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Desertificazione e degrado dei suoli, la ricerca e innovazione di PRIMA

PRIMA – la partnership tra 19 Paesi dell’Europa e il Mediterraneo su ricerca e innovazione – è impegnata in vari progetti di contrasto alla desertificazione e il degrado dei suoli. Un fenomeno che già ora, a livello planetario, si ripercuote sulle vite di 3,2 miliardi di persone e minaccia il sostentamento delle generazioni che verranno.

1) Desertificazione e degrado dei suoli

La desertificazione è una delle più enormi sfide che l’umanità si trova oggi ad affrontare. (1) Essa comporta l’espansione dei deserti che già esistono, ma anche il degrado e l’impoverimento di suoli un tempo fertili. Dai quali dipendono il 95% circa della produzione alimentare globale, il 25% della biodiversità e una serie di servizi ecosistemici. Tra questi l’assorbimento del carbonio mediante produzione di biomasse, la purificazione delle acque tramite filtraggio dei contaminanti, il controllo dei parassiti.

1.1) Cause principali

Il degrado del suolo tende a essere irreversibile, poiché servono circa 1.000 anni per formare un solo centimetro di suolo superficiale. Ed è essenzialmente dovuto a diversi fattori antropici, con impatto:

– diretto, su erosione del suolo e riduzione della capacità dei terreni di assorbire acqua e materia organica. Deforestazioni, (2) agricoltura convenzionale (con uso di pesticidi, erbicidi, fungicidi, fertilizzanti azotati. V. nota 3), pascoli e allevamenti intensivi, pratiche insostenibili di irrigazione,

– complessivo, sull’ecosistema. Ci si riferisce ad attività industriali e altre fonti di emissioni di gas serra, che a loro volta incidono su emergenza climatica e condizioni meteorologiche estreme (siccità, allagamenti e inondazioni, incendi).

1.2) Allarme siccità

L’allarme siccità è scattato nel 2022 anche in Francia e in Italia, rispettivamente i primi Paesi in UE per volumi e redditività delle produzioni agricole. Oltre ad affliggere altri Paesi europei che affacciano sul Mediterraneo, quali Spagna, Portogallo, Grecia, Croazia, Cipro e Malta.

Il 28% del territorio italiano risulta a rischio desertificazione (ISPRA). Con ulteriori effetti, in alcune zone d’Italia, su abbassamento delle falde e la salinizzazione delle acque. La carenza di piogge ha già costretto numerosi Comuni al razionamento dei consumi di acqua potabile, cui potrebbe seguire quello delle acque agricole (4,5).

1.3) Effetti

Uno dei principali effetti della desertificazione è il calo di produttività delle coltivazioni, che può condurre a carenza di cibo e inflazione dei prezzi. Oltre ad aggravare il cambiamento climatico globale, per via del rilascio di carbonio e protossido di azoto dai terreni degradati. La crisi di sicurezza degli approvvigionamenti alimentari – c.d. food security (6) – è altresì causa di instabilità sociale e migrazioni forzate.

Il Mediterraneo già versa in una situazione molto grave. ‘Un terzo della terra è già degradato nella regione mediterranea. Questa tendenza è in continuo aumento: quasi tutti i tipi di terreno in quest’area possono essere minacciati dal processo di desertificazione.’ Perdita di biodiversità, ma anche ’una vera e propria sfida socio-economica che potrebbe compromettere la sicurezza alimentare della regione e portare a malnutrizione, carestie e migrazioni’ (Fabrice Dentressangle, PRIMA, Project Officer).

2) PRIMA, ricerca e innovazione nell’area mediterranea

PRIMA è l’iniziativa lanciata da 19 Paesi euro-mediterranei – dei quali 11 Stati membri UE (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna) e 8 extra-UE (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia) – per la creazione di un programma europeo congiunto di ricerca e innovazione sui temi di ‘water management and provisions and agro-food systems in the Mediterranean Region’.

Una partnership costituita in base all’Articolo 185 TFUE, che prevede la
partecipazione a programmi di ricerca di lungo termine, per la cooperazione tra Stati membri, associati e loro partner. Con il macro-obiettivo di sviluppare soluzioni innovative per migliorare la produzione agroalimentare e la gestione delle risorse idriche, in questo caso nell’area mediterranea. E contribuire così a risolvere i problemi più gravi che attualmente si riscontrano nei settore di alimentazione, salute, benessere e migrazione.

2.1) Tre aree-chiave

Il programma PRIMA si concentra quindi su tre principali aree tematiche. Gestione delle acque, sistemi agricoli, catena del valore nelle filiere agroalimentari.

2.2) PRIMA, le azioni contro la desertificazione

Affrontare la desertificazione e il degrado dei suoli richiede un intervento coordinato che comprenda varie soluzioni a diversi livelli. Dalla scala batterica a quella ecosistemica, alla geologia del suolo al ciclo idrologico, con attenzione al contesto socio-economico per meglio comprendere e mitigare il fenomeno nella sua ampiezza, con la collaborazione tra tutti gli attori (politici, gestori del territorio, agricoltori e scienziati).

PRIMA sostiene quindi diversi progetti che propongono soluzioni alla desertificazione e al degrado del suolo attraverso progetti di ricerca che prevedono azioni concrete sul campo. (7) Alcuni di questi progetti incoraggiano pratiche di prevenzione del degrado del suolo, concentrandosi sulla sperimentazione di tecniche alternative e la diffusione di buone pratiche tra le comunità di agricoltori per rendere l’agrosistema più resiliente.

Le pratiche agronomiche si basano sui principi dell’agroecologia (8) e l’agricoltura conservativa, volte a migliorare la disponibilità di acqua e materia organica nel suolo, così da proteggerlo da erosione e/o salinizzazione. Oltreché soluzioni basate sulla natura e la valorizzazione della biodiversità locale. (9)

3) CAMA. Conservation Agriculture in the Mediterranean Area

CAMA è un progetto di ricerca, in ambito di PRIMA, volto a comprendere e superare le barriere che impediscono l’adozione dell’agricoltura conservativa nel bacino del Mediterraneo. Questo sistema di coltivazione si basa su una lavorazione minima del terreno, la copertura del suolo con residui colturali e la rotazione delle colture.

La gran parte dei suoli del Mediterraneo ha un basso contenuto organico a causa della scarsa disponibilità di acqua, le alte temperature e l’intensità delle lavorazioni. In queste condizioni, l’agricoltura conservativa potrebbe ridurre il rischio di degrado del suolo e migliorare l’efficienza nell’uso di acqua e nutrienti, per meglio sostenere l’agricoltura contadina grazie a rese più stabili.

L’agricoltura conservativa, molto diffusa in in Sud America, è invece ancora marginale nell’area mediterranea. 2% della SAU (superficie agricola utilizzata) nei Paesi UE e 0,8% in quelli africani. Il progetto CAMA mira a superare le criticità derivanti dalla carenza di macchinari (per la semina diretta) e di conoscenze tecniche, le difficoltà nel gestire i residui colturali e la competizione con altri utilizzatori di residui, la scelta delle colture per la rotazione.

4) Mara Mediterra. Safeguarding the livelihood of rural communities and the environment in the Mediterranean through nature-based solutions

Mara-Mediterra si concentra invece sulla creazione di un ecosistema aperto all’innovazione, per dimostrare l’importanza e l’efficacia delle soluzioni basate sulla natura nella gestione agroambientale e lo sviluppo socioeconomico delle aree rurali mediterranee.

Gli agricoltori di tutto il Mediterraneo esprimono sempre più spesso la loro preoccupazione per l’accesso sempre più ridotto a risorse d’acqua dolce sufficienti per l’irrigazione e il graduale degrado della qualità del suolo. Allo stesso tempo, l’attenzione dell’opinione pubblica viene ripetutamente richiamata sull’impatto del cambiamento climatico come causa principale del degrado dei terreni e delle acque. Ma spesso non si presta sufficiente attenzione agli impatti negativi degli interventi umani’ (Vasileios Takavakoglou, coordinatore di Mara-Mediterra). (10)

Il progetto si rivolge direttamente agli agricoltori attraverso i laboratori viventi realizzati in Algeria, Egitto, Grecia, Libano e Turchia. Ove verranno dimostrati i benefici delle soluzioni basate sulla natura, come l’agricoltura biologica, la pacciamatura, il sovescio e il terrazzamento dei campi. Insieme a soluzioni verdi come l’imboschimento basato su micro-ecosistemi, l’allocazione dinamica dell’acqua e le zone umide acquaponiche.

5) Ripristino di terreni degradati

PRIMA finanzia anche progetti tesi al ripristino di terreni già degradati. Una delle possibili soluzioni è la coltivazione di specie o varietà adattate alla salinità, che possono sopravvivere meglio in condizioni di siccità. Un’altra opzione è applicare i principi dell’economia circolare, come il riciclo e il compostaggio per arricchire il suolo e renderlo più sano e resiliente.

5.1) HaloFarMs. Development and optimization of halophyte-based farming systems in salt-affected Mediterranean soils

Halofarms affronta il problema dell’elevata salinità del suolo. L’area mediterranea ha sofferto per la diminuzione delle precipitazioni, l’aumento della temperatura e l’innalzamento del livello del mare. Le aree coltivabili sono così diminuite. Ma combattere la desertificazione significa anche elaborare strategie efficaci per ridurre al minimo l’impatto negativo della salinità.

Obiettivo generale di Halofarms è sviluppare e ottimizzare un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente, basata sulla coltivazione di alofite, piante tolleranti al sale perciò in grado di crescere su terreni ad alta salinità. Per contribuire al ripristino dei terreni degradati si ruotano le colture di alofite e pomodori, i cui primi produttori al mondo sono Turchia, Egitto, Italia e Spagna. Piantare alofite ha un ruolo importante per migliorare la produttività del suolo, attraverso un sistema di consociazione che consente di risparmiare il consumo di acqua e allo stesso tempo aggiungere valore economico alle rese del pomodoro.

5.2) Isferalda. Improving soil fertility in arid and semi-arid regions using local organic date palm residues

Isferalda applica i principi dell’economia circolare per affrontare la desertificazione nel Nord Africa, mediante riciclo dei residui della palma da dattero. Questo frutto rappresenta la principale fonte di reddito per gli agricoltori nelle oasi, ma produce un’elevata quantità di rifiuti agricoli che vengono in prevalenza destinati a rifiuto. Il progetto mira quindi a riciclare i residui della palma da dattero e convertirli in un ammendante organico, per migliorare le proprietà e la fertilità del suolo. Sulla base delle produzioni tradizionali, Isferalda tende a migliorare i processi, la qualità dei prodotti e la loro adeguatezza alle esigenze sia delle piante locali, sia della composizione del substrato. La diffusione di questi ammendanti organici potrebbe migliorare le proprietà del suolo, contrastando così il degrado del suolo e riducendo la desertificazione.

#SDG1no poverty. #SDG2, zero hunger. #SDG3, good health and well-being. #SDG12, sustainable production and consumption. #SDG13, climate action. #SDG15, life on earth. #sdgs2030

Dario Dongo e Giulia Torre

Immagine di copertina da Luisiana Gaita. Crisi idrica e razionamento dell’acqua: “Non possiamo più permetterci sprechi”. Le tecniche per l’agricoltura e quelle per creare delle riserve: cosa si può fare. Il Fatto Quotidiano. 12.6.22

Note

(1) Dario Dongo. Giornate mondiali su desertificazione e rifugiati, arido bilancio. GIFT (Great Italian Food Trade). 19.06.2019,

(2) Dario Dongo. Due diligence e deforestazioni, stop alle importazioni di derrate insostenibili. Proposta di regolamento UE, l’ABC. GIFT (Great Italian Food Trade). 06.03.2022,

(3) Dario Dongo. #SalviamoLeApi, la società civile chiede una vera transizione ecologica senza pesticidi in UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 17.06.2022

(4) Andrea Zaghi. Allarme acqua in mezza Italia: stop agli sprechi. E il delta del Po sa di sale. Avvenire. 17.6.22,

(5) Cristiano Riciputi. Ancora mezzo metro di acqua, poi sarà la catastrofe. Freshplaza. 15.6.22,

(6) Dario Dongo. Food security, tesi e antitesi del Parlamento europeo. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.03.2022,

(7) https://prima-med.org/desertification-the-mediterraneans-invisible-enemy/

(8) Marta Strinati. Agroecologia, 6 sistemi a confronto. I vantaggi del bio per gli agricoltori. Analisi. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.08.2020,

(9) Dario Dongo, Paolo Caruso. Biodiversità in agricoltura, miscugli varietali di frumento e pane bio di alta qualità. Ecosistemi, salute e gusto. GIFT (Great Italian Food Trade). 11.02.2022,

(10) In Turchia, ad esempio, la diga delle Gole ha causato il prosciugamento del lago Marmara, un tempo hotspot di biodiversità di fama mondiale. In Libano, gli incendi provocati dall’uomo hanno provocato la scomparsa di intere foreste nella zona montuosa di Al-Atika.

Laureata in giurisprudenza, master in European Food Law, si occupa di legislazione agro-alimentare, veterinaria, agricola. Dottoranda alla Scuola per il Sistema Agroalimentare AGRISYSTEM, Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi in materia di novel food.

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