une alimentation saine, durable et accessible à tous. https://www.legifrance.gouv.fr/loda/id/JORFTEXT000037547946/2021-03-03/

(4) Code rural, art. L682-1

(5) Art. 125, LOI n° 2020-1525 du 7 décembre 2020 d’accélération et de simplification de l’action publique.

(6) Tutte le parti consultate sono elencate alla fine del Rapport Papin, pp. 22-24

(7) Serge Papin. (2021). Rapport de la mission de médiation et de conciliation concernant le bilan de la loi EGalim et la nécessité de mieux rémunérer la chaine de valeur agricole. https://agriculture.gouv.fr/file/rapport-de-la-mission-de-mediation-et-de-conciliation-concernant-le-bilan-de-la-loi-egalim-et

(8) Da ultimo, Conseil d’Etat, décision n. 404651, 10.03.21 che ha annullato il decreto n° 2016-1137 del 19.8.216 relativo all’indicazione dell’origine del latte e del latte e della carne come ingredienti. https://www.conseil-etat.fr/fr/arianeweb/CE/decision/2021-03-10/404651

(9) https://agriculture.gouv.fr/egalim-la-proposition-de-loi-portee-par-le-depute-gregory-besson-moreau-lrem

(10) Dario Dongo. Pratiche commerciali sleali, accordo di filiera al doppio ribasso. GIFT (Great Italian Food Trade). 7.3.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/pratiche-commerciali-sleali-accordo-di-filiera-al-doppio-ribasso

(11) ANIA. Compléter EGAlim ou renoncer à la souveraineté alimentaire, il faut choisir! Communiqué de presse, 21.4.21. https://www.ania.net/economie-export/completer-egalim-ou-renoncer-a-la-souverainete-alimentaire-il-faut-choisir

(12) Loi n° 2020-1508 du 3 décembre 2020 portant diverses dispositions d’adaptation au droit de l’Union européenne en matière économique et financière. V. Chapitre III, Art. 9. https://www.legifrance.gouv.fr/jorf/id/JORFTEXT000042607095/

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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Laureata in Giurisprudenza all'università di Bologna, ora iscritta al master di diritto dei mercati agroalimentari all'università di Torino. Praticante avvocato.

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