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Agricoltori in protesta, l’inganno virale di Coldiretti & Co.

Gli agricoltori del Vecchio Continente rivendicano un reddito dignitoso e il divieto alle vendite sottocosto ma le grandi confederazioni agricole – che sono responsabili della crisi – provano ora a salire sui trattori per non farsi travolgere dalla protesta. E i politici nazionali si accodano, dopo che Coldiretti & Co. hanno spostato l’obiettivo sulle politiche europee da loro tutti volute.

Dopo avere identificato un nemico immaginario dell’agricoltura europea – il Green Deal, declinato nella strategia Farm to Fork che non ha avuto alcuna applicazione poiché tutti loro la hanno boicottata – le grandi confederazioni agricole alleate ai governi concordano con la Commissione europea di trovare una falsa soluzione, l’estensione della deroga all’obbligo di non sfruttare il 4% dei terreni per preservare un minimo di biodiversità.

La Commissione di Ursula von der Leyen frattanto propone di estendere fino a giugno 2025 il regime (non più) transitorio di esenzione dai dazi e i contingenti tariffari sulle importazioni dall’Ucraina e la Moldavia. (1) E il Consiglio delibera un ulteriore aiuto a Kiev per € 54 miliardi, pari alla somma a suo tempo stanziata per la transazione ecologica in agricoltura. (2) L’inganno virale di un sistema malato. #VanghePulite.

1) Agricoltori europei in protesta

I trattori hanno occupato strade, autostrade e piazze fino a raggiungere le capitali europee. La mobilitazione ha avuto inizio in Germania, per poi espandersi in Polonia, Romania, Francia, Belgio, fino all’Italia (3-9). L’agricoltura familiare e contadina che esprime il 95% delle aziende agricole in UE ha chiesto e tuttora chiede:

– divieto alle vendite #sottocosto, #fairprice (#prezzoequo) per le derrate agricole e alimentari

– sostegno alla transizione ecologica, per il ripristino della salute e la produttività dei suoli

– semplificazione amministrativa e riduzione degli oneri burocratici

– equa redistribuzione degli aiuti pubblici europei in agricoltura tramite apposite soglie

– contingenti tariffari e requisiti di sostenibilità su prodotti importati tramite accordi di libero scambio

– controlli sanitari e contingenti tariffari sulle derrate in arrivo dall’Ucraina.

2) Rappresentanze agricole, gli amici e i nemici della protesta

Le rappresentanze agricole si sono distinte, rispetto alla mobilitazione tuttora in corso, in due categorie.

A) Promotori e sostenitori. Così:

– le grandi sigle sindacali in Germania (Deutscher Bauernverband, DBV), Polonia (Podkarpacka Oszukana Wies), Belgio (Fédération Wallonne de l’Agriculture, FWA), Francia (FNSA)

– confederazioni indipendenti (i.e. Confédération Paysanne in Francia, LiberiAgricoltori, Altragricoltura, Assorurale in Italia, FUGEA in Belgio, La Via Campesina a livello internazionale)

– rappresentanze europee di categoria, nei settori di zucchero, cereali e semi oleaginosi, latte, pollame e uova.

B) Nemici e opportunisti. Le grandi confederazioni in Italia viceversa hanno subito una protesta rivolta anzitutto contro di loro, in quanto diretti responsabili di politiche fallimentari (6,9). Coldiretti, secondo diverse voci sul territorio, pare esser giunta a minacciare l’esclusione dal ‘sindacato’ e la perdita degli aiuti UE ad alcuni suoi iscritti in caso di loro adesione alle manifestazioni. Salvo poi presentarsi a Bruxelles millantando la rappresentanza degli agricoltori italiani in protesta.

3) Coldiretti & Co., voltafaccia e tradimenti

La stessa Coldiretti che a settembre 2021, attraverso il suo presidente Ettore Prandini, dichiarava che ‘gli allarmi su un effetto depressivo della strategia europea Farm to Fork sulla capacita produttiva del settore primario sono eccessivi e talvolta strumentali’ poiché ‘la competitivita in agricoltura si gioca sul reddito delle imprese, che va tutelato’ (10):

– a marzo 2021 aveva già posto le basi per escludere le cooperative e le organizzazioni dei produttori dalla disciplina delle pratiche commerciali sleali e il divieto delle vendite sottocosto in Italia (11)

– a febbraio 2024 denuncia ‘le evidenti criticità del cosiddetto Green Deal europeo’ di cui la strategia Farm to Fork costituisce espressione. Adducendo che

in nome di scelte che tradiscono un furore ideologico ambientalista, come la drastica riduzione o l’eliminazione dei trattamenti fitosanitari, si penalizzano gli agricoltori europei e si finisce per aumentare le importazioni da altri Paesi in cui tali restrizioni non esistono, pur di assicurare il fabbisogno alimentare’. (12)

Sulla stessa linea Confagricoltura nazionale e CIA-Agricoltori Italiani, FNSA in Francia, Copa-Cogeca e Farm Europe a Bruxelles.

4) Coldiretti, i nemici immaginari

Anziché affrontare la crisi del reddito degli agricoltori, negli ultimi anni Coldiretti ha imbastito una serie di battaglie contro nemici immaginari, quali:

– il sistema di etichettatura nutrizionale NutriScore, che in Francia si è dimostrato favorire i cibi locali e tradizionali rispetto agli alimenti ultraprocessati (13). Oltre a essere in linea con la dieta mediterranea, come dimostrano numerosi studi scientifici e il suo successo in Francia e Spagna (14)

– gli ‘insetti a tavola’, la cui diffusione nel Vecchio Continente è quantomai improbabile e non potrà mai competere con i prodotti tradizionali di origine animale. Anzitutto per gli elevati costi di produzione e la scarsità degli investimenti, a fronte dei dubbi sulla loro accettazione da parte dei consumatori

– le ‘carni coltivate’. Proprio i giorni scorsi Coldiretti e il suo fido ministro dell’agricoltura si vantavano a Bruxelles per avere difeso gli allevatori italiani da questa fantomatica minaccia, con una legge che (come previsto fin da principio) si è auto-estinta il 29 gennaio 2024. (15)

5) GAEC 8, l’ultimo nemico immaginario

Agli albori della guerra in Ucraina il Parlamento Europeo – su richiesta delle grandi confederazioni agricole, ça va sans dire – propose e ottenne una serie di deroghe alla politica agricola comune e agli obiettivi di transizione ecologica, come si è visto. (16) Vennero così meno, in via transitoria:

– il divieto di usare pesticidi e altre sostanze chimiche nelle aree ad alto interesse ecologico,

– il dovere di dedicare ad ‘aree o caratteristiche non produttive’ il 4% delle superfici delle aziende agricole di estensione superiore ai 10 ettari (GAEC 8).

GAEC 8 è uno dei nove standard (Good Agricultural and Environmental Conditions) stabiliti nella politica agricola comune oggi in vigore. Tale misura:

– serve a preservare la materia organica e la struttura dei suoli, proteggere le acque e la biodiversità, rispettare gli insetti impollinatori

– può venire assolta anche tramite elementi paesaggistici ad alta diversità biologica come siepi e alberi, e soprattutto

– non ha nulla a che vedere con gli incentivi a ‘non seminare’ (set-aside) che vennero a suo tempo concessi alle grandi aziende agricole, tra il 1992 e il 2008, per ridurre le eccedenze. (17)

5.1) GAEC 8, una falsa soluzione ai problemi di reddito degli agricoltori

Le grandi confederazioni agricole che fingono di rappresentare gli agricoltori in protesta – dopo aver affossato la proposta di regolamento SUR (Sustainable Use and Reduction of Pesticides) e annacquato la NRL (Nature Restoration Law) – si sono ora focalizzate su GAEC 8 quale soluzione al problema. Niente di più falso, considerato che:

– la deroga da GAEC 8, che si applica alle sole aziende di estensione superiore ai 10 ettari, avrà un impatto minimo sul 95% delle aziende agricole in UE la cui dimensione è familiare e contadina

– la grave crisi del reddito degli agricoltori (che hanno chiuso o ceduto il 37% delle aziende negli ultimi vent’anni) si registra sul 96% del terreno coltivato e non sul 4% da lasciare incolto.

5.2) GAEC 8, la proposta della Commissione europea

Il 29 gennaio 2024 la Commissione europea – dopo avere annunciato l’avvio di uno ‘strategic dialogue on the future of agriculture’, con le solite grandi confederazioni agricole destituite di rappresentanza dagli agricoltori in protesta – ha formulato la proposta di estendere la deroga, o meglio modificare GAEC 8, per l’intero 2024. (18)

Questa misura potrà forse apportare un esclusivo vantaggio economico di breve termine alle aziende agricole medie, grandi e grandissime, ma aumenterà la vulnerabilità dell’agricoltura europea a inondazioni, siccità ed erosione del suolo. Aggravando, nel medio e lungo termine, la precarietà di tutti.

Il requisito GAEC 8 – nella proposta di Bruxelles, già criticata dalle solite confederazioni e dal vice-premier italiano Matteo Salvini – potrà venire adempiuto tramite coltivazione senza PPPs (plant protection products) di colture che fissano l’azoto (i.e. lenticchie, piselli, favette) e/o colture intercalari sul 7% dei seminativi.

Tali misure ‘alternative’ possono peraltro contribuire al ciclo dei nutrienti nel suolo ma non anche alla biodiversità e le sue funzioni eco-sistemiche.

6) Coldiretti, la diffida degli Agricoltori Indipendenti Italiani

Gli Agricoltori Indipendenti Italiani, in un comunicato stampa degli ultimi giorni:

– dichiarano di ‘non riconoscere alcuna associazione, sindacato o altro organo a rappresentarli ai tavoli degli accordi europei in corso a Bruxelles

– ‘diffidano la Coldiretti a parlare in loro nome’, denunciando che essa non avrebbe preso in minima considerazione le loro posizioni

– avvertono che, qualora ‘Coldiretti continui nella sua azione di mediazione ai tavoli degli accordi, la protesta continuerà in forma ancora più incisiva a oltranza, il che comporterà grave disagio per altri settori lavorativi e merceologici del Paese’.

Il comparto agricoloamareggiato e deluso dagli avvicendamenti degli ultimi anni, deciso e compatto, si vede ancora oggi messo da parte e non intende ancora assistere allo scempio della categoria’.

La nostra dignità, il nostro lavoro – fino a oggi sottopagato e sottodimensionato – deve avere nuovi rappresentanti al di fuori di ogni struttura a oggi rappresentativa’.

7) Coldiretti, la finanza sulle spalle degli agricoltori

Coldiretti non è riuscita a silenziare né a soffocare la protesta tuttora in corso. Né tantomeno può rappresentare gli interessi degli agricoltori italiani nella lotta contro le pratiche commerciali sleali e le vendite sottocosto. Proprio perché è essa stessa il protagonista di progetti finanziari travestiti da progetti agricoli. Alcuni esempi:

– la brama di monopolio nell’offerta dei servizi tecnici, attraverso i propri CAA (centri di assistenza in agricoltura) che nello schema di decreto del ministro Francesco Lollobrigida sarebbero i soli (assieme a quelli di Confagricoltura) a poter gestire e drenare quote dai contributi UE agli agricoltori italiani (19)

– la concentrazione dell’offerta dei mezzi tecnici attraverso gli ex-consorzi agrari sopravvissuti allo scempio di Federconsorzi e confluiti in una società di capitali quotata in borsa, CAI SpA alias Federconsorzi 2, che ha da ultimo inglobato anche il Consorio Agrario di Siena (20,21)

– l’intermediazione sulle vendite di derrate agricole attraverso Filiera Agricola Italiana SpA, la quale fattura(va) una trentina di milioni di euro di vendite dei consorzi agrari ai grandi clienti. Come Casillo, Barilla, Conad, combinazione anche soci della Fondazione Filiera Italia presieduta dall’eurodeputato Paolo De Castro (22,23).

Si aggiungono le deviazioni Coldirette dei fondi PNRR, dagli agricoltori ai fornitori di pannelli solari (i.e. Enel, altro socio di Filiera Italia), macchinari e logistica. Senza trascurare assicurazioni e crediti ‘convenzionati’. Gli agricoltori italiani sono polli da spennare e indebitare fino al collo, per questo centro di potere trasversale che trae profitto sulla loro stessa esistenza.

8) Coldiretti, la casta dorata

Gli stipendi del cerchio magico di Coldiretti e i suoi generali sui territori aiutano a comprendere la distanza siderale tra la casta e i contadini che essa dovrebbe rappresentare. Euro più euro meno:

– Ettore Prandini, € 700.000 lordi (pari a € 400.000 netti)
– Vincenzo Gesmundo, € 625.000
– componenti di giunta, € 575.000
– Raffaele Grandolini, € 500.000
– Fabrizio Di Marzio, € 400.000
– direttori regionali, da € 250.000 a 330.000 (a seconda di anzianità e ‘merito’, cioè fedeltà)
– direttori provinciali, da € 130.000 a € 220.000 (indiscrezioni relative al 2020).

Le cifre aumentano con:

– le numerose cariche sociali attribuite ai vari soggetti, talora anche in conflitto d’interessi, (24) a cui si aggiungono

– le partecipazioni azionarie, anche del presidente di Coldiretti Ettore Prandini e inizialmente della moglie di Vincenzo Gesmundo, attraverso scatole cinesi, in CAI SpA alias Federconsorzi 2, (25) e

– gli incarichi ai fedelissimi, distribuiti a destra e a manca in una pletora di enti, dai consorzi di bonifica a quelli di tutela di DOP e IGP, eccetera eccetera.

9) Il re è nudo

Il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e il suo capo di gabinetto Francesco Borriello in arrivo da Coldiretti, dopo l’esplosione della protesta degli agricoltori tuttora in corso, provano a correre i ripari seguendo le orme di Ursula von der Leyen:

– dopo l’annuncio di avere inviato, a dicembre 2023, ‘la modifica del Piano Strategico della politica agricola comune che tiene conto delle richieste promosse dalle Regioni e dalle associazioni di categoria’ (quali, al di là delle solite note? Quale coinvolgimento di LiberiAgricoltori, Associazione Rurale Italiana, Altragricoltura?), il ministero comunica che

– ‘nel 2024 è in programma un ulteriore revisione per affinare gli ecoschemi e aumentare la platea di beneficiari’, e

– ‘ha richiesto, per il 2024, la deroga alla Commissione europea per le misure di condizionalità della rotazione obbligatoria e della percentuale minima di incolto’ (si veda il precedente paragrafo 5)

– il 2 febbraio 2024 si è tenuta la prima riunione del ‘tavolo tecnico permanente per la difesa del reddito degli agricoltori (…) a cui hanno partecipato le organizzazioni maggiormente rappresentative del comparto’ (in attesa di coinvolgere quelle ‘minori’). Riferendo però, al di là del titolo del comunicato stampa, alle ‘modifiche da apportare, nell’immediato, sulle misure della Politica Agricola Comune’. E non anche alla questione del reddito, strettamente legata a #prezzoequo (#fairprice) e vendite sottocosto. (26)

10) Conclusioni provvisorie

La protesta continua, gli agricoltori fiamminghi e francesi hanno fatto barricate con i trattori davanti alle centrali d’acquisto e i centri di stoccaggio della grande distribuzione, quelli polacchi bloccano le frontiere con l’Ucraina, quelli greci e spagnoli iniziano a mobilitarsi.

In attesa di notizie su soluzioni concrete, si rileva come il Consiglio – dopo il boomerang delle sanzioni alla Russia, che ha provocato la più grave crisi in UE dal dopoguerra – abbia appena stanziato per Kiev un pacco di aiuti pari a 1/3 del suo bilancio, ovvero alla politica agricola comune. (27) In nome di chi?

Dario Dongo

Note

(1) EU reaffirms trade support for Ukraine and Moldova. European Commission. 31.1.23 http://tinyurl.com/ytd955f6

(2) Charlotte Van Campenhout, Andrew Gray and Sabine Siebold. EU agrees $54 billion in new aid for Ukraine as Hungary falls in line. Reuters. 1.2.24 http://tinyurl.com/yeyeh2ka

(3) Dario Dongo. Germania, la grande protesta degli agricoltori. Ecco perché. GIFT (Great Italian Food Trade). 11.1.24

(4) Dario Dongo. Agricoltori europei, la questione ucraina a Bruxelles. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.1.24

(5) Dario Dongo. Sottocosto, protesta degli agricoltori in Francia. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.1.24

(6) Dario Dongo. Italia, protesta degli agricoltori contro Coldiretti. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.1.24

(7) Dario Dongo. Confédération paysanne e LiberiAgricoltori, le ragioni della protesta. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.1.24

(8) Dario Dongo. Agricoltori, la protesta raggiunge il Belgio. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.1.24

(9) Dario Dongo. 31 gennaio 2024, il giorno della protesta degli agricoltori in Italia. GIFT (Great Italian Food Trade). 31.1.24

(10) Antonio Boschetti. Prandini: a portata di mano gli obiettivi del farm to fork. Informatore Agrario. 9.9.21

(11) Quanto a pratiche commerciali e vendite sottocosto in Italia si richiamano:

– il ruolo di Coldiretti nella disapplicazione della Unfair Practices Directive (EU) No 2019/633. Si veda il paragrafo 6.1 all’articolo citato nella precedente nota 6;

– soluzioni da adottare con urgenza. Si veda il paragrafo 4 dell’articolo citato in nota 9

(12) Maddalena De Franchis. Proteste trattori, Prandini: “Stop al furore green, politiche folli dell’Ue”. Quotidiano.Net. 2.2.24 https://www.quotidiano.net/economia/proteste-trattori-prandini-coldiretti-34306794

(13) Dario Dongo. NutriScore, pieni voti ai prodotti locali. E la qualità degli alimenti migliora. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.4.23

(14) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. NutriScore, la salute dei consumatori prevalga sulle lobby agroindustriali. Petizione e approfondimenti. GIFT (Great Italian Food Trade). 18.5.22

(15) Dario Dongo. ‘Carni sintetiche’ e ‘meat sounding’, la legge italiana si auto-estingueGIFT (Great Italian Food Trade). 2.2.24

(16) Si veda il paragrafo 4.2 al precedente articolo di Dario Dongo. Food security, tesi e antitesi del Parlamento europeo. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.3.22

(17) La differenza tra GAEC e set-aside:

– i GAEC, indicati in Allegato II al Reg. (EU) No 1306/13, costituiscono oggi la base minima per la sostenibilità in agricoltura sostenibile. E devono venire rispettati dagli agricoltori europei che ricevono pagamenti diretti o alcuni dei pagamenti per lo sviluppo rurale;

– il set-aside, introdotto nel Regolamento (EEC) No 1272/88, venne applicato prima al 15% (dal 1992 al 1996), poi al 10% (dal 1996 al 2008) delle superfici agricole utilizzate nelle grandi aziende agricole, ai tempi in cui gli aiuti della politica agricola comune erano accoppiati alle produzioni, in un sistema di prezzi garantiti

(18) Commission proposes to allow EU farmers to derogate for one year from certain agricultural rules. European Commission. 29.1.24 http://tinyurl.com/4p6k3t32

(19) Dario Dongo. AGEA e MASAF ‘Coldiretti’. La soppressione dei liberi professionisti in agricoltura. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.9.23

(20) Dario Dongo. Federconsorzi 2, assalto al Consorzio Agrario di Siena e Arezzo, CAPSI. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 28.9.21

(21) Consorzio Agrario di Siena. E’ ufficiale l’ingresso in Cai. Ok all’aumento di capitale. La Nazione. 31.1.24 http://tinyurl.com/298uft7v

(22) Dario Dongo. Consorzi Agrari d’Italia, Bonifiche Ferraresi e Filiera Agricola Italiana SpA, il vaso è colmo. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.1.21

(23) Filiera Agricola Italiana SpA non risulta avere mai avuto clienti ulteriori rispetto a quelli dei Consorzi Agrari né avere mai posseduto infrastrutture logistiche e di trasporto. Solo fatture attive e passive che oggi, con il nuovo principio contabile OIC 34, non potrebbero nemmeno venire contabilizzate come ricavi (le vendite) e costi (gli acquisti), dovendosi invece limitare a esporre in bilancio i margini di intermediazione (al pari dei broker)

(24) Alcuni esempi di cariche sociali e conflitti d’interessi nei precedenti articoli:

Federconsorzi 2, CAI SpA, AgriRevi, Coldiretti. La cena dei cretini’. GIFT (Great Italian Food Trade). 31.1.21

UNAPROL, AIPO e Oleificio Paladino, conflitti d’interessi a macchia d’olio. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.1.22

(25) Si vedano gli ‘affari di famiglia’ nel precedente articolo di Dario Dongo. Consorzi Agrari d’Italia SpA, Federconsorzi 2? Il dossier dei veleni. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.1.21

(26) PAC. Al Masaf tavolo tecnico permanente per difesa reddito agricoltori. MASAF (Ministero per l’Agricoltura, la Sovranità Alimentare e le Foreste). 2.2.24 http://tinyurl.com/334mudrt

(27) Marco Bottarelli. Ecco perché i 50 miliardi a Kiev sono un tradimento dell’Europa. Il Sussidiario.net. 3.2.24 http://tinyurl.com/bdhpykr6

(28) Gli agricoltori tornano a bloccare il quartiere europeo a Bruxelles. Dopo il duplice assedio messo in atto a inizio e fine febbraio per contestare le politiche Ue, un centinaio di trattori si stanno assembrando questa mattina in prossimità delle sedi delle principali istituzioni Ue. Alcuni roghi sono stati appiccati a Place du Luxembourg, davanti ai palazzi del Parlamento europeo, già presa d’assalto il 1° febbraio. E’ in corso un lancio di petardi nelle prossimità delle sedi della Commissione europea e del Consiglio Ue, dove si trovano riuniti i ministri europei dell’Agricoltura. Sono stati appiccati alcuni roghi bruciando copertoni e balle di fieno anche di fronte al dipartimento responsabile per l’erogazione dei fondi della Politica agricola comune (Pac). I trattori assembrati a Rue de la Loi, la principale arteria che attraversa il quartiere Ue, sono attualmente un centinaio. Gli agricoltori di FUGEA ed ECVC tornano a Bruxelles.

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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