HomeProgressoDeforestazioni e import di commodities insostenibili. Consultazione pubblica sulla strategia UE

Deforestazioni e import di commodities insostenibili. Consultazione pubblica sulla strategia UE

Il Parlamento europeo, con risoluzione 22.10.20, ha chiesto alla Commissione di adottare misure rigorose sull’import di commodities collegate alle deforestazioni. L’UE deve farsi carico delle proprie responsabilità nel degrado ambientale causato da propri partner commerciali nei Paesi terzi e affermare una strategia efficace per la tutela delle foreste e della biodiversità. È ora in corso una consultazione pubblica sull’argomento.

One Disease

La domanda internazionale di materie prime agricole insostenibili ha un impatto diretto sulla salute di ambiente, animali e piante. One Disease, in contrapposizione al paradigma One Health promosso dalla WHO (World Health Organization). Boschi e foreste tuttora coprono il 30% della superficie terrestre ma sono più che dimezzate, negli ultimi 60 anni, a causa soprattutto di incendi e deforestazioni (1).

La deforestazione è anche la principale causa di estinzione degli animali. In soli ultimi 50 anni ben il 58% delle specie vertebrate è scomparso per queste causa. (2). Con gravi danni anche alle popolazioni indigene, vale a dire il 25% della popolazione globale, le quali ancora oggi traggono il proprio sostentamento dall’interazione con la natura. (3)

Meno foreste, più deserto

La tutela delle foreste è cruciale per prevenire la desertificazione e a preservare i corsi d’acqua anche a migliaia di chilometri di distanza. Gli altopiani etiopi alla sorgente del Nilo, a esempio, devono le precipitazioni all’umidità provocata dalle foreste del Congo. E neppure il rimboschimento basta a compensare la devastazione delle foreste primarie, per diverse ragioni.

Le deforestazioni di aree che costituiscono grandi riserve di carbonio (High Carbon Stock) causano emissioni di gas serra destinate a protrarsi per 7-8 decenni. E l’impatto ambientale della conversione dei terreni – per uso agricolo, nell’80% delle superfici interessate – è irreparabile come la perdita di habitat e biodiversità. (4) Il Parlamento europeo intende proporre le foreste primarie quale patrimonio UNESCO per garantirne la tutela effettiva e globale. (5)

Deforestazioni targate UE

L’Unione Europea è  il primo importatore globale di materie prime correlate a deforestazioni e degrado ambientale. Olio di palma, soia, caucciù, carni bovine e pellame dal Sud America, mais, cacao e  caffè, oltre a legname, eucalipto, cotone, canna da zucchero, colza e gamberetti allevati in mangrovie. Si stima che tra il 1990 e il 2008 l’UE abbia contribuito al 10% del consumo globale di colture associate alla deforestazione nei Paesi di origine, ‘consumando’ una superficie di foresta pari a quella del Portogallo. (6)

Il territorio europeo a sua volta ospita il 5% delle foreste del pianeta e soltanto qui si è in effetti registrata, negli ultimi trent’anni, una timida ripresa. (7) Già al di fuori dei confini UE, ancor peggio nelle aree tropicali, le deforestazioni viceversa avanzano rapidamente, a un ritmo quasi raddoppiato in Brasile sotto la guida di Jair Bolsonaro. (8)

Commissione europea, i buoni propositi

La comunicazione 23.7.19 della Commissione europea aveva ipotizzato cinque velleitarie ‘priorità’, per ‘salvaguardare le foreste’ del pianeta:

– incoraggiare il consumo in UE di prodotti con supply chain ‘senza deforestazione’. Senza tuttavia considerare i rischi di greenwashing e omertà, già ampiamente dimostrato nella filiera dell’olio di palma auto-certificato RSPO,

– cooperare con i Paesi produttori. Trascurando gli attacchi diplomatici e le rivendicazioni di Indonesia e Malesia a nascondere i dati sulle loro produzioni di olio di palma, che rappresentano circa l’80% della produzione globale,

– promuovere la cooperazione internazionale, per arrestare le deforestazioni e incoraggiare il ripristino degli habitat naturali,

– finanziare l’utilizzo ‘sostenibile’ dei suoli nei Paesi terzi,

– supportare le informazioni sulle foreste e le catene di approvvigionamento, sostenere ricerca e innovazione. (9)

La strategia dell’Unione Europea, secondo il Parlamento, deve però venire integrata con misure vincolanti per gli operatori del settore, nella consapevolezza del ruolo dell’Europa – tuttora la prima area di scambi di commodities agricole sul pianeta – e dell’impatto globale delle sue decisioni al riguardo.

Parlamento europeo, misure vincolanti

La risoluzione 20.10.20 del Parlamento europeo esprime una determinazione nuova, che senza dubbio risponde alla sensibilità ambientale dei cittadini così come agli interessi delle filiere agroalimentari virtuose. Le parole e le autocertificazioni di comodo non bastano, bisogna responsabilizzare i trader e gli utilizzatori delle commodities agricole d’importazione extra-UE,  e introdurre limiti invalicabili alle importazioni di derrate insostenibili.

I Sustainable Development Goals (SDGs) in Agenda ONU 2030, l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici (2015) e lo European Green Deal (2019) non potranno mai venire raggiunti senza adottare misure adeguate agli scopi e vincolanti per gli operatori. (10) In attesa, aggiungiamo noi, di una Costituzione per la Terra.

Soia OGM

L’assemblea di Strasburgo si è soffermata sulle numerose obiezioni degli eurodeputati e della società civile all’importazione di alimenti e mangimi OGM, soia OGM soprattutto. Evidenziando finalmente – come già dimostrato nel nostro ebookOGM, la Grande Truffa’ – come la quasi totalità delle colture in questione, ivi incluse le NBTs (New Breeding Technicques) – siano state geneticamente modificate al preciso scopo di resistere a erbicidi ad ampio spettro (es. glifosate, glufosinate, dicamba). Con la conseguenza di favorire l’abuso di agrotossici, già registrato in vari studi scientifici.

La soia OGM rappresenta quasi la metà delle importazioni in UE di derrate connesse alle deforestazioni e incide in misura drammatica sull’impronta di carbonio del Vecchio Continente, che così supera la carbon footprint della Cina, in misura del +13,8%. Sebbene la Repubblica Popolare Cinese sia il Paese più popoloso, nonché il primo importatore di soia al mondo. La leadership negativa dell’Europa, sotto tale aspetto, è in questo caso dovuta ai suoi fornitori brasiliani e argentini di soia OGM. (11)

Sostenibilità in agricoltura

La produzione e il consumo di proteine di origine vegetale devono venire incentivati mediante  promozione di colture che fissano l’azoto come le leguminose, nell’ambito dei piani strategici della PAC 2021-2027. Rotazioni colturali, condizionalità, schemi ecologici e misure agroambientali, redditività. (12)

La zootecnia deve a sua volta migliorare in termini di sostenibilità, anche attraverso la riduzione della dipendenza da materie prime per mangimi (soia OGM in primis). Ed è a tal fine indispensabile, aggiungiamo noi, portare avanti la ricerca in Europa su nuove fonti proteiche eco-logiche. ( 13)

Certificazioni inidonee

Le certificazioni adottate dalle Corporation per auto-accreditare alcune loro filiere – es. RSPO, Roundtable for (un)Sustainable Palm Oil – sono evidentemente inidonee ad arrestare gli ecocidi tuttora in corso. Oltre a risultare inattendibili, come dimostrato in diversi studi scientifici tra cui si citano quelli della Zoological Society of London (2017, v. https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/olio-di-palma-rapina-delle-terre-e-deforestazioni-un-milione-di-ettari-sfugge-ai-registri-di-rspo-denuncia-la-zoological-society-of-london) e della Tomsk State University (Cazzola Gatti et al., 2018, 2020. V. https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/olio-di-palma-insostenibile-la-scienza-conferma).

Bisogna introdurre perciò misure vincolanti e affermare la responsabilità degli operatori a valle – importatori in UE e loro clienti, nell’industria di trasformazione come nella distribuzione all’ingrosso e al dettaglio – sulla sostenibilità sociale e ambientale delle commodities da essi  trattate. Il consumatore europeo deve essere a sua volta informato sulla base di criteri oggettivi e certificazioni indipendenti di parte terza, secondo i criteri adottati da ISO (es. ISO 14000, ISO 20400:2017).

Tracciabilità ecologica, divieti e sanzioni

La sostenibilità dei prodotti potrebbe venire garantita mediante la tracciabilità degli stessi in chiave ecologica, magari anche con il supporto di sistemi di blockchain pubblica. In questo modo si potrebbero incentivare filiere sostenibili ed  eque, tenuto anche conto degli interessi delle imprese etiche di dimensioni piccole e medie nei Paesi a basso e medio reddito (LMIC, Low and Middle Income Countries) a esportare le loro derrate in UE. (14)

Una svolta radicale e ambiziosa viene dunque richiesta dal Parlamento europeo alla Commissione. È necessario elaborare una proposta di regolamento che vieti e sanzioni l’introduzione nel mercato interno di prodotti e/o materie prime che comportino rischi per le foreste e gli ecosistemi. Applicando altresì sanzioni nei confronti delle banche e altri enti operativi in UE che finanzino attività coinvolte nelle filiere insostenibili.

Dichiarazioni ambientali e due diligence

Gli schemi di certificazione ora in uso, come si è visto, sono estremamente variegati. Nella gran parte dei casi non si tratta di standard internazionali ma di schemi privati costruiti ad hoc, che si rivelano essere mere operazioni di greenwashing. O ancora peggio, autocertificazioni prive di alcun significato come i Code of Conduct che la stessa Commissione europea sta ora proponendo alle rappresentanze di filiera, in vista dello UN Food Systems Summit 2021.

Il regolamento sul legname (reg. UE 2017/821), nella parte che attiene ai requisiti di due diligence, rappresenta un valido modello di riferimento per una disciplina uniforme delle dichiarazioni ambientali. Le quali devono essere obbligatorie e considerare la supply-chain nella sua interezza, anziché venire limitata a singole fasi o processi. Tali informazioni dovranno altresì venire sottoposta alla disciplina delle pratiche commerciali sleali (direttiva 29/2005/CE, recepita in Italia con il d.lgs. 206/05 e successive modifiche, c.d. Codice del Consumo). (15)

Mercosur e altri trattati

L’accordo Mercosur è stato (falsamente) presentato come un accordo ambizioso ed equilibrato, capace di creare importanti opportunità di crescita sostenibile per entrambe le parti. Accordi  di questo tipo dovrebbero però contemplare norme vincolanti per lo sviluppo sostenibile, anziché limitarsi a mere dichiarazioni di intenti. Non v’è dunque da stupirsi se, in assenza di garanzie sul rispetto di standard ambientali e sanitari, la Francia abbia ritirato la propria adesione all’accordo  con i Paesi del Mercosur a febbraio 2021. (16)

La società civile del resto, anche sull’altra sponda dell’Oceano, continua a denunciare come tale accordo abbia di fatto incentivato la deforestazione e gli investimenti dei latifondisti su enormi appezzamenti di terre sottratte con violenza alle comunità indigene e contadine locali, per aumentare le esportazioni di commodities agricole insostenibili nel Vecchio Continente. (17)

Fair trade

Le comunità contadine – con buona pace della United Nations Declaration on the Rights of Peasants and Other People Working in Rural Areas, adottata Il 19.11.18 – continuano a venire vessate da rapine delle terre (land grabbing) e sfruttamento. Con grave pregiudizio a sostenibilità alimentare, diritto al cibo e a un’esistenza dignitosa, possibilità di salvaguardare gli ecosistemi. () Serve perciò definire un quadro legislativo coerente alle esigenze di loro tutela, giuridicamente vincolante. (18)

Il modello fair trade deve perciò venire incentivato, quale paradigma di uno sviluppo sostenibile che non può trascurare i diritti umani fondamentali delle popolazioni, donne e bambini anzitutto.

Land grabbing 

Il diritto a un ambiente sano e salutare è un diritto universale dell’umanità, riaffermato tra l’altro nei Sustainable Development Goals (SDGs) 13 (climate action), 14 (life below water), 15 (life on land). Il Parlamento europeo chiede perciò agli Stati membri di sostenere il riconoscimento di tale diritto alla prossima assemblea generale dell’ONU. I difensori dell’ambiente e dei diritti delle comunità locali dovrebbero trovare nell’Unione Europea un sostenitore capace di intervenire e attivarsi efficacemente.

Le deforestazioni – dovute in prevalenza a politiche ambientali inadeguate,  carenza di governance e corruzione – si associano a rapine e conflitti sulle terre (land grabbing). L’Unione europea deve perciò includere la protezione dei diritti umani fondamentali (proprietà e diritti fondiari e dei lavoratori, anzitutto) all’interno del nuovo regolamento. (19)

Osservatorio permanente

L’attuale definizione di foresta non consente di distinguere in modo adeguato tra foreste naturali (primarie) e piantagioni forestali ove la funzione economica della foresta domini sulle sue altre funzioni. Questa confusione può distorcere la raccolta e analisi dei dati sullo stato delle foreste del mondo.

L’assemblea di Strasburgo chiede perciò di utilizzare nozioni specifiche, al preciso scopo di distinguere i diversi ecosistemi. E accoglie favorevolmente la creazione di un osservatorio forestale in grado di raccogliere dati e informazioni sia a livello europeo che globale. (20)

Consultazione pubblica

La strategia forestale dell’UE può venire declinata con modalità diverse, sulla base di scelte politiche alternative che la Commissione ha sottoposto a una consultazione pubblica estesa agli Stati membri e delle altre parti interessate.

La consultazione pubblica – disponibile online, su https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/12674-EU-Forest-Strategy – è rivolta anche ai cittadini, che potranno esprimere le proprie opinioni e istanze entro il 19.4.21.

‘One of the first conditions of happiness is that the link between man and nature shall not be broken’ (Leo Tolstoy)

Dario Dongo e Susanna Cavallina

Note

(1)  https://ec.europa.eu/environment/forests/deforestation.htm  Comunicazione dell’UE del 2019 sulla deforestazione e il degrado forestale

(2) https://www.wwf.ch/it/media/la-popolazione-di-vertebrati-si-e-ridotta-del-60-a-causa-delluomo

(3)  https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_19_4470 Comunicato stampa della Commissione europea del 23-7-2019

(4)  TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20,  General Remarks – Osservazioni generali par.7-8

(5)  TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20,  Communication and awareness raising – Comunicazione e sensibilizzazione par.81

(6) Study on the feasibility – Forests – Environment – European Commission (europa.eu)

(7) https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/105/l-unione-europea-e-le-foreste

(8)  TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20,  General Remarks – Osservazioni generali par.3

(9)  Deforestation – Forests – Environment – European Commission (europa.eu) Comunicazione dell’UE del 2019 sulla deforestazione e il degrado forestale

(10)  TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20,  General Remarks – Osservazioni generali par.11

(11)   TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20,  EU measures and policy coherence – Misure e coerenza polica euroee  par. 73

(12)  TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20,  General Remarks – Osservazioni generali par.12

(13)    TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20,  Mandatory rules based on due diligence – Regole vincolanti basate sulla due diligence  par.22

(14)  TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20, Voluntary third-party certification and labels, Certificazioni volontarie di terze parti, par. 18

(15) https://www.risoitaliano.eu/mercosur-parigi-dice-no/

Alberto Galvi. Francia. Niente firma agli accordi commerciali tra l’Unione Europea e il Mercosur. Notizie geopolitiche

(16)  Les accords Mercosur vus d’Amérique latine : 3 témoignages du Paraguay, de (…) – CCFD-Terre Solidaire (ccfd-terresolidaire.org)

(17)  O povo brasileiro passa fome: Bolsonaro nega auxílio ao campesinato para produzir alimentos – MST

(18)   TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20,  Forest management, research and innovation – Gestione forestale, ricerca e innovazione  par.104

(19)   TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20, Deforestation and human rights – Deforestazione e diritti umani, par. 63

(20)   TA (europa.eu)  Risoluzione dell’Europarlamento 22-10-20,    Definitions, Forest Data and monitoring – Definizioni, dati forestali e monitoraggio par. 82

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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