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Italia, via libera al monopolio CAA sugli aiuti UE in agricoltura

L’8 febbraio 2024 la conferenza Stato-Regioni ha approvato lo schema di decreto del ministero dell’Agricoltura ove si afferma il monopolio dei grandi CAA (Centri di Assistenza Agricola) nella gestione delle istanze per i contributi della politica agricola comune (PAC).

Francesco Borriello – l’ex dirigente dell’area legislativa di Coldiretti ora capo di gabinetto del ‘suo’ ministro dell’agricoltura (1) – adempie così alla sua prima missione, strapotere e soldi a Coldiretti a danno degli agricoltori italiani. Ecco come. #VanghePulite.

1) Gestione degli aiuti in agricoltura, le misure ‘su misura’ di Coldiretti

Lo schema di decreto predisposto da Raffaele Borriello per il ‘ministro cognato’ Francesco Lollobrigida restringe definitivamente l’accesso ai registri SIAN (Sistema Informatico Agricolo Nazionale) ai soli CAA, escludendo gli oltre 2.500 liberi professionisti che hanno eseguito questo lavoro da sempre, come si è visto. (2)

I liberi professionisti, si ricorda, erano già stati esclusi dalla possibilità di gestire le pratiche di ammissione ai contributi pubblici con una delibera dell’allora direttore generale di AGEA (Agenzia Generale per l’Erogazione degli Aiuti) Francesco Papa Pagliardini, socio del cerchio magico di Coldiretti che ora lavora in Federconsorzi 2 alias CAI SpA. (3)

Il Consiglio di Stato aveva tra l’altro annullato le tre sentenze del TAR Lazio che riconoscevano agli ordini professionali interessati – agronomi, agrotecnici e agrotecnici laureati, periti agrari, dottori forestali – il diritto di proseguire tali attività, in nome del principio di libera concorrenza scolpito nella pietra del TFEU (Treaty for the Functioning of the European Union). (4)

2) CAA, il monopolio di Coldiretti

La posizione dominante di Coldiretti sul mercato dei servizi di gestione degli aiuti europei in agricoltura, già rafforzata con le delibere AGEA di Gabriele Papa Pagliardini che hanno escluso i liberi professionisti, si approssima ora al monopolio in virtù di tre fattori:

– lo strapotere raggiunto da Coldiretti negli ultimi due decenni, grazie alle politiche aggressive di Vincenzo Gesmundo che ha divorato le quote associative delle altre confederazioni agricole

– le condizioni selettive e gravose imposte ai CAA per poter stipulare le convenzioni con gli organismi pagatori nazionale (AGEA) e regionali. Misure sproporzionate, il cui solo scopo è eliminare la concorrenza

– l’estensione ai soli CAA autorizzati ai sensi del decreto in esame di altre funzioni e servizi, in convenzione con vari enti pubblici, che ne accresceranno il potere e il fatturato.

3) Decreto MASAF. I ‘nuovi’ CAA

I soli CAA ammessi a gestire le pratiche per i contributi in agricoltura – secondo i dettami previsti nell’ultimo schema del decreto Coldiretti – Borriello – Lollobrigida (5) – devono rispondere ai requisiti che seguono:

– i CAA devono venire gestiti esclusivamente da società di capitali con capitale interamente versato non inferiore a 51.646 euro, appositamente costituite da soggetti abilitati all’istituzione dei centri autorizzati di assistenza agricola, con bilanci certificati (articoli 1,10.3)

– ‘le società richiedenti stipulano una polizza per la responsabilità civile, con massimale di rischio coperto pari almeno ad euro 2.065.827’ che le Regioni possono decidere di aumentare (art. 8)

– ‘gli operatori che fanno parte di un CAA non possono prestare consulenza finanziata con risorse pubbliche’ (art. 7)

– ‘l’ambito territoriale minimo di operatività dei CAA coincide con il territorio della regione o di una provincia autonoma’ (art. 9).

3.1) CAA autorizzati, requisiti oggettivi

La libera concorrenza nella prestazione di servizi di assistenza in agricoltura viene altresì distorta mediante prescrizione di requisiti oggettivi su misura delle grandi confederazioni. In particolare:

– deve venire garantita ‘la disponibilità di locali adibiti all’esercizio delle attività del CAA, in via esclusiva o contestualmente all’esercizio dell’attività del Centro autorizzato di assistenza fiscale (CAF)’ (art. 10)

– ‘i locali devono essere facilmente identificabili mediante apposite insegne, accessibili al pubblico per almeno cinque ore giornaliere e per almeno due giorni a settimana, e

deve essere garantita la presenza di un numero di dipendenti tale da assicurare un rapporto operatore/utente comunque non superiore a un numero di fascicoli medio per operatore, pari a 350 fascicoli attivi che abbiano complessivamente una consistenza aziendale media in termini di superficie non superiore a 9.000 ettari’ (art. 10)

3.2) Oneri organizzativi

Gli oneri organizzativi a loro volta escludono l’impiego di liberi professionisti, oltre a comprendere costi ulteriori di certificazione (ISO 27001). ‘Ai fini dello svolgimento delle attività delegate dagli organismi pagatori in convenzione, i CAA:

impiegano esclusivamente operatori in regime di lavoro dipendente subordinato a tempo pieno o parziale con il CAA’ o con le società con essi convenzionate (6)

– ‘garantiscono la separazione tra le funzioni di ricevibilità (verifica di completezza, adeguatezza e correttezza formale), ricezione e protocollazione delle istanze, delle domande e delle dichiarazioni nell’interesse del produttore, della registrazione nei sistemi informativi di dati e documenti e la funzione di validazione nei sistemi informativi dei dati e dei documenti per conto dei soggetti pubblici deleganti’ (articolo 12).

3.3) Mandato con vincolo biennale

Una restrizione dell’autonomia contrattuale e della libertà di scelta dei fornitori di servizi da parte degli agricoltori viene poi definita per decreto, laddove il mandato delle aziende agricole ai CAA ‘deve avere durata almeno fino al 31 dicembre dell’anno successivoalla data di sua sottoscrizione in modo da garantire la gestione delle utenze da parte degli organismi pagatori e degli altri enti interessati’ (articolo 19).

3.4) Altre funzioni delegate

Gli organismi pagatori possono delegare ai CAA le attività di aggiornamento dell’Anagrafe delle Aziende Agricole e, in particolare, la costituzione, l’aggiornamento e la custodia del fascicolo aziendale’.

Gli stessi organismi pagatori – oltre a Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano e altri enti pubblici – possono delegare ai CAA, attraverso convenzioni, ‘le funzioni di accettazione e registrazione nei Sistemi Informativi delle istanze, delle dichiarazioni, delle domande di aiuto, di sostegno e di pagamento che i produttori intendano presentare’ (articolo 2).

3.5) CAA, servizi complementari

Le posizioni dominanti dei CAA e delle loro società di servizi potranno estendersi a macchia d’olio, anche a discapito di altre categorie di liberi professionisti (i.e. ragionieri, geometri, commercialisti). Essi infatti, ‘previa sottoscrizione di eventuali apposite convenzioni con gli enti competenti, possono svolgere le seguenti ulteriori attività:

a) tenere ed eventualmente conservare le scritture contabili degli utenti;

b) assistere gli utenti nell’elaborazione e nella trasmissione delle dichiarazioni di coltivazione e di produzione, avvalendosi delle procedure rese disponibili dalle amministrazioni interessate, nonché nell’elaborazione e nella trasmissione di istanze e dichiarazioni riferite ai procedimenti amministrativi di interesse per la loro attività agricola;

c) assistere gli utenti nell’elaborazione delle domande di ammissione a benefici comunitari, nazionali e regionali;

d) consultare, nell’interesse degli utenti, le banche dati del SIAN ai fini della verifica dello stato di ciascuna pratica;

e) raccogliere i dati di base per lo svolgimento delle statistiche ufficiali in materia agricola (…) previa stipula di apposite convenzioni, anche a titolo oneroso, con l’ISTAT e gli altri soggetti del Sistema statistico nazionale’.

Come non bastasse i CAA, ‘previo mandato dei propri utenti, accertano e attestano fatti o circostanze di ordine tecnico, concernenti situazioni o dati certi relativi all’esercizio dell’attività di impresa, fatte salve le attività che la legge riserva ai professionisti abilitati’ (articolo 2).

3.6) Corrispettivi pubblici

Ricchi premi e cotillon sono previsti anche nei corrispettivi ai CAA che le amministrazioni deleganti potranno determinare prevedendo ‘un sistema incentivante che tenga conto della struttura organizzativa del CAA e dei tempi impiegati per l’espletamento di tutte le fasi della procedura, (…) nonché del contributo al raggiungimento degli obiettivi di dematerializzazione di cui al punto 8.5.3.1. del Piano strategico nazionale della PAC 2023-2027’ (articolo 6).

Coldiretti holding potrà così sgominare la concorrenza delle altre confederazioni, oltreché dei CAA ‘di un figlio minore’, avvalendosi della potenza di fuoco della IBF Servizi – un tempo controllata da Bonifiche Ferraresi, con la partecipazione tra l’altro dell’ente pubblico ISMEA – acquistata per la cifra record di 50 milioni dal ‘suo’ fondo Nextalia Sgr. (7) Nel cui consiglio di amministrazione, ça va sans dire, siede tuttora Vincenzo Gesmundo (8,9). Senza dimenticare i servizi informatici offerti dalla Bluarancio SpA, a sua volta parte della Germina Campus SpA ove il ‘capo dei capi’ è v.presidente del CdA. (10)

4) La posta in gioco

Il quadro finanziario pluriennale per la PAC 2021-2027 vale 386,603 miliardi di euro, pari al 32% del bilancio totale dell’Unione. E l’Italia riceve il 10,5% degli aiuti complessivi, che nel 2021 sono valsi 5,713 miliardi di euro. (11)

I CAA delle grandi confederazioni agricole – oltre a ricevere i corrispettivi pubblici degli organismi pagatori e altri enti pubblici, per la gestione dei fascicoli aziendali e le altre funzioni delegate (v. supra, paragrafi 3.4, 3.6) – applicano alle aziende agricole tariffe per i servizi che spesso comprendono una quota delle somme ricevute loro tramite. (12) E dunque:

– la posta in gioco per la remunerazione di parte privata della sola gestione dei fascicoli aziendali, ipotizzando una quota media del 3% sugli aiuti PAC, vale in Italia oltre 171 milioni di euro. A cui si aggiungono

– i corrispettivi per gli altri servizi complementari (v. supra, paragrafo 3.5)

– i costi di tesseramento, in barba alla libertà costituzionale di associazione, e tutti i vari servizi a cui i soci vengono di fatto costretti. Ivi incluse le deleghe dei datori di lavoro, per le aziende agricole che abbiano personale, le assicurazioni ‘convenzionate’ e ‘agevolate’, le pratiche annuali per i ‘libretti del gasolio’ (13,14).

5) Decreto Lollobrigida, gli effetti

Gli effetti del decreto in esame, in sintesi:

– liberi professionisti esclusi in via definitiva oltre 2.500 dall’esercizio dei servizi di assistenza in agricoltura

– entro 14 mesi dalla pubblicazione del decreto, esclusione dei numerosi CAA indipendenti che per decenni hanno fornito questi servizi nei vari distretti rurali

– dominio assoluto dei CAA di Coldiretti, essendo il decreto ‘tagliato su misura’ del suo sistema delle 54 Impresa Verde Srl. A seguire Confagricoltura, CIA-Agricoltori italiani, CISL, Copagri (UIL), LiberiAgricoltori

– riduzione significativa della concorrenza e della libertà di scelta dei fornitori di servizi da parte degli agricoltori

– incremento dei prezzi dei servizi, a spese degli operatori, a causa degli sproporzionati oneri organizzativi posti a carico dei CAA.

La Commissione europea, da Ettore Prandini definita ‘nemica’, sarà la sola ancora di salvataggio contro questo disastroso provvedimento nazionale. Sempre che qualcuno ne ricordi il valore, almeno una volta, nel garantire la libera concorrenza nonché i diritti delle imprese e dei lavoratori. Nella speranza di un suo ennesimo diktat, al governo italiano, ad astenersi dall’applicazione di questo vergognoso decreto.

Dario Dongo

Allegato

Decreto relativo alla definizione dei requisiti di garanzia e di funzionamento che i Centri autorizzati di assistenza agricola (CAA) devono possedere per l’esercizio della loro attività.  MASAF. 2.2.24

Note

(1) Dario Dongo. Pubblica amministrazione, fedeltà allo Stato o a Coldiretti? #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.6.21

(2) Dario Dongo. AGEA e MASAF ‘Coldiretti’. La soppressione dei liberi professionisti in agricolturaGIFT (Great Italian Food Trade). 30.9.23

(3) Il conflitto d’interessi di Gabriele Papa Pagliardini venne a suo tempo stigmatizzato dalla Commissione europea, e tuttavia ignorato dai governi italiani che si sono succeduti. Si veda il precedente articolo di Dario Dongo. AGEA – Coldiretti, la Commissione europea boccia il conflitto d’interessi. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.3.21

(4) Dario Dongo. CAA, il Consiglio di Stato boccia i liberi professionisti. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.4.22

(5) Circa i legami tra Coldiretti, Francesco Lollobrigida e Fratelli d’Italia, si veda il precedente articolo di Dario Dongo. Coldiretti, Lollobrigida e Fratelli d’Italia, legami profondi e #falseflag. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.2.24

(6) ‘Per lo svolgimento delle loro funzioni e attività, i CAA possono avvalersi di società di servizi il cui capitale sociale sia interamente posseduto dalle organizzazioni ed associazioni che hanno costituito i CAA o dalle loro organizzazioni territoriali’ (decreto MASAF, articolo 17)

(7) Nextalia Private Equity compra IBF Servizi da BF e sigla partnership per servizi di agricoltura di precisione e soluzioni agritech. Beebiz. 27.12.22 http://tinyurl.com/4wfv833e

(8) Dario Dongo. Nextalia sgr, il nuovo tentacolo di Coldiretti nell’alta finanza. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.2.21

(9) Secondo indiscrezioni IBF servizi, con l’aiuto di Gabriele Papa Pagliardini (che oggi sembra lavorare per Federconsorzi alias CAI SpA, ove Bonifiche Ferraresi è socio dominante) avrebbe anche ottenuto un subappalto dal gruppo Leonardo per alcui servizi che riguardano AGEA. Sarebbe utile verificare questa notizia, oltreché la posizione dell’ex-direttore generale di AGEA rispetto ai divieti di conflitti d’interesse stabiliti nel decreto ‘revolving doors’ (d.lgs. 165/2001, articolo 53, comma 16-ter)

(10) Dario Dongo. Germina Campus, la holding di Coldiretti che specula sugli agricoltori. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.6.21

(11) Reg. (EU) No 2020/2093. Si veda: Il finanziamento della PAC: fatti e cifre. Parlamento Europeo http://tinyurl.com/mu9zdzc7

(12) Altri CAA, come quelli della Confederazione LiberiAgricoltori che si appoggiano a Confagricoltura, si limitano invece a chiedere somme che variano dai 30 ai 500 euro, qualcosa in più per le grandi aziende. D’altra parte i direttori dei LiberiAgricoltori lavorano a gratis per statuto, non devono pagare stipendi e incarichi milionari come in Coldiretti. Alcuni cenni a tale ultimo riguardo nel paragrafo 5 (La casta di Palazzo Rospigliosi) del precedente articolo di Dario Dongo. Protesta degli agricoltori, la lettera del gran capo di Coldiretti. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.2.24

(13) In merito alle polizze di Coldiretti:

– le ‘assicurazioni convenzionate’, con premi superiori a quelli di mercato, sono soggette a una tripla intermediazione che coinvolge il broker Green Assicurazioni Srl (di Germina Campus SpA, la holding di Coldiretti), il ‘riassicuratore’ e l’agenzia Agrifides, altresì di Coldiretti (si veda l’articolo in nota 10)

– le assicurazioni ‘agevolate’ sono altresì oggetto di speculazioni descritte nel precedente articolo di Dario Dongo. Assicurazioni agevolate, il business di Coldiretti alle spalle degli agricoltori. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.5.21

(14) Per ottenere il ‘libretto per gasolio’, gli agricoltori devono presentare la domanda alla Regione all’inizio di ogni anno. In vista dell’assegnazione di una quota di gasolio proporzionata al piano colturale compilato con preciso riferimento ai mappali, gli animali allevati, numero e targhe di trattori, eventuali macchinari alimentari a gasolio. La domanda presentata dai singoli agricoltori viene vagliata con rigore assoluto, a rischio di rigetto della pratica. Se invece è un’associazione a presentare la domanda, gli uffici consentono di correggere la domanda e ripresentarla anziché respingerla ‘de plano’. L’associazione inoltre preavvisa gli agricoltori e allevatori dei controlli in arrivo. Così che gli stessi possano eventualmente spostare gli animali (es. invio degli animali al macello) o eseguire gli smaltimenti di liquame, o correggere i registri per evitare le sospensioni. Informazioni raccolte presso un’azienda zootecnica in Emilia-Romagna

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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