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Impossible Burger con sangue vegetale OGM

Impossibile Burger con sangue vegetale derivato da soia e lievito OGM? È la nuova frontiera dell’innovazione a stelle e strisce, dopata dai mega-investimenti di Bill Gates e Google Ventures. 

Impossible Burger, innovazione di sangue vegano

Il sapore, l’aspetto, i tenori in ferro e proteine paiono comparabili a quelli tipici di un hamburger di carne rossa. Ma lo pseudo-burger per vegani della statunitense Impossible Foods è completamente vegetale. L’apparenza della carne, con sanguinamento degno di un film di Quentin Tarantino, è l’effetto dell’eme.

L’eme è un complesso chimico che contiene un atomo di ferro e costituisce la parte non-proteica di una serie di proteine tra cui l’emoglobina, la mioglobina e i citocromi (proprio quelle che compaiono sui rapporti delle analisi del sangue). E il biochimico Patrick Brown, fondatore di Impossible Foods, è riuscito a riprodurlo in vitro partendo da radici di soia – OGM per definizione, nel continente americano – e un lievito a sua volta sottoposto a manipolazione genetica.

Veggie al sangue

L’Impossible Burger viene ora servito in una cinquantina di locali, in USA. È stato celebrato i giorni scorsi alla fiera CES (Consumer Electronics Show) di Las Vegas, che per la prima volta ha ospitato un’area tech dedicata al food. La sua ultima versione è gluten free, in omaggio alla moda in auge, senza colesterolo, con più proteine e ferro rispetto al prototipo originario (2011).

Proteine di patate e soia, olio di cocco e girasole, un mix di aromi. Questa è la base dell’impasto, che si contraddistingue tuttavia per l’eme, presente in natura nelle carni e pure – in quantità minimali – nelle radici della soia. Brown è ricorso all’ingegneria genetica per inserire in un lievito il gene dell’eme della soia, e ha così prodotto il ‘sangue vegetale’. (1) Vegano forse (2), pulp sicuramente, ‘naturale‘ non di certo.

Il via libera della FDA

Il ‘sangue vegetale’ messo a punto da Brown, professore di Biochimica alla Stanford University, ha fatto molto discutere negli Usa. Non tanto per l’impiego di lieviti modificati geneticamente, con l’inserimento di un gene della soia. Tali pratiche sono  ampiamente utilizzate anche in Europa, ad esempio nella produzione di birre belghe. E le normative in tema di OGM, anche in UE, escludono i microrganismi dal loro campo di applicazione. (3)

A suscitare timori e polemiche è stata invece l’equiparazione dell’eme vegetale con quello animale, nel favorire l’insorgenza del cancro del colonIl fondatore della Impossible Foods ha liquidato le accuse come sciocchezze, premurandosi tuttavia di ottenere la protezione della FDA (Food and Drug Administration).

novel food in USA – a differenza che in Europa – possono venire immessi sul mercato senza obbligo di preventiva autorizzazione. È sufficiente la certificazione GRAS (Generally Recognized as Safe), rilasciata da un panel di esperti per attestare che un nuovo ingrediente o additivo alimentare sia sicuro per la salute. (4)

Ottenuto il certificato GRAS nel 2014, il biochimico Brown ha però insistito nel richiedere una pronuncia della FDA, depositando molti rapporti, incluso uno studio in cui le cavie sono state nutrite con grandi quantità di eme per 28 giorni. Nel luglio 2018, l’Agenzia per la sicurezza alimentare degli Usa ha così sdoganato il nuovo ingrediente.

Un volano per la start-up della Silicon Valley, il cui fondatore non ha dubbi. Vuole sostituire la carne macinata con il suo pastone ‘biosintetico’, che ridurrebbe del 95% il consumo di suolo e del 75% quello di acqua.

Marta Strinati e Dario Dongo

Note

(1) V. reportage condotto nel 2016 da Business Insider nello stabilimento della Impossible Foods.

(2) Abbiamo interpellato al riguardo la nostra amica Paola Cane, direttrice dell’Osservatorio VeganOK. La quale ci conferma che i disciplinari più rigorosi relativi ai prodotti destinati a un’alimentazione vegana (es. VeganOK, BioAgriCert) escludono la possibilità di impiegare  ingredienti che contengano o siano derivati da OGM. I prodotti vegetariani e vegani sono peraltro ancora sprovvisti di una disciplina europea armonizzata, per colpevole ritardo della Commissione europea a ciò delegata mediante reg. UE 1169/11. Si veda l’articolo https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/vegetariano-e-vegano-un-altro-bluff-da-bruxelles.

(3) Per approfondimenti, si veda il nostro ebook gratuito ‘OGM, la Grande Truffa’.

(4) Ai sensi del reg. UE 2015/2283, in Europa:

– ‘i nuovi alimenti dovrebbero essere autorizzati e utilizzati soltanto se rispettano i criteri stabiliti nel presente regolamento. I nuovi alimenti dovrebbero essere sicuri e, se la loro sicurezza non può essere valutata e persiste l’incertezza scientifica, è possibile applicare il principio di precauzione’ (Considerando 20),

– ‘i nuovi alimenti non dovrebbero essere immessi sul mercato od utilizzati negli alimenti destinati al consumo umano, a meno che essi non siano inseriti in un elenco dell’Unione dei nuovi alimenti autorizzati ad essere immessi sul mercato dell’Unione’ (Considerando 21).

Per la definizione di Novel food, o nuovo alimento, si fa richiamo a quanto previsti dal reg. UE 2015/2283, articolo 3.2.a.

Marta Strinati
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Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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