HomeConsum-attoriNutriScore, la salute dei consumatori prevalga sulle lobby agroindustriali. Petizione e approfondimenti

NutriScore, la salute dei consumatori prevalga sulle lobby agroindustriali. Petizione e approfondimenti

Promuoviamo una petizione a sostegno del sistema NutriScore, la cui grande efficacia – nel favorire le scelte di alimenti equilibrati, così anche la salute dei consumatori – ha esacerbato l’opposizione delle lobby agroindustriali. (1)

La retorica dei contras si basa su argomenti falsi, alla cui analisi critica sono dedicati due studi scientifici (2,3) ove si considera anche la liaison tra Ferrero e Coldiretti che, come si è visto, comanda a bacchetta il governo Draghi.

Una indagine dell’associazione francese dei consumatori UFC – Que Choisir a sua volta dimostra come i profili nutrizionali della gran parte degli alimenti tradizionali nella dieta mediterranea raccolgano valutazioni Nutri-Score favorevoli.

1) Nutri-Score, la petizione internazionale

1.1) Premessa

L’etichetta nutrizionale Nutri-Score deve venire difesa dalle lobby che cercano di distorcerla ed evitare che diventi obbligatoria in Europa. Il NutriScore è stato ufficialmente adottato in Francia il 31 ottobre 2017, con decreto interministeriale, dopo una durissima battaglia contro le lobby agroalimentari durata quasi 4 anni.

Il logo viene esposto sulla parte frontale delle etichette degli alimenti, con l’obiettivo di aiutare i consumatori a fare scelte alimentari più sane, al momento dell’acquisto. Fornendo informazioni nutrizionali semplici che consentono di confrontare facilmente, in un colpo d’occhio, la qualità nutrizionale dei prodotti alimentari.

1.2) Efficacia

Sebbene di semplice interpretazione, Nutri-Score si basa su numerosi studi scientifici che ne hanno dimostrato l’efficacia e l’interesse per i consumatori e la salute pubblica. Dopo la Francia, altri 6 paesi hanno infatti deciso di implementare il Nutri-Score: Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera.

Nessuna azienda alimentare era a favore di Nutri-Score quando esso venne proposto (nel 2014, da un gruppo di ricerca pubblica senza conflitti di interessi). Ma oggi, grazie al lavoro scientifico, la pressione di scienziati, operatori sanitari, associazioni dei consumatori e ONG e alle azioni dei cittadini, più di 800 marchi finalmente si sono impegnati ad esporlo sui loro prodotti alimentari.’

1.3) Lobby agroindustriali contro

Poiché si tratta ancora di una notizia volontaria, vista la normativa europea che impedisce agli Stati membri di rendere obbligatoria l’esposizione di un’etichetta nutrizionale sintetica sulla parte anteriore della confezione sugli alimenti, molte industrie alimentari si stanno ancora opponendo ad esso e lo combattono. È il caso di Coca-Cola, Ferrero, Mars, Lactalis, Mondelez, Kraft e molte altre aziende nazionali e internazionali.

Il recente annuncio da parte della Commissione europea, nell’ambito della sua strategia «Farm to Fork», di un prossimo voto sull’attuazione di una Front-Of-Pack Nutrition Labelling (FOPNL) unica e obbligatoria per tutti i paesi europei entro la fine del 2022, ha risvegliato le lobby, sia da parte dei produttori contrari al NutriScore ma anche di alcuni settori agricoli (formaggi, salumi) con alle spalle grandi gruppi alimentari industriali (es. Lactalis, Savencia, etc.) che non vogliono fornire ai consumatori un’informazione trasparente sui profili nutrizionali dei prodotti alimentari. (…)

1.4) Trasparenza sui profili nutrizionali degli alimenti

Noi cittadini, consapevoli che il consumo degli alimenti ha un ruolo importante per la salute, esigiamo di poter valutare, attraverso la visualizzazione del NutriScore, la qualità nutrizionale di TUTTI gli alimenti, nessuno escluso. In modo da poter eseguire scelte consapevoli di consumo. Consideriamo ciò un diritto dei consumatori e un dovere degli operatori economici. Chiediamo perciò:

 1) ai governi degli Stati membri UE, privilegiare la tutela della salute pubblica alle pressioni delle lobby che ambiscono a boicottare o distorcere il Nutri-Score,

2) al Parlamento europeo, adottare Nutri-Score come etichetta frontale obbligatoria per l’Europa nel 2023, tenendo conto del suo fondamento scientifico e dell’efficacia dimostrata in termini di salute pubblica,

3) ai produttori che ancora rifiutano di esporre Nutri-Score, rispondere alla richiesta dei consumatori di una vera trasparenza nutrizionale e applicare il Nutri-Score immediatamente (anche se non ancora obbligatorio) sui propri prodotti.

1.5) Un clic per la salute pubblica

La salute dei cittadini non ha prezzo e la salute pubblica deve prevalere sulla difesa di interessi puramente economici! Firma la petizione QUI e diffondila intorno a te!’.

2) Nutri-Score, le lobby dei contras

Il numero di imprese che adotta il NutriScore, nella trasformazione e distribuzione alimentare, continua a crescere in tutta Europa. Milioni di consumatori si riferiscono a questo sistema – anche attraverso app di enorme successo, come Yuka – per orientare gli acquisti verso alimenti più equilibrati di altri, in ogni categoria.

Proprio perciò chi ha tutto da nascondere, i produttori di cibo spazzatura, ha organizzato i contras. Con uno stile degno delle dittature sudamericane del secolo scorso, le lobby di Big Food hanno arruolato le confederazioni agricole per il lavoro sporco. In una guerra ibrida basata sulla viral deception, la disinformazione virale a cui sono stati dedicati due recenti studi scientifici.

2.1) Big Food e le confederazioni agricole

La battaglia di Big Food al Nutri-Score ha fatto leva sulla falsa minaccia alle vendite. La Francia è la patria dei consumi di formaggi e salumi, le cui vendite non hanno subito alcun calo nei 5 anni di applicazione del NutriScore. Altrettanto dicasi per i salumi e l’olio d’oliva in Spagna, ove pure questa FOPNL (Front-Of-Pack Nutrition Labelling) raccoglie crescente successo.

Le Corporation hanno così coinvolto i Consorzi di Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Prosciutto di Parma in Italia, i produttori di jamón Serrano e olio di oliva in Spagna, quello del formaggio Roquefort in Francia. Con la leva ulteriore del patriottismo, adducendo che le DOP e IGP si dovrebbero intendere di elevata qualità nutrizionale a priori. (2)

2.2) Il caso italico

L’opposizione italica al NutriScore è così particolare da aver condotto a uno studio apposito, volto a comprendere le motivazioni dei contras e il ruolo nel dibattito dei diversi stakeholders (parti sociali interessate). (3)

La scarsa mobilitazione della comunità scientifica e dei consumatori, spesso purtroppo vincolati dai conflitti d’interessi, hanno avuto il loro peso.

contras italici al NutriScore sono stati identificati nei colossi industriali (es. Ferrero, Barilla) e varie associazioni a loro servizio (es. Coldiretti, Filiera Italia, Federalimentare, Codacons). I quali hanno trascinato tutti i gruppi politici, come è del resto accaduto nel recente blitz a favore dei nuovi OGM.

2.3) Retorica italiana

Il più recente studio (Fialon et al., 2022) propone un’analisi critica della retorica italiana contro il NutriScore:

– identificazione a priori di tutti i cibi Made in Italy come parte della dieta mediterranea. Il che non è sempre vero. La riformulazione è tabù, come se ridurre il tenore di zucchero in un frollino, o di sale in un formaggio, fosse abominio impossibile,

– falsità e assenza di basi scientifiche. I contras italici adducono falsamente che l’olio di oliva sarebbe ‘bollato’ da NutriScore con un codice rosso che neppure esiste. Al contrario è il Nutrinform battery a penalizzare l’extravergine, come si è visto.

– algoritmo di Nutri-Score. Alcuni esponenti delle lobby italiche deducono che le proteine non sono positive e gli acidi grassi saturi sarebbero viceversa raccomandati. In contrasto con la recente opinione EFSA (2022) ove si esprime esattamente il contrario,

– semplificazione grottesca. Il codice vermiglio, secondo i contras, verrebbe interpretato come un ‘non comprare’ piuttosto che ‘consuma con moderazione’. E ciò costituirebbe, forse, una minaccia per i produttori di cibo-spazzatura.

2.4) Chi sostiene il NutriScore in Italia

I sostenitori del Nutri-Score in Italia sono purtroppo pochi, il nostro sito GIFT e il Fatto Alimentare al primo posto come media specializzati, seguiti da Scienza in Rete. Ma il nostro impatto mediatico è gravemente insufficiente, nonostante l’impegno redazionale continuativo.

L’impatto su stampa e tv – da sempre asservite ai poteri forti e gli inserzionisti pubblicitari – è estremamente modesto anche per associazioni di categoria come AltroConsumo ed esperti come Walter Ricciardi, i quali sono a favore di NutriScore ma non hanno una visibilità comparabile ai contras.

NutriScore petizione
Fig. 1 – Elenco delle posizioni dei diversi stakeholders in Italia nei confronti del Nutri-Score (Fialon et al., 2022)

3) Alimenti tradizionali e NutriScore, l’indagine di UFC – Que Choisir

L’indagine condotta dall’associazione francese dei consumatori UFC-Que Choisir ha valutato la qualità nutrizionale di 588 referenze (310 alimentari tradizionali) di 14 regioni francesi, attraverso il sistema Nutri-Score. Dimostrando, sulla base delle tabelle nutrizionali in etichetta dei prodotti, la falsità della retorica dei contras secondo cui il NutriScore costituirebbe una minaccia per i prodotti tradizionali. (4)

I risultati mostrano come il 62% dei prodotti (193 referenze) rientri nelle categorie A, B, C di NutriScore, il 38% (117 prodotti) nelle categorie D ed E. Sono state valutate 5 macro-categorie di prodotti:

1) piatti tradizionali. Validi nel complesso come fonti di proteine, peggiorano solo in caso di generose aggiunte di grassi o formaggi. 82% in A, B, C e 18% in D, E,

2) carni e insaccati. La carne rossa e il pollame (ricchi in proteine e poveri in grassi) registrano un 61% di valutazioni A, B, C. I salumi tendono invece verso D, E (39%) per i tenori elevati di grassi e sale,

3) frutta, verdura e legumi. La ricchezza di fibre, minerali e vitamine, nonché la bassa densità energetica, conducono all’85% di valutazioni nelle categorie A, B, C. I legumi sono apprezzati anche per l’apporto di proteine. La trasformazione ha talora incidenza negativa per via dell’aggiunta di sale o zuccheri (15% dei prodotti in classi D, E),

4) prodotti a base di cereali. Includono farine, cereali tal quali e trasformati (es. pasta, pane, torte). Il 47% dei prodotti si qualifica in NutriScore nelle classi A, B, C, il 57% in D ed E per via di molti dolci ricchi di zucchero (che raggiungono il 50%) e grassi saturi (20%),

5) prodotti lattiero-caseari. In tale categoria i prodotti in classi A, B, C sono una minoranza (24%), poiché i formaggi sono spesso ricchi in acidi grassi saturi e sale, soprattutto se stagionati. Non mancano però le proteine e le vitamine (es. vitamina D). Questi elementi e l’eventuale riduzione dei grassi e del sale hanno permesso di ottenere prodotti con punteggi più alti.

4) NutriScore, una governance transnazionale

La Francia – assieme ad altri 7 Stati membri (Belgio, Svizzera, Germania, Lussemburgo, Spagna e Olanda) – ha costituito una governance transnazionale per facilitare l’utilizzo del Nutri-Score, attraverso uno steering committee e uno scientific committee. L’obiettivo è implementare procedure normative standardizzate per l’utilizzo del FOPNL (Front-of-Pack Nutrition Labelling) da parte dei produttori, con piattaforme e sistemi di supporto dedicati. E lavorare a possibili miglioramenti dell’algoritmo, con attenzione primaria alla salute dei consumatori. (5)

Una call for request è stata lanciata nei confronti di tutti gli stakeholders, l’estate 2021. Più di 100 richieste sono state inviate allo scientific committee, così da poter aggiornare l’algoritmo, anche sulla base delle evidenze fornite dalla più recente letteratura scientifica, plausibilmente prima dell’estate del 2022. E ove del caso aggiornare tutti gli operatori del settore alimentare con un documento di supporto.

5) Conclusioni provvisorie

Il Nutri-Score è una sistema di informazione nutrizionale di sintesi sul fronte etichetta che può fornire un aiuto concreto ai consumatori e avere un impatto favorevole sulla salute pubblica.

Le prove scientifiche sulla sua efficacia e le evidenze sulla lobby sporca dei produttori di cibo spazzatura dovrebbero aprire gli occhi a chi ha cura del bene comune.

#SDG3, to Ensure Health and Well-being

Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna

Note

(1) Audrey Lemoine. Stop aux lobbys qui essayent de dénaturer Nutri-Score et empêcher qu’il soit obligatoire. https://chng.it/BghbbGMW

(2) Chantal et al. (2022). Nutri-Score in tug-of-war between public health and economic interests in the European Union. Nature Food 3:181, https://doi.org/10.1038/s43016-022-00476-0

(3) Fialon et al. (2022). Legitimacy of Front-of-Pack Nutrition Labels: Controversy Over the Deployment of the Nutri-Score in Italy. Int. J. Health Policy Manag. 1-13 (in press), https://doi.org/10.34172/ijhpm.2022.6127

(4) UFC-Que Choisir. Le Nutri-Score, meilleure illustration de la qualité nutritionnelle de notre patrimoine culinaire! 10.5.22, https://www.quechoisir.org/action-ufc-que-choisir-enquete-de-l-ufc-que-choisir-sur-les-aliments-traditionnels-le-nutri-score-meilleure-illustration-de-la-qualite-nutritionnelle-de-notre-patrimoine-culinaire-n100652/

(5) AESAN. Activity report of the transnational governance of Nutri-Score. 7.3.22, https://www.aesan.gob.es/AECOSAN/docs/documentos/Nutri_Score/Report_2021_Steering_committee_VF2.pdf

Andrea Adelmo Della Penna

Laureato in Tecnologie e Biotecnologie degli Alimenti, tecnologo alimentare abilitato, segue l’area di ricerca e sviluppo. Con particolare riguardo ai progetti di ricerca europei (in Horizon 2020, PRIMA) ove la divisione FARE di WIISE S.r.l. società benefit partecipa.

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