I bambini nutriti con alimenti biologici e cresciuti in ambienti poco inquinati, già a partire dalla fase prenatale, sviluppano meglio il sistema cognitivo. A tali conclusioni è giunto uno studio scientifico condotto in sei Paesi (Francia, Grecia, Lituania, Norvegia, Spagna e Gran Bretagna, nel più ampio European project Human Early-Life Exposome. (1)
Il progetto Human Early-Life Exposome
I ricercatori del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal) hanno introdotto un approccio olistico, denominato exposome, per valutare ogni forma di esposizione alle sostanze nocive ‘from cradle to grave’ (‘dalla culla alla tomba’). (2)
A differenza degli studi epidemiologici tradizionali, che si concentrano principalmente su singole forme di esposizione (es. ambientale, dietetica, lavorativa), in questo caso per la prima volta si è proceduto all’analisi cumulativa delle correlazioni tra 87 esposizioni prenatali e 122 infantili e la funzione cognitiva di 1.298 bambini di sei coorti di nascita nei vari Paesi, in relazione alle quali sono disponibili i dati rilevanti sulla coppia madre-figlio.
L’eredità socio-ambientale
I contaminanti valutati riguardano tutte le circostanze di vita, a partire dalla fase embrionale. Lo stile di vita della gestante è stato analizzato mediante i questionari somministrati alle madri e i dati raccolti nelle coorti su consumo di alcol e tabacco, dieta, esposizione a sostanze chimiche, etc.
La condizione socio-ambientale dei primi anni di vita del bambino è stata invece ricostruita attraverso l’esame di una serie di variabili. Qualità dell’aria e disponibilità di aree verdi nei pressi di abitazioni e scuole, affollamento in casa, inquinamento indoor, rumore, condizioni economiche della famiglia, qualità del sonno, esercizio fisico e dieta.
Il ruolo della dieta
L’alimentazione esercita un ruolo fondamentale sui livelli di benessere. Sono ormai noti i danni alla salute causati dai cibi ultraprocessati e i benefici della dieta mediterranea. Lo studio catalano – e il più ampio progetto di ricerca di cui esso fa parte – evidenziano altresì i benefici per lo sviluppo cognitivo dei bambini apportati da una dieta basata su alimenti biologici.
Le offese chimiche all’organismo umano
Per misurare le esposizioni chimiche, i ricercatori hanno raccolto campioni di siero, plasma, sangue intero e urina dei bambini e recuperato quelli misurati a suo tempo sulle madri (anche dal cordone ombelicale).
Le numerose sostanze chimiche misurate includevano organoclorurati (PCB e pesticidi organoclorurati), eteri di difenile polibromurato (PBDE), sostanze perfluorurate alchilate (PFAS), metalli, metaboliti ftalati, fenoli, pesticidi organofosfati e cotinina.
I test
La valutazione degli esiti dell’esposizione globale ha compreso la compilazione digitale di un questionario da parte delle madri, nonché test cognitivi ed esami clinici per i bambini.
I test neuropsicologici hanno valutato tre abilità cognitive:
– l’intelligenza fluida indica la capacità di pensiero logico e la risoluzione di problemi in nuovi contesti, indipendentemente dalle conoscenze acquisite,
– il livello di attenzione e concentrazione, misurato anche ad esempio nelle velocità di risposta durante i test,
– la memoria di lavoro, vale a dire la memoria a breve termine, come ad esempio quella richiesta per comporre lo zaino per la scuola con tutto quanto necessario.
Tre facoltà che esprimono il potenziale cognitivo dei bambini.
Exposome, le conclusioni
‘L’assunzione di cibo biologico da parte dei bambini è stata associata a punteggi più elevati di intelligenza fluida e memoria di lavoro, mentre i consumi di alimenti ‘fast food’ e l’affollamento domestico sono stati associati a punteggi di intelligenza fluida più bassi’, concludono i ricercatori.
Il comportamento dei genitori e l’inquinamento ambientale imprimono un altro contributo decisivo. I bambini esposti al fumo di tabacco passivo e alle polveri sottili (PM 2,5), ad esempio, hanno mostrato una minore intelligenza fluida e punteggi più bassi della memoria di lavoro.
Intelligenza, ambiente ed educazione alimentare
La funzione svolta da una dieta bio, la residenza in zone poco inquinate e in case non affollate rivelano che, nello sviluppo cognitivo dei bambini, il benessere economico e l’istruzione dei genitori svolge un ruolo decisivo.
Ove le politiche sociali non arrivano, l’alimentazione può comunque incidere sullo sviluppo e la salute dai bambini. Ed è perciò essenziale, anche a tal uopo, lavorare con serietà all’educazione alimentare. A partire dalle scuole primarie.
Elena Bosani
Note
(1) Jordi Julvez et al. Early life multiple exposures and child cognitive function: A multi-centric birth cohort study in six European countries. Environmental Pollution Volume 284, 1 September 2021, 117404. https://doi.org/10.1016/j.envpol.2021.117404
(2) L’esposoma è un concetto proposto per la prima volta da Christopher Wild, direttore dello IARC di Lione, in un articolo apparso su CEBP nel 2005, “Complementing the Genome with an Exposome: the Outstanding Challenge of Environmental Exposure Measurement in Moleculare Epidemiology”. Ma si veda anche l’articolo di S. Rappaport. Esposoma – adottato nel progetto Human Early-Life Exposome – è l’insieme delle esposizioni di un soggetto per una vita intera, dall’utero alla tomba, per così dire. In esso quindi è compresa tutta la storia delle interazioni personali con l’ambiente, Non solo quindi gli agenti chimici e fisici presenti nell’aria e nell’acqua, ma anche tutto quanto nello stile di vita (alimentazione, alcol, esercizio fisico, fumo, stress etc..) lasci la propria firma molecolare nell’organismo.