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IdentikEat, trasparenza e storytelling in etichetta

Made in Italy’, tutti lo cercano ma pochi lo comprendono. Il perché è semplice, come si è visto, etichette ingannevoli e confusione legislativa. In attesa che l’iniziativa dei cittadini europei #EatORIGINal! trovi spazio a Bruxelles, una soluzione innovativa viene lanciata da una start-up pugliese, IdentikEat.

Origine e valori, opaca trasparenza

L’origine del prodotto e delle sue materie prime, l’integrità della filiera nel suo intero ciclo – dalla produzione agricola primaria alla distribuzione finale – esprimono il valore dell’economia di un Paese.

L’Italia ridonda di narrazione e leggenda su cibo e gastronomia, ma è al contempo incapace di esprimere con efficacia i valori relativi ai prodotti. Chi scrive ha provato a offrire alcuni spunti, con l’idea di un sito d’informazione indipendente in 8 lingue, senza peraltro raccogliere alcun seguito significativo. Seppure la quasi totalità degli operatori italiani di settore disponga di portali in una sola lingua, al massimo due.

La trasparenza in etichetta è tendenzialmente opaca, del resto. Spesso a causa dell’incapacità di portare a valore un modello coeso di filiera integrata. I grandi produttori dei formaggi e salumi italiani DOP ad esempio preferiscono risparmiare sulle materie prime e riferirsi a soia OGM d’oltreoceano, negli allevamenti, anziché a quella nazionale. Così come i furbacchioni italici confezionano lenticchie canadesi che travestono da italiane con suggestivi marchi ‘Italian sounding.

Nella diffusa miopia degli operatori, i consumAttori si affidano a un nugolo di notizie variegate, raramente in grado di esprimere il binomio ‘origine + valori’. Al di là di quelle iniziative che davvero integrano la ‘supply chain’, come la filiera bio in UE e la zootecnia di qualità in Italia (es. Alleviamo la Salute’ di Coop Italia, Consorzio Sigillo Italiano’ di Italia Zootecnica).

Appare dunque necessario fare il punto sulla tracciabilità della filiera e sui suoi valori effettivi e tangibili. I quali devono essere dimostrati e comunicati, con trasparenza e strumenti appropriati, per condividere con gli utenti professionali e i consumAttori il contributo dell’operatore ai valori sociali condivisi (CSV, Contributing to Social Values).

Origine e valori, le opportunità offerte dalla tecnologia

La blockchain viene oggi presentata come la grande opportunità per garantire la tracciabilità dei flussi materiali (materie prime e semilavorati, materiali di consumo, prodotti, imballaggi). E così, la conformità di processi e prodotti rispetto ai criteri stabiliti. Grazie a un protocollo che si basa sull’inserimento di dati immodificabili da parte dei blocchi indipendenti che partecipano alla rete.

Prototipi di blockchain sono stati sviluppati dai colossi globali dell’informatica, come IBM e Cisco, ma anche da start-up italiane come la CyberSecurity di Bari. Si tratta in ogni caso di sistemi complessi che richiedono investimenti significativi, adattamenti del software alle peculiarità delle singole filiere, coinvolgimento di tutti i loro partecipanti. Progetti molto interessanti ma non alla portata di tutti.

L’innovazione si estende perciòverso sistemi più semplici, i quali a loro volta possono offrire notizie utili su origine, autenticità e valori dei prodotti sul mercato. Tali sistemi si basano a loro volta sulla tracciabilità – i cui dati vengono forniti dagli operatori, sotto le responsabilità previste dalle norme vigenti (1) – e la condivisione delle notizie con strumenti e modalità ‘consumer-friendly’. Un primo esempio di tale approccio è rappresentato da Authentico, una semplice App che consente ai consumatori di verificare l’autenticità dei prodotti italiani mediante la scansione dei codici a barre sulle loro etichette.

Connettività mobile e smartphone sono gli strumenti ora più utilizzati dai consumAttori per raccogliere all’istante le notizie su prodotti e servizi, confrontare qualità e prezzi, verificare i feedback di altri utenti. EBay ha fatto scuola, presto seguita da Amazon, poi Trip Advisor, AirBnB eccetera. Tanto le indagini di mercato quanto le recensioni, peraltro, si prestano a manipolazioni che possono quantomeno deludere le aspettative.

Le PMI che costellano il panorama produttivo italiano, del resto, sono pressoché invisibili sul web e tantomeno riescono a farsi notare su piattaforme distributive i cui costi di accesso non sono affatto trascurabili, in termini di pratiche commerciali abusive. Di conseguenza, quando pure vi sia la volontà di investire qualcosa per provare a emergere nella realtà digitale, l’obiettivo è raramente raggiunto.

IdentikEattrasparenza e storytelling in etichetta

Il progetto IdentikEat si rivolge in primis ai piccoli produttori di grande qualità. Vale a dire a quelle imprese agricole ealimentari radicate sul territorio che hanno valori da esprimere e raccontare, grazie al megafono 4.0 offerto da questo sistema, in grado di connettere i consumAttori a filiere etiche con pochi gesti sullo smartphone.

L’idea nasce da Enzo Notaristefano, giovane bocconiano con trascorsi in USA che ha deciso di tornare alla sua terra e cercare il modo di valorizzare le produzioni dell’azienda agricola bio di famiglia, la quale si trova in località amena ma soffre lo stigma della provincia di appartenenza, la Taranto ormai nota alle cronache solo per l’inquinamento ambientale.

Bisogna dunque raccontare le imprese con immagini e gesti, mostrare il lavoro sui campi e negli opifici, condividere. Condividere anche i dati concreti di tracciabilità, che IdentikEat digitalizza nel modo più semplice, dalla piantumazione al prodotto finito, dai quaderni di campagna ai registri dei lotti di produzione.

L’etichetta trasparente IdentikEat serve perciò a distinguere la pasta e i prodotti da forno realizzati col grano locale senza impiego di glifosate nei campi, la mozzarella vera che si produce con latte fresco rispetto a quella realizzata con cagliate congelate in arrivo dall’Est Europa. Oltreché a narrare le esperienze e le fatiche, le storie e i territori. Bisogna insomma superare quella ‘asimmetria informativa’ di cui si avvalgono i poteri forti per mantenere posizione, secondo il Nobel per l’economia Joseph Stiglitz.

Nei primi 6 mesi dal lancio, il progetto è stato avviato con la collaborazione di 40 aziende agroalimentari, che hanno trovato il coraggio di mettersi in gioco, superando la difficoltà di inserire i dati sulla piattaforma anziché sui vecchi registri, cartacei e non. Servirebbe ora il volano di una catena della GDO che intenda abbracciare IdentikEat – senza pretese di esclusiva – per offrire garanzie e storytelling sulle proprie linee di prodotti a marchio dedicato al Bel Paese.

Dario Dongo

Note

(1) Cfr.reg. CE 178/02, testo consolidato, articolo 18. Per un esame approfondito dei requisiti di tracciabilità definiti nella legislazione europea e in quella nazionale, in relazione alla generalità dei prodotti e a loro singole categorie, si fa rinvio al nostro ebook gratuito ‘Sicurezza alimentare, regole cogenti e norme volontarie’, su https://www.greatitalianfoodtrade.it/libri/sicurezza-alimentare-regole-cogenti-e-norme-volontarie-il-nuovo-libro-di-dario-dongo

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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