Vin santo fine pasto liquoroso medievale
Vin santo, un nome curioso adatto ad un vino liquoroso dalle proprietà organolettiche certamente articolate. L’etimologia fa derivare l’epiteto del vino italiano da numerose leggende che coinvolgono ora appestati ora il Concilio del 1439, ma la sua origine risiede probabilmente nello specifico utilizzo di un tempo durante le messe o nel preciso periodo di produzione e spremitura delle uve che può identificarsi con Natale, Tutti i Santi o Pasqua.
Il vin santo è toscano e umbro, connotazione di un territorio, sapore di epoche passate capace di riportare alla mente storie e odori appartenenti alle remote comune radici. Tradizionalmente vengono scelti solo i migliori grappoli, poi posti ad essiccare appesi o su stuoie. L’uva viene pigiata ed il mosto messo a riposare in caratelli di dimensione variabile. Nel medioevo venivano utilizzati sempre gli stessi contenitori, andando ad influenzare il gusto finale con i residui precedenti, ed il prodotto confezionato veniva posto a fermentare nelle soffitte allo scopo di beneficiare dell’escursione termica tra estate e inverno. L’invecchiamento poteva durare (e talvolta dura anche oggi) più di dieci anni.
Dai vitigni Trebbiano e Malvasia si origina il vin santo toscano, nettare pregiato, leggendario vino liquoroso da dessert italiano.