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TTIP, via libera dell’Europa ai nuovi negoziati

TTIP, via libera dell’Europa ai nuovi negoziati. Tutto deve cambiare affinché nulla cambi, sotto il ‘governo del cambiamento’, alias il Gattopardo. E la tanto agognata ‘sovranità dei popoli’, i diritti e i doveri previsti dalle nostre Carte costituzionali cederanno il passo al dogma neoliberista che impone l’abolizione di qualsivoglia ostacolo all’impero del business. In pericolo ambiente e biodiversità, diritti dei lavoratori, sopravvivenza delle imprese e filiere locali. Non ultime, salute pubblica e sicurezza alimentare.

TTIP, ‘the never ending story

A luglio 2013 i negoziati per un Trattato commerciale di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti (Transatlantic Trade and Investment Partnership, TTIP) prendevano inizio, sotto segreto tombale su campo di applicazione e contenuti. Con il dichiarato obiettivo di aumentare il commercio e gli investimenti tra UE e USA, eliminando gli ostacoli agli scambi, tariffari e non.

Nel 2017 Donald Trump, appena insediato, dava seguito ai proclama elettorali e con il motto ‘America first’ dichiarava l’intenzione di bloccare i negoziati già prossimi alla definizione, nel segreto dell’inespugnabile ‘data room’. Un respiro di sollievo sulle due sponde dell’Atlantico, a fronte della diffusa angoscia su possibili risvolti negativi in termini di sopravvivenza delle imprese locali e dei posti di lavoro.

Il 15.4.19 il Consiglio UE – con il solo voto contrario della Francia, certo utile a fini elettorali interni ma non alla causa – ha approvato l’avvio di una nuova stagione di negoziati con gli USA. I comunicati stampa riferiscono a un ‘mini-accordo’, blandito con l’emblematico quanto ciarlatano esempio di ipotetici aumenti di prezzo sui jeans Levi’s (le cui fabbriche si trovano nei 5 continenti).

La Commissaria Cecilia Malström ha già dichiarato la volontà di definire l’accordo – ma quale accordo? – prima del tanto atteso scadere della Commissione guidata da Jean-Claude Juncker. Assiduo frequentatore del Bilderberg e membro della Commissione Trilaterale (fondata da David Rockfeller nel 1973). Oltreché gran maestro di trattati tossici, clausole arbitrali che consentono alle imprese di citare in giudizio gli Stati e le istituzioni sovranazionali (ISDS, Investor-State Dispute Settlement), garanzie di impunità delle Corporation.

La petizione #StopISDS, #StopCorporateImpunity, #BindingTreaty riconferma la propria attualità. Invitiamo tutti i lettori a sottoscriverla e a diffondere la propaganda per affermare in sede ONU i diritti delle persone e le regole per le multinazionali, seguendo il link https://stop-ttip-italia.net/diritti-per-le-persone-regole-per-le-multinazionali/.

Il ‘governo del cambiamento’, alias il Gattopardo

Il ‘governo del cambiamento’ si era a suo tempo impegnato a fermare i trattati neoliberisti, sventolando la bandiera giallo-verde della sovranità del popolo italiano. Salvo poi il ministro per lo sviluppo economico Luigi Di Maio, non appena insediato, dichiarare il proprio assenso alla firma dell’accordo di partenariato UE-Giappone (JEFTA). Così ora, il ministro Gian Marco Centinaio si dichiara a favore della ratifica del CETA, il trattato tossico UE-Canada. In piena continuità, si noti bene, con i governi Renziloni.

Per quanto concerne Ceta, MESChina, TTIP e trattati di medesimo tenore intendiamo opporci in tutte le sedi, in quanto determinano un eccessivo affievolimento della tutela dei diritti dei cittadini, oltre ad una lesione della concorrenza virtuosa a scapito della sostenibilità del mercato interno’ (‘Contratto per il governo del cambiamento, capitolo 29 – Unione Europea).

Il vice premier Matteo Salvini, giova rammentare, aveva definito il TTIP ‘un tentativo di genocidio dei popoli europei (…) un trattato criminale che solo dei matti potrebbero avallare’. (1) In barba alle false promesse di ‘cambiamento’ e a chi vi ha creduto. Rimane solo da chiedersi chi siano i ‘matti’ che ‘potrebbero avallare’ questo ‘trattato criminale’ (ipse dixit).

TTIP, negoziati sotto minaccia di estorsione 

Il  9.4.19 Donald Trump ha minacciato di imporre nuovi dazi, per un valore complessivo stimato in 11 miliardi di dollari, sulle importazioni di prodotti europei (ivi compresi quelli agroalimentari). Vale la pena al proposito ricordare le parole della commissaria Cecilia Malmström, secondo cui ‘non ci faremo ricattare e non negozieremo con qualcuno che ci punta una pistola alla testa’. (1) L’Europa avvia dunque i nuovi negoziati ‘con una pistola alla tempia’, come lucidamente annotato da Monica di Sisto, portavoce della Campagna #STOPTTIP_Italia. (2)

Il delitto di estorsione, nel codice penale italiano, si configura quando ‘chiunque, mediante violenza minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno’. Ed è aggravato, tra l’altro, quando commesso da più persone’. (3) Ma la sovranità, come è chiaro, è da lungo tempo perduta.

È proprio la minaccia di un fatto ingiusto – come appunto, l’imposizione arbitraria e unilaterale di dazi sulle importazioni (la cui legittimità è dubitabile anche in sede WTO) – a offrire sponda alla Commissione europea. Per presentare il trattato come ‘il minor male’ e anzi ‘la strada da seguire’, in modo da restituire fiato all’economia del vecchio continente, già strangolata dalla ‘shock economy’. Definita appunto come ‘panacea tattica del capitalismo contemporaneo: indurre uno stato di shock politico, sociale o economico per effettuare un cambiamento rapido, permanente ed irreversibile nella società’. (4) Per evitare i dazi, l’Europa dovrebbe quindi ‘facilitare le esportazioni USA’. E con esse, evidentemente, le rispettive norme di produzione. (5)

Nel settore agroalimentare, ciò significa esporre le produzioni europee alla concorrenza di merci realizzate a costi ben inferiori, nella sostanziale asimmetria delle regole americane. Laddove i bovini sono gonfiati con ormoni di sintesi e le carni avicole decontaminate in soluzioni di cloro. Animali clonati e vegetali OGM sono privi di tracciabilità e trasparenza, pesticidi venefici ammessi anche in fase post-raccolta, additivi alimentari a volontà senza preventiva autorizzazione al loro impiego sulle varie categorie di prodotti.

Cecilia Malmström promette comunque che sarà fatto ‘tutto il possibile’ per concludere l’accordo. Mentre Emmanuel Macron fa buon viso a cattivo gioco, sì da recuperare popolarità dopo le proteste che hanno portato i ‘gilets jaunes‘ per mesi sulle piazze.‘Una buona discussione sui commerci. può essere fatta solo su una base reciproca equilibrata, e in nessun caso sotto minaccia’. (5)

TTIP, il nuovo che avanza

Il Consiglio UE ha conferito mandato negoziale, alla Commissione europea, (6) in relazione a due accordi che riguardano:

  • eliminazione delle barriere tariffarie sulle merci industriali, con esclusione dei prodotti agroalimentari. (7) Con espressa previsione di una clausola arbitrale che consentirà anche ai privati di agire nei confronti degli Stati e le pubbliche amministrazioni, nello stile ISDS (‘an effective and binding dispute settlement mechanism to ensure that the Parties observe mutually agreed rules’). (8) 
  • rimozione delle barriere non tariffarie agli scambi mediante introduzione di ‘verifiche di conformità’. Disapplicare cioè le procedure di autorizzazione stabilite a tutela di salute pubblica e ambiente (in tema di sicurezza chimica, biologica e microbiologica, ad esempio) su beni e servizi in arrivo dagli USA. (9) A tal uopo, è prevista l’istituzione di un organismo di ‘cooperazione regolatoria’.

Per barriere tariffarie si intendono i dazi sulle importazioni e altre misure di effetto analogo, come l’attribuzione a determinati prodotti di codici doganali diversi rispetto a quelli applicati a identiche merci nazionali. Le barriere non tariffarie (TBT, Technical Barriers to Trade) possono venire individuate, viceversa, in una pluralità di misure adottate dai singoli Paesi o loro formazioni internazionali per regolamentare i mercati, proteggere i consumatori o altre risorse. 

Il vero pericolo per i cittadini e consumatori europei è l’accordo sulle barriere non tariffarie. Poiché con esso si abiura la sovranità dei Paesi e delle amministrazioni locali di imporre regole a tutela di ambiente e biodiversità, diritti dei lavoratori, salute pubblica, sicurezza alimentare e di altri prodotti. E il mandato, si noti bene, non prevede alcuna limitazione e perciò si applica anche ai prodotti agricoli e alimentari. (10) 

Il disastro è in arrivo. Il mandato negoziale, in questo caso come nei precedenti, neppure accenna al principio di precauzione su cui il diritto europeo si basa. Saremo così costretti ad accogliere – anche negli appalti pubblici – beni e servizi realizzati in difetto delle regole a presidio di ambiente e sicurezza, in condizioni di dumpingrispetto alle produzioni europee che vi sono invece soggette. Con l’aggravante di non poter neppure sottoporre questo ennesimo trattato tossico alla preventiva ratifica dei parlamenti nazionali, poiché esso non prevede clausole relative agli investimenti. 

Neppure Greta Thunberg potrà salvarci. È tardi per pretendere il rispetto del programma del ‘governo del cambiamento’, poiché il Gattopardo – proprio come avrebbero fatto i burattini oggi all’opposizione – ha già eseguito gli ordini di Washington. Da ultimo inaspriti con la minaccia militare libica e l’embargo petrolifero iraniano. Ci rimangono solo la speranza e l’occasione di votare per il bene, tutti i giorni, con le nostre scelte responsabili di consumo. #IoVotoColPortafoglio, filiere eque e sostenibili.

Dario Dongo e Giulia Torre

Note

(1) https://www.spiegel.de/international/europe/eu-commissioner-cecilia-malmstroem-on-u-s-trade-war-a-1208532.html

(2) http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/05/11/salvini-ttip-criminale-renzi-indegno-come-hollande_f1b75659-3259-4105-94ed-9253b3dcf048.html

(3) Cfr. codice penale della Repubblica italiana, articoli 629 e 628 comma 3 punto 1

(4) V. Naomi Klein, ‘Shock economy. L’ascesa del capitalismo dei disastri’ (BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 2008)

(5) https://www.euractiv.com/section/economy-jobs/news/macron-not-in-favour-of-ttip-type-us-eu-deal/

(6) http://dsms.consilium.europa.eu/952/Actions/Newsletter.aspx?messageid=31242&customerid=14788&password=enc_3042424145364637_enc

(7) Sono esclusi i prodotti di cui all’Allegato I del ‘WTO Agreement on Agriculture’. Vale a dire, in prevalenza, i beni che rientrano nei capitoli 1-24 del ‘Sistema Armonizzato’ di nomenclatura per la classificazione dei prodotti. Sono inclusi, ad esempio, animali vivi, carne, latticini, uova, miele, prodotti di origine animale, piante, frutta, caffè, bevande, tabacco Sono invece esclusi i prodotti ittici

(8) https://www.consilium.europa.eu/media/39181/st06052-ad01-en19.pdf

(9) https://www.consilium.europa.eu/media/39179/st06053-ad01-en19.pdf ‘The objective of the negotiation is to facilitate trade between the EU and the US through the development of streamlined processes to ease the recognition of conformity assessment results that confirm compliance of products with a party’s technical regulations

(10) La  stessa Politica Agricola Comune (PAC) potrebbe venire qualificata come una barriera non tariffaria, nelle parti in cui il legislatore europeo ha deciso di indirizzare le filiere agro-alimentari del vecchio continente verso una direzione eco-logica, rispettosa dell’ambiente e del benessere animale.

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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Laureata in giurisprudenza, master in European Food Law, si occupa di legislazione agro-alimentare, veterinaria, agricola. Dottoranda alla Scuola per il Sistema Agroalimentare AGRISYSTEM, Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi in materia di novel food.

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