HomeMercatiUE - Mercosur, accordo tossico sul commercio

UE – Mercosur, accordo tossico sul commercio

Il 28.6.19 è stata raggiunta l’intesa politica sull’accordo di libero scambio tra UE e Mercosur (Mercado Común del Sur America). L’ennesimo trattato tossico messo a segno da Jean-Claude Juncker – dopo CETA, JEFTA e TTIP (in via di definizione) – con un gigante nell’export di commodities agroalimentari. Dettagli a seguire.

Mercosur – UE, introduzione

Mercosur – il Mercato Comune del Sud America – è stato istituito nel 1991 per dare vita a un area di libero scambio e un’unione doganale. I suoi membri sono Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Il Venezuela è stato sospeso il 5.8.17 con il pretesto di una sua ipotetica ‘anti-democraticità’ (a dispetto della conferma, da parte degli osservatori internazionali, della regolarità delle elezioni). L’Unione Europea, prima area di scambi di derrate agricole e alimentari, è il primo partner commerciale di spicco a concludere un accordo commerciale con questo blocco di Paesi.

780 milioni di persone subiranno, nel bene e nel male, gli effetti di tale accordo. In vista del consolidamento di relazioni politiche, oltreché economiche, tra i 32 Paesi coinvolti (il cui numero potrà aumentare, con l’estensione ad altri Paesi sud-americani che hanno ora il ruolo di osservatori). Il libero scambio è solo un tassello del più ampio accordo di associazione politica ed economica, sulle cui basi i negoziatori hanno già raggiunto un n fase di negoziazione tra l’UE e i paesi del Mercosur, composto da un pilastro relativo alla politica e alla cooperazione, su cui i negoziatori hanno già raggiunto un accordo generale nel giugno 2018 a Montevideo, e da un pilastro commerciale.

‘Con questo patto commerciale, che consentirà di risparmiare oltre 4 miliardi di euro di dazi all’anno, i paesi del Mercosur hanno deciso di aprirsi al commercio con l’UE e questa è ovviamente un’ottima notizia per le aziende, i lavoratori e l’economia su entrambe le sponde dell’Atlantico. Per questo si tratta del più grande accordo commerciale mai concluso dall’UE. Grazie all’intenso e paziente lavoro dei nostri negoziatori, questo accordo porterà anche risultati positivi per l’ambiente e per i consumatori, così da essere vantaggioso per tutti.’ (Jean-Claude Juncker, Presidente uscente della Commissione europea)

UE – Mercosur, l’accordo di libero scambio

E’ tuttora ignoto il contenuto integrale dell’accordo, di cui è stata solo divulgata una sintesi, in un documento di 17 pagine. (1) L’unica notizia certa riguarda l’abolizione della gran parte dei dazi doganali, che dovrebbero consentire alle industrie europee un risparmio stimato in 4 miliardi di euro l’anno. Il valore complessivo degli scambi è previsto raggiungere il quadruplo di quello stimato con il Giappone, a seguito dell’accordo JEFTA.

Il settore industriale più interessato in Europa è quello automobilistico, finora soggetto a dazi proibitivi (35 % sulle auto, 14-18 % su parti e ricambi). Oltre a quelli dei macchinari (ora soggetto a tributi che variano tra il 14 e il 20%), prodotti chimici (<18%) e farmaceutici (<14%), abbigliamento e calzature (35 %), tessuti (26%).

L’industria alimentare europea beneficerà di una drastica riduzione dei dazi tuttora elevati su cioccolato e dolciumi (20%), vini (27%), bevande alcoliche e analcoliche (20-35%). I prodotti lattiero-caseari saranno esentati dai gravosi tributi (28%) fino al raggiungimento di quote contingentate. I Paesi Mercosur riconosceranno tutela – con modalità non note – a 357 Geographical Indications (GIs) protette in Europa. Tra queste il Prosciutto di Parma e il Tiroler Speck (Austria), Fromage de Herve (Belgio) e Queijo S. Jorge (Portogallo), Comté (Francia), Polska Wódka(Polonia), Tokaji (Ungheria) e Jabugo (Spagna), Münchener Bier (Germania).

L’accordo copre inoltre appalti e servizi, anche pubblico. In diversi settori, tra i quali Information Technology, telecomunicazioni e i trasporti. Sono infine previste semplificazioni burocratiche e dei controlli alla frontiera. Dulcis in fundo, nell’omertosa narrativa di Bruxelles, l’abbattimento delle tasse all’esportazione sui prodotti dei paesi Mercosur.

L’intesa raggiunta il 28.6.19 verrà a breve assoggettata a una ‘revisione giuridica’ e finalizzata in un primo accordo di libero scambio. Da sottoporre a ratifica di Parlamento europeo e Stati membri. La ratifica potrebbe richiedere un paio d’anni, ostacoli permettendo.

Le lacune di Bruxelles

La Commissione europea si premura a mitigare le critiche al più importante trattato economico finora concluso. Con evocazione apodittica dei temi che destano maggiore preoccupazione. ‘L‘accordo rispetta i più elevati standard in materia di sicurezza alimentare e tutela dei consumatori, rispetta il principio della precauzione per la sicurezza alimentare e le norme ambientali e contiene impegni specifici per quanto riguarda i diritti del lavoro e la protezione ambientale, compresa l’attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e delle relative norme di esecuzione’. (2)

Dalle parole ai fatti, difetta notizia di impegni concreti e norme vincolanti su aspetti cruciali quali la protezione dell’ecosistema, i diritti umani fondamentali e quelli dei lavoratori, la sicurezza alimentare. La Commissaria uscente per il Commercio Cecilia Malmström accenna a ‘standard elevati (…) un quadro solido per affrontare congiuntamente questioni quali l’ambiente e i diritti del lavoro (…) impegni già assunti in materia di sviluppo sostenibile, come ad esempio quelli dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.’ La Commissaria asserisce che ‘nel corso degli ultimi anni l’UE ha consolidato il suo ruolo di leader mondiale nel commercio aperto e sostenibile.’

I precedenti trattati con Canada e Giappone sono tuttavia privi di riferimenti specifici ad ambiente, biodiversità e sicurezza alimentare. Il trattato con il Canada, anzi, presenta il concreto rischio di demolire le normative europee in tema di OGM con la clausola-grimaldello ICS (Investment Court System’), approvata dalla Corte di Giustizia UE. Le parole della Commissaria Malmström sono dunque smentite dall’evidenza dei fatti.

Il Commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, Phil Hogan, a sua volta, dichiara che ‘l’accordo UE-Mercosur è una soluzione equa ed equilibrata che offre opportunità e benefici a entrambe le parti, compresi gli agricoltori europei.’ Riconosce che l’accordo ‘presenta anche alcune sfide per gli agricoltori europei’ e dichiara che ‘la Commissione europea sarà a disposizione per aiutarli ad affrontarle. Per rendere questo accordo vantaggioso per tutti ci apriremo ai prodotti agricoli dal Mercosur con una gestione attenta dei contingentamenti, così da evitare che i prodotti inondino il mercato dell’UE e finiscano per minacciare il sostentamento degli agricoltori europei.’ 

Voci e ragione contrarie

Proprio dall’Irlanda – madre patria del Commissario Hogan – è vibrata la prima protesta ufficiale. A pochi giorni dalla notizia dell’accordo, il Parlamento di Dublino ha subito votato contro, con una mozione votata da 84 membri contro 46. ‘Un cattivo accordo per l’Irlanda e per il pianeta’, denuncia il partito indipendentista Sinn Féin. E il voto irlandese, ancorché simbolico poiché anteriore alla fase di ratifica, preannuncia vivaci dibattiti. (3)

Le preoccupazioni riguardano la devastazione in atto della foresta amazzonica, tragicamente accelerata sotto la presidenza di Jair Bolsonaro. I dati satellitari forniti dall’INPE, l’Agenzia di ricerca spaziale brasiliana, registrano 739 chilometri quadrati di foresta pluviale distrutta nel solo mese di maggio 2019, 920 a giugno (+88% rispetto al giugno 2018). A discapito anche delle comunità indigene, deportate con violenza dalle loro terre. Ma a spingere in piazza gli agricoltori d’Irlanda è il concreto rischio della concorrenza sudamericana, che potrebbe portare sul mercato beni a prezzi stracciati.

99.000 tonnellate di carne bovina e 160.000 tonnellate di pollame ogni anno entreranno in Europa senza pagare dazio, con inevitabile destabilizzazione del mercato locale. Tanto più in quanto la zootecnia europea affronta i maggiori costi legati al rispetto di rigorose regole a presidio di sostenibilità e sicurezza alimentare. Regole che in Brasile non esistono – per quanto attiene ad ambiente e biodiversità – o vengono sistematicamente violate. Come lo scandalo di carne fraca ha di recente dimostrato, coinvolgendo i leader globali di carne bovina e pollame, oltre al governo centrale e quelli locali, nonché il sistema dei controlli pubblici veterinari.

‘Un accordo chiuso da una commissione uscente mette il punto a una discussione durata 20 anni con una decisione ‘estiva’ che legittima un doppio standard: accettare grandi quantità di prodotti stranieri che tra l’altro non rispondono ai requisiti di sicurezza, né agli standard di sostenibilità sempre più rigidi (e costosi) imposti ai produttori dell’Ue (…). L’ipocrisia di Junker e Malmström raggiunge l’apice quando si inneggia ad accordo a favore del clima. Solo sulla carne bovina il Brasile è campione di deforestazione e assenza di tecnologia per minimizzare emissioni gas serra, segmento in cui invece l’Italia è leader’. (Luigi Scordamaglia, presidente di Filiera Italia. V. nota 4)

Assocarni in Italia e le associazioni consorelle, che rappresentano la zootecnia bovina in Europa – Interbev (Francia), Assoprovac (Spagna), Ifa (Irlanda) e PZPBM (Polonia) in prima linea – esprimono recisa contrarietà all’intesa sul libero scambio. Sollecitando il suo respingimento da parte degli Stati membri e di tutti i membri del Parlamento europeo.

Solo Emmanuel Macron – al fianco dei globalisti brussellesi – ha avuto la sfrontatezza di riferire a un ‘buon accordo’. Buono di certo per l’oligarchia finanziaria, non altrettanto per il resto del mondo. Né tantomeno per gli agricoltori francesi la cui prima sigla, FNSEA, è già sul piede di guerra. Il Ministro dell’agricoltura francese Didier Guillaume mette le mani avanti, ‘non avremo un accordo ad ogni costo. La storia non è finita’. Ma i trattori torneranno all’Eliseo, come a Montecitorio e a Place Luxembourg. E avranno al fianco cittadini, elettori, consumAttori.

#Égalité!

Dario Dongo e Giulia Torre

 

Note

(1) http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2019/june/tradoc_157964.pdf
(2) https://ec.europa.eu/italy/news/20190701_UE_Mercosur_raggiungono_accordo_commercio_it
(3) https://www.politico.eu/article/irish-parliament-rejects-eu-mercosur-deal-in-symbolic-vote/
(4) https://www.efanews.eu/item/8198

 

+ posts

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

+ posts

Laureata in giurisprudenza, master in European Food Law, si occupa di legislazione agro-alimentare, veterinaria, agricola. Dottoranda alla Scuola per il Sistema Agroalimentare AGRISYSTEM, Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi in materia di novel food.

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articoli correlati

Articoli recenti

Commenti recenti

Translate »