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La Commissione europea propone 23 azioni per l’industria delle alghe

L’Europa è in grado di creare una solida industria delle alghe per rispondere alla crescente domanda interna. Per sostenerne lo sviluppo, il 15.11.22 la Commissione europea ha adottato la Comunicazione ‘Verso un settore delle alghe forte e sostenibile nell’UE.

Il documento, che dovrà venire discusso con il Parlamento e il Consiglio, esamina il potenziale della produzione di alghe in Europa e definisce 23 azioni da attuare per favorirne lo sviluppo.

Alghe, domanda europea in crescita

L’Unione europea è uno dei principali importatori mondiali di prodotti a base di alghe marine (554 milioni di euro nel 2016). Ne produce invece appena 0,3 milioni di tonnellate l’anno, quasi esclusivamente da raccolta selvatica, a fronte di una produzione globale di 36 milioni di tonnellate, perlopiù da acquacoltura.

La crescente attenzione dei consumatori verso alimenti salutistici e sostenibili fa stimare un incremento significativo della richiesta europea di alghe e prodotti a base di alghe, fino a 9 miliardi di euro nel 2020.

Il progressivo aumento della popolazione vegetariana e vegana nell’UE, attualmente stimata in circa 75 milioni di persone, e la maggior attenzione dei consumatori per l’ambiente e la salute determineranno un aumento della domanda di prodotti alimentari e non alimentari di origine vegetale, compresi quelli a base di alghe’, prevede la Commissione europea.

La corsa delle microalghe

Le alghe sono infatti un alimento sano e ipocalorico, ideale anche per chi segue una dieta vegana o vegetariana. Sono povere di grassi e ricche di fibre alimentari, micronutrienti e composti bioattivi. Alcune specie sono inoltre note per il loro contenuto proteico particolarmente elevato.

Le microalghe sono altrettanto apprezzate dai consumatori europei. Cresce in particolare la domanda europea di chlorella e spirulina.

Chlorella e spirulina, i superfood-superstar

La chlorella, come abbiamo visto, si distingue per un elevato tenore proteico e un’importante concentrazione di betaglucani, fibre prebiotiche efficaci nel ridurre il c.d. ‘colesterolo cattivo’ (LDL) nel sangue, ridurre i radicali liberi e stimolare il sistema immunitario. Per questa microalga è attesa una crescita annuale del mercato europeo del 6,4% entro il 2025.

La spirulina, ‘la microalga verde-blu’, è in realtà un cianobatterio. Contiene la più elevata concentrazione di sostanze nutritive di qualsiasi altro alimento vegetale, come abbiamo riferito in un precedente articolo.

Secondo l’Osservatorio Immagino (XI edizione), in Italia la spirulina è protagonista di una crescita eccellente nella GDO (+49,3), grazie soprattutto a integratori estratti naturali e frullati/frappè. Il mercato europeo è stimato in aumento dell’8,7% annuo entro il 2025.

L’impiego non food

Oltre che in ambito alimentare, le alghe sono ricercate per varie altre applicazioni. Dai mangimi funzionali (es. Algatan) a medicinali, nutraceutici, biostimolanti vegetali, imballaggi, cosmetici, biocarburanti.

‘Spazzini’ formidabili, le alghe sono inoltre efficaci nel trattamento delle acque reflue. Coltivate in mare, poi, rimuovono i nutrienti dagli ecosistemi acquatici, riducendo l’eutrofizzazione, ed eliminano il carbonio, limitando l’acidificazione degli oceani.

La coltivazione delle alghe in Europa

Lo sviluppo di una industria europea delle alghe è ben praticabile nelle ampie regioni marittime dell’UE, ove verrebbero peraltro dispiegati importanti benefici ambientali e socioeconomici. In particolare, l’Oceano Atlantico e il Mare del Nord offrono le condizioni naturali ideali, grazie alle loro acque fredde e ricche di nutrienti.

Discorso a parte riguarda le microalghe, che possono venire prodotte anche sulla terraferma.

Cosa è stato fatto finora dall’Unione europea

La Commissione europea ripercorre le attività finora condotte per incentivare l’industria europea delle alghe. La tabella di marcia per la bioeconomia blu pubblicata dal Forum della bioeconomia blu alla fine del 2019 ha interpellato gli stakeholders. Sono stati così identificati gli ostacoli principali e fornite delle raccomandazioni ad hoc per superarli, come mostra la figura che segue.

problemi e soluzioni per una industria europea delle alghe

Numerose iniziative legate alle alghe sono state inoltre attuate o pianificate dalla Commissione europea per il periodo 2021-2023. Tra queste ricordiamo il progetto di ricerca ProFuture, finanziato nel programma Horizon 2020, in cui è capofila in Italia la divisione FARE della nostra Wiise Srl società benefit.

Oltre ai fondi UE per la ricerca e l’innovazione (Horizon Europe e il precedente Horizon 2020) e a varie attività volte a diffondere le conoscenze in materie di alghe, concorrono alla promozione del settore le seguenti iniziative:

– progetto EU4Algae per una piattaforma collaborativa europea di portatori di interessi nel settore delle alghe,

– impresa comune “Europa biocircolare“,

– investimenti nel settore delle alghe resi possibili dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e dal Fondo europeo di sviluppo regionale,

–  meccanismi di sostegno alle imprese legati all’economia blu (Blue Invest, il meccanismo di assistenza per l’acquacoltura).

Le 23 azioni a sostegno dell’industria europea delle alghe

La risoluzione degli ostacoli sopra citati allo sviluppo di un efficace settore delle alghe nell’Unione Europea è affidata dalla Commissione europea a 23 azioni specificamente mirate a

1) migliorare il quadro di governance e le normative;

2) migliorare il contesto imprenditoriale;

3) colmare le lacune in materia di conoscenze, ricerca, tecnologia e innovazione; e

4) accrescere la consapevolezza sociale e l’accettazione da parte del mercato delle alghe e dei prodotti a base di alghe nell’UE.

1) Migliorare il quadro di governance e le normative

Alcune normative dell’UE sono attualmente applicabili alla coltivazione di alghe marine in mare o di alghe sulla terraferma, come mostra l’immagine seguente.

normativa attinente industria europea alghe

Nei settori in cui non è previsto un quadro normativo armonizzato, invece, vi è grande frammentazione. Si pensi alla concessione di licenze, accesso allo spazio marino, alle specie da coltivare. Allo scopo di superare questi ostacoli e favorire la crescita di una solida industria europea delle alghe, ‘la Commissione europea intende

1 – sviluppare, a partire dal 2023 e in stretta collaborazione con i portatori di interessi pertinenti, una nuova serie di strumenti per i produttori di alghe;

2 – collaborare con gli Stati membri per facilitare l’accesso allo spazio marino, individuare i siti ottimali per la coltivazione delle alghe marine e inserire l’alghicoltura marina e il multiuso dello spazio marino nei piani di gestione dello spazio marittimo;

3 – elaborare, entro la fine del 2026, insieme al Comitato europeo di normazione (CEN), metodi standard di prova, quantificazione ed estrazione degli ingredienti e dei contaminanti algali;

4 – definire insieme al CEN, entro la fine del 2026, norme sui biocarburanti ricavati dalle alghe e una metodologia di certificazione per i prodotti a base di questo tipo di biocarburanti da utilizzare in vari settori di trasporto, in particolare nel trasporto pesante su strada, aereo e marittimo;

5 – valutare, a partire dal 2023, il potenziale di mercato, l’efficienza e la sicurezza dei materiali a base di alghe in caso di utilizzo nei fertilizzanti e la necessità di modificare il regolamento (UE) 2019/1009 sui prodotti fertilizzanti dell’UE al fine di includervi i materiali a base di alghe.

La Commissione invita gli Stati membri a semplificare le procedure di autorizzazione e la governance a livello nazionale per la coltivazione di alghe’.

2) Sostenere il miglioramento del contesto imprenditoriale

La crescita di un’industria europea delle alghe richiede anche un sostegno al tessuto imprenditoriale. Per il raggiungimento di questo obiettivo, ‘la Commissione intende:

6 – studiare il mercato delle alghe e proporre, a partire dal 2023 e insieme all’industria delle alghe, meccanismi di stimolo al mercato allo scopo di sostenere e promuovere il trasferimento di tecnologia dalla ricerca al mercato;

7 – definire, entro la fine del 2024 e sulla base delle buone prassi, degli indicatori riguardanti i mangimi e di altre informazioni pertinenti, orientamenti specifici miranti a promuovere la sostituzione dei mangimi a base di pesce con mangimi a base di alghe;

8 – collaborare con l’industria delle alghe e gli Stati membri al fine di:

a) individuare alternative valide e sicure all’uso di nutrienti e CO2 provenienti da varie fonti per la coltivazione di microalghe e la certificazione biologica;

b) promuovere l’estrazione dei nutrienti dalla biomassa algale;

c) sostenere la valutazione dell’impatto ambientale e climatico della coltivazione e della produzione di alghe sul ciclo di vita, prendendo in considerazione lo sviluppo di indicatori e metodologie di monitoraggio per misurare l’impatto ambientale e la sostenibilità della coltivazione di alghe marine;

9 – finanziare, nel periodo 2023/2024, uno o più progetti pilota a sostegno del riorientamento del percorso professionale dei pescatori dalla pesca alla maricoltura rigenerativa;

10 – ampliare il sostegno mirato alle PMI e ai progetti innovativi nel settore delle alghe grazie alle attività di maggior respiro previste dalla piattaforma BlueInvest;

11 – agevolare, a partire dal 2023, la cooperazione tra i bacini marittimi e tra le macroregioni promuovendo partenariati interregionali innovativi (ad esempio, sulla bioeconomia blu, essenzialmente mirata alle alghe), attraverso strategie di specializzazione intelligente e la piattaforma dell’economia blu sostenibile 3S.

3) Colmare le lacune in materia di conoscenze, dati, tecnologia e innovazione

Gli sviluppi tecnologici, l’innovazione e una migliore conoscenza sono fondamentali per dare impulso alla coltivazione e alla produzione di alghe rigenerative nell’UE. Il macro capitolo degli interventi che la Commissione europea propone sono così articolati.

3.1) Conoscenze

12 – includere le conoscenze del settore delle alghe nel meccanismo di assistenza per l’acquacoltura dell’UE entro la fine del 2023;

13 – condurre, entro la fine del 2025 e in collaborazione con i portatori di interessi, uno studio mirante ad approfondire la conoscenza delle opportunità di mitigazione dei cambiamenti climatici offerte dalle alghe marine e del ruolo di queste ultime come pozzi di assorbimento del carbonio blu;

14 – valutare, entro la fine del 2025 e in collaborazione con ricercatori ed esponenti del mondo accademico, le opzioni strategiche a livello dell’UE riguardanti la conservazione della biodiversità delle alghe marine, mantenendo e documentando le varietà di alghe marine europee in una rete di biobanche centralizzata o in una banca dati;

15 – avviare, a partire dal 2023 e previo parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, discussioni sulla definizione dei livelli massimi di contaminanti e di iodio nelle alghe e/o sull’adozione di una nuova raccomandazione di monitoraggio per le specie di alghe per le quali non sono disponibili dati sufficienti quanto alla presenza di contaminanti, al fine di consentire la definizione di livelli massimi;

16 – studiare, a partire dal 2023 e in collaborazione con gli Stati membri, i programmi di monitoraggio esistenti e i dati disponibili sulla raccolta di alghe marine selvatiche e di alghe depositate a riva sulle coste dell’UE.

3.2) Sviluppi tecnologici e innovazione

17 – sostenere, attraverso Orizzonte Europa (Horizon Europe) e altri programmi di ricerca dell’UE, lo sviluppo di sistemi innovativi e perfezionati di trattamento delle alghe e di nuovi metodi di produzione di composti di alto valore tradizionalmente ottenuti dalle alghe (ad esempio, bioraffinerie, fermentazione di precisione, sistemi acellulari), lavorando le alghe per realizzare prodotti circolari di origine biologica destinati a molteplici applicazioni;

18 – sostenere, insieme agli Stati membri e, attraverso Orizzonte Europa e altri programmi di ricerca dell’UE, lo sviluppo di sistemi (acquacoltura multi-tropica integrata (IMTA), multiuso dello spazio marino, coltivazione in mare aperto, fotobioreattori, coltivazione idroponica di alghe, ecc.) o di metodi (ad esempio, maricoltura cellulare e macroalghe in vasche) di alghicoltura migliori e incrementabili per poter affrontare i limiti tecnici degli attuali sistemi di produzione di macroalghe e microalghe;

19 – affrontare le sfide tecnologiche e sistemiche specifiche dei biocarburanti ricavati dalle alghe e individuare misure per la loro diffusione sul mercato nel contesto di Orizzonte Europa.

3.3) Dati

20 – preparare, a partire dal 2023, una panoramica sulla disponibilità di dati relativi alle alghe (ad esempio, sulla produzione, sull’occupazione, sul fatturato e su altri aspetti socioeconomici) e formulare una raccomandazione sulla centralizzazione delle fonti di tali dati.

4) Accrescere la consapevolezza sociale e l’accettazione da parte del mercato delle alghe e dei prodotti a base di alghe

I cittadini europei cominciano ad apprezzare le qualità nutrizionali delle alghe e il loro impiego nei cosmetici. Sono invece ancora poco informati sui vantaggi correlati coltivazioni, vale a dire

– la rigenerazione degli ecosistemi marini,

– la creazione di prodotti a basse emissioni di CO2,

– la creazione di posti di lavoro nell’economia blu, vale a dire nella filiera dell’industria europea delle alghe.

Per aumentare questa consapevolezza, foriera di ulteriore domanda, la Commissione europea ritiene necessarie le seguenti azioni.

21 – promuovere, a partire dal 2023, la sensibilizzazione dei consumatori attraverso:

a) un’analisi dei comportamenti e delle preferenze dei consumatori per quanto riguarda la percezione dei prodotti a base di alghe;

b) l’avvio di una o più campagne di comunicazione a livello europeo e/o, se del caso, regionale o locale, basate su dati concreti, per promuovere la varietà di applicazioni e i vantaggi dei prodotti a base di alghe;

22 – elevare il profilo di sostenibilità dei prodotti a base di alghe nel quadro dell’UE per l’etichettatura di sostenibilità dei prodotti alimentari, anche in riferimento alle norme di commercializzazione per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura e alle iniziative riguardanti gli appalti pubblici verdi previste nell’ambito della strategia ”Dal produttore al consumatore” (Farm to Fork);

23 – promuovere, a partire dal 2023 e insieme alla piattaforma EU4Ocean e agli Stati membri, azioni di sensibilizzazione per le scuole e le università sulla bioeconomia blu e sulle soluzioni innovative per un’acquacoltura rigenerativa.

Entro la fine del 2027 la Commissione europea preparerà una relazione di valutazione dei progressi compiuti nell’attuazione delle 23 azioni richieste per lo sviluppo di una industria europea delle alghe.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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