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Clima, marketing predatorio e salute dei bambini. Rapporto Unicef

Clima, emergenza climatica, sostenibilità. Non si parla d’altro e non si fa che parlarne (senza fare altro), tra giornaloni e fiere di settore madide di greenwashing. Obesità infantile e marketing scriteriato, anzi predatorio, sono invece temi fuori target per il mainstream media, sempre a guinzaglio dei grandi investitori pubblicitari.
Unicef mette assieme questi e altri elementi nel suo ultimo rapporto – realizzato con WHO (World Health Organization) e il contributo scientifico della Commissione Eat di The Lancet – sulla salute dei bambini del pianeta. (1)

Marketing predatorio

La salute e il futuro di bambini e adolescenti del mondo sono esposti, come si è visto, alle minacce di degrado ecologico ed emergenza climatica. Ma anche e soprattutto a pratiche di marketing scriteriate e sregolate che spingono bambini e ragazzi verso acquisti di cibo spazzatura, bevande zuccherate, alcol e tabacco, sigarette elettroniche e scommesse.

‘L’esposizione dei bambini a un marketing predatorio di cibo spazzatura e bevande zuccherate è associata all’acquisto di cibo non salutare e a sovrappeso e obesità. Il numero globale di bambini e adolescenti obesi è aumentato dagli 11 milioni del 1975 ai 124 milioni del 2016. Un incremento di ben 11 volte, con costi individuali e sociali spaventosi.’

Il marketing ‘predatorio’ è quello precisamente mirato a bambini e minori, i quali vengono bombardati da messaggi pubblicitari diseducativi. Con livelli di esposizione che raggiungono i 30 mila spot/anno (82 al giorno, in media, concentrati in poche fasce orarie) sul solo canale televisivo. Il perché è semplice. ‘La commercializzazione di prodotti per bambini e adolescenti offre dividendi eccellenti alle aziende, favorendo la spesa delle famiglie e creando fedeltà al marchio per tutta la durata della vita’.

Junk food, tecniche di persuasione

Le tecniche di persuasione più utilizzate per spingere bambini e adolescenti a ‘familiarizzare’ col junk food passano per i miraggi di felicità e divertimento, con sprazzi di suggestioni nutrizionali e salutistiche (che in Europa dovrebbero essere vietate da 11 anni, si noti bene). Personaggi e testimonial, offerte speciali e ‘ingaggi’ ludici servono ad adescare i minori sui diversi canali (tv e altri media, social network), sfumando il confine tra pubblicità e intrattenimento. (2) Come peraltro documentato nei recenti studi su Coca-Cola e Ferrero.

‘La pubblicità sui social media è esplosa negli ultimi dieci anni; tuttavia, sono disponibili poche ricerche per comprendere quali effetti produca la relazione diretta della messaggistica commerciale sui bambini’, si legge nella relazione di Unicef. Vale la pena al proposito ricordare che l’OMS ha pubblicato nel 2017 le linee guida https://www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/pubblicità-di-junk-food-in-tv-e-sul-web-le-raccomandazioni-dell-oms su come misurare l’impatto di queste forme di persuasione sulla salute dei minori, raccomandandone il monitoraggio agli Stati membri. Unicef a sua volta sottolinea come le tecniche più subdole di adescamento da parte dei c.d. kidfluencer – gli influencer o vlogger che si rivolgono ai più piccoli – siano ‘a malapena nei radar di genitori e regolatori’.

Junk food, alcol, tabacco e scommesse

I bambini sono bersaglio di un marketing predatorio teso a promuovere comportamenti che causano malattie e provocano dipendenza fisica e psicologica, ribadisce Unicef. Alimenti ultraprocessati HFSS (High in Fats, Sugar and Sodium) anche alcol e alcopops, tabacco e sigarette elettroniche, gioco d’azzardo. (3) In Inghilterra, 1 bambino su 8 nella fascia di età 11-16 anni segue sui social media almeno un fornitore di giochi d’azzardo. Anche a causa della pubblicità al gambling negli eventi sportivi, raramente soggetta a preclusioni di accesso.

‘L’autoregolamentazione del settore industriale ha fallito. Studi in Australia, Canada, Messico, Nuova Zelanda e Stati Uniti – fra molti altri – hanno dimostrato che l’autoregolamentazione non ha frenato la capacità delle imprese di fare pubblicità ai bambini.

In Australia ad esempio, sebbene le aziende abbiano firmato un’autoregolamentazione sulla pubblicità, in un solo anno di programmi televisivi a carattere sportivo – calcio, cricket e rugby – gli spettatori bambini e adolescenti sono stati comunque esposti a 51 milioni di pubblicità di alcolici. E la realtà potrebbe essere ancora peggiore: abbiamo pochi dati sull’enorme espansione della pubblicità sui social media e degli algoritmi diretti ai nostri bambini’ (Prof. Anthony Costello, co-Autore della relazione in esame).

Emergenza climatica e agrotossici, le prime vittime

Il futuro dell’infanzia è altresì minacciato dall’emergenza climatica, il cui impatto attuale su ambiente e popolazioni è descritto negli ultimi rapporti di IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change) e WMO (World Metereological Organization). (4) Unicef ha già denunciato – nel recentissimo Appello per l’Azione Umanitaria per i Bambini 2020 – come i bambini siano le prime vittime dei vari fenomeni associati a guerre, catastrofi naturali e climate change.

‘Se il riscaldamento globale dovesse superare i 4°C di qui al 2100, in linea con le proiezioni attuali, ciò porterebbe a conseguenze devastanti per la salute dell’infanzia, a causa dell’innalzamento del livello degli oceani, delle ondate di calore, della proliferazione di malattie come la malaria o la febbre dengue e della malnutrizione’.

La Commissione Eat di The Lancet del resto, nel lanciare l’allarme sulla Global Syndemic in atto, nel 2019, ne ha identificato i tre fattori scatenanti proprio nel cambiamento climatico, la malnutrizione e l’obesità. Tutto torna, nei vari rapporti delle agenzie internazionali citati in narrativa. Ma nulla cambia, almeno finora.

Gli agrotossici sono stati pure richiamati quale causa allarmante di malformazioni e malattie incurabili nei bambini, in un rapporto Unicef del 2018. Oltreché in un precedente rapporto del Relatore Speciale all’ONU per il diritto al cibo, Hilal Elver, nel 2017. Ma ancora una volta, poco o nulla cambia nelle decisioni politiche internazionali. (5)

Cambiamento climatico e diseguaglianze

Le economie più avanzate garantiscono ai loro bambini condizioni di vita migliori, ma al tempo stesso mettono in pericolo il futuro dei bambini di tutto il mondo contribuendo in misura sostanziale al cambiamento climatico. Non solo attraverso l’inquinamento atmosferico ma anche attraverso pratiche neo-coloniali, ben descritte nel libro ‘SOS Ambiente’ di Manlio Dinucci. Fomentando le deforestazioni e la perdita di biodiversità anziché arrestarle, ad esempio, nelle filiere globali dell’olio di palma e della soia OGM.

‘L’Europa offre la migliore “casa” del pianeta a un bambino che nasce oggi, ma fallisce allorché si tratta di garantirgli un futuro sostenibile’.

Il rapporto UNICEF sul futuro dei bambini stila una graduatoria globale di 180 Stati, confrontando i risultati che ottengono nello sviluppo complessivo dell’infanzia, la sostenibilità ambientale ed economica. Se i Paesi più poveri devono fare di più per garantire ai loro bambini vita sana, istruzione e cibo, fra quelli più ricchi devono abbattere i livelli di emissioni di CO2 pro-capite. Poiché più sono ricchi, più continuano a inquinare.

‘L’Italia si colloca al 26° su posto su 180 nell’indicatore su sopravvivenza e benessere dei bambini, mentre è solamente 134° per quanto concerne la sostenibilità. Con 5,99 tonnellate annue pro-capite, emettiamo il 121% di CO2 in più rispetto all’obiettivo del 2030’ (Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia).

Bambini e diseguaglianze

250 milioni di bambini sotto i 5 anni che vivono nei Paesi a medio e basso reddito rischiano di non raggiungere il loro pieno potenziale di sviluppo, in base agli indicatori su malnutrizione cronica e povertà. Ma è ancora più preoccupante il fatto che ciascun bambino nel pianeta si trovi oggi ad affrontare pericoli concreti per il proprio avvenire, a causa dei cambiamenti climatici e delle pressioni commerciali.

Gli Stati devono rivedere il loro approccio alla salute di bambini e adolescenti, per garantire non solo che ci si prenda cura dei nostri figli nel presente, ma che si protegga il mondo che erediteranno in futuro.’ (Helen Clark, ex premier neozelandese e co-presidente del comitato di redazione del rapporto in nota 1).

Le diseguaglianze tra i Paesi e all’interno dei Paesi rappresentano la più grave piaga sociale della civiltà moderna. Sono al centro di almeno 9 dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) in Agenda ONU 2030 e continuano tuttavia ad aumentare, anziché regredire. La Convenzione ONU per i diritti dell’infanzia ha compiuto 30 anni e lo sfruttamento minorile prosegue anche nelle filiere di Big Food, sotto gli occhi di tutti coloro che non si lascino abbindolare dai loro influencer (o sponsorizzare dai mandanti). Ma l’attenzione della politica e delle parti sociali, anche in Europa, pare concentrata soltanto su investimenti trillionari su mega-impianti industriali. (6)

E i #bambini? #Égalité!

Dario Dongo e Sabrina Bergamini

Note

(1) Unicef (2020). Rapporto UNICEF-OMS-Lancet: salute globale dei bambini a rischio. Testo originale, A future for the world’s children? A WHO-UNICEF-Lancet Commission 

(2) La vulnerabilità dei minori al marketing di junk food e alcol è stato denunciata anche dal Parlamento europeo, senza peraltro ottenere riscontri da parte della Commissione. V. https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/pubblicità-di-cibo-spazzatura-e-alcolici-nessuna-tutela-per-i-bambini-in-ue

(3) La dipendenza da cibo-spazzatura è stata valutata in un recente studio scientifico già citato da questo sito, su https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/alimenti-ultra-processati-e-dipendenza-da-cibo-studio-scientifico. Sulla dipendenza da sigarette elettroniche si veda Richard Miech et al. (2019). Trends in Adolescent Vaping, 2017–2019.

(4) Il rapporto 8.8.19 di IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) sul cambiamento climatico, in sintesi su https://www.egalite.org/land-grabbing-e-cambiamento-climatico-il-rapporto-ipcc/. Il rapporto 22.9.19 di WMO (World Metereological Organization) sul riscaldamento globale, in https://www.egalite.org/riscaldamento-globale-il-rapporto-wmo/

(5) I pesticidi neonicotinoidi neurotossici sono ancora utilizzati con pochi o nessun limite in un centinaio di Paesi del pianeta (v. https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/neonicotinoidi-inchiesta-sulle-lobby-dei-pesticidi). E neppure in Europa la politica ha reagito alle notizie sulle frodi scientifiche che hanno nascosto i pericoli genotossici e cancerogeni associati all’esposizione al glifosato (v. https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/glifosato-altre-frodi-negli-studi-scientifici-prodotti-dalle-corporationhttps://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/glifosato-gli-studi-falsi-usati-da-bayer-per-il-rinnovo-dell-autorizzazione)

(6) Lo European Green Deal, in sintesi, su https://www.egalite.org/european-green-deal-la-nuova-strategia-in-ue/. Per la strategia Farm to Fork (f2f), si veda https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/farm-to-fork-la-strategia-annunciata-a-bruxelles

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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Giornalista. Consumi, diritti, alimentazione, sociale, ambiente. Responsabile di redazione Help Consumatori. Ha collaborato con ResetDOC, Il Riformista, La Nuova Ecologia, IMGPress.

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