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Congo, olio di palma e colonialismo

Gli orrori legati all’olio di palma affondano le radici nel colonialismo che talora si perpetua senza interruzioni, nei secoli. Nella Repubblica Democratica del Congo, lo sfruttamento prosegue col contributo delle banche per lo sviluppo di Germania, Francia e Olanda. Una denuncia.

Congo, colonialismo e olio di palma. La storia di Unilever 

Il gigantesco fiume Congo dà il nome a due Paesi. La Repubblica Democratica del Congo (RDC), con circa 87 milioni di abitanti e una superficie pari a 80 volte quella del Belgio. La sua ex potenza coloniale, distintasi per quasi un secolo di genocidi e altre atrocità (fino al 1960, anno dell’indipendenza). E la Repubblica del Congo, sull’altro lato del fiume, con una popolazione di appena 5 milioni di individui e un PIL pro capite 10 volte superiore, grazie ai suoi giacimenti petroliferi.

Nel 1911, l’amministrazione coloniale belga dell’attuale RDC assegnò al britannico Sir William Hesketh Lever una enorme concessione di terre. Quasi un milione di ettari, sottratti con violenza alle comunità locali. Ebbe così inizio lo sfruttamento della schiavitù – col supporto militare dell’esercito belga – per estrarre olio di palma. Che dalle ‘Huileries du Congo Belge’ andava alle fabbriche inglesi di saponi del gruppo, la ‘Lever Brothers’.

Il colosso Unilever nacque nel 1930 dalla fusione di ‘Lever Brothers’ con ‘Margarine Unie’. (1) E ha fondato le proprie ricchezze proprio sulle concessioni di (schiavi e) terreni che vengono ancora reclamati dalle comunità locali. Nel 2009 Unilever si è poi liberata del sanguinoso fardello, cedendo le coltivazioni di palma da olio – in capo alla ‘Plantations et Huileries du Congo’ (PHC) – a una società canadese, la Feronia Inc. (2)

Congo, colonialismo e olio di palma. Il ruolo delle banche europee di sviluppo

Le c.d. Development Finance Institutions (DFIs) sono state create da alcuni governi occidentali (ex potenze coloniali, in prevalenza), con il dichiarato obiettivo di finanziare progetti nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Tali istituzioni pubbliche, finanziate dai contribuenti, forniscono complessivamente circa 100 miliardi di US$ ogni anno a società private che operano nei PVS.

Una quota significativa degli investimenti viene dedicata a progetti agroindustriali, ove la rapina delle terre (c.d. land grabbing), le violazioni dei diritti umani, lo sfruttamento dei lavoratori e la corruzione sono particolarmente diffusi. (3)

Il progetto di Feronia, nella Repubblica Democratica del Congo, è stato così finanziato dalle banche di sviluppo di Regno Unito, Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Spagna e Stati Uniti. Con oltre 180 milioni di US$, dal 2013 a oggi.

Plantations et Huileries du Congo’ (PHC), in particolare, ha ricevuto 49 milioni di dollari in prestiti da un consorzio di prestatori guidato dalla banca di sviluppo della Germania (Deutsche Investitions und Entwicklungsgesellschaft, DEG), con il supporto di quelle del Belgio e dei Paesi Bassi. (4)

Olio di palma, rapina delle terre e sfruttamento dei lavoratori in Congo. Il reclamo alla banca tedesca di sviluppo

A novembre 2018 nove comunità locali – rappresentate dalla ONG congolese RIAO-RDC, con il sostegno di un’alleanza di organizzazioni internazionali e di Paesi con banche di sviluppo coinvolte nel finanziamento di Feronia – hanno presentato reclamo alla banca tedesca per lo sviluppo (DEG). (5)

Le comunità locali della DRC denunciano il perdurante conflitto sulle terre, che continua su oltre 100 mila ettari di aree coltivabili. Lamentano un legame diretto tra la negazione di accesso alla terra e la povertà estrema delle popolazioni. Oltre allo sfruttamento dei lavoratori, nelle piantagioni di palma da olio gestite da Feronia, con paghe giornaliere tuttora inferiori a 1,25 US$.

I lavoratori intervistati dalle ONG internazionali che aderiscono al reclamo riferiscono addirittura che una parte dei loro stipendi viene pagata ‘in natura’, con prodotti come olio di palma raffinato e sapone. Una pratica che risale al periodo Unilever, nota come il ‘pacchetto Marsavco’ (dal nome della società Marsavco di Kinshasa, già di proprietà di Unilever, ora principale cliente di Feronia).

La banca di sviluppo tedesca, assieme a quelle di altri Paesi europei e USA, finanzia dunque il perpetuarsi del colonialismo più becero. Laddove alla rapina delle terre si aggiungono salari inferiori al costo della vita, povertà e malnutrizione dilaganti, nessun concreto supporto alle comunità locali. #Aiutiamoliacasaloro è un concetto ben diverso.

A seguito del reclamo, si attende che il consorzio degli istituti di credito guidato da DEG costringa Feronia a una risoluzione delle controversie con le comunità. Risolvere il conflitto territoriale anzitutto, e garantire i diritti umani fondamentali con azioni concrete da sottoporre a verifica continuativa da parte delle ONG internazionali.

Olio di palma sostenibile? A chi ancora creda a questa ignobile messinscena si conferma che Feronia è uno dei vari palmocrati che aderiscono a RSPO. (6)

Vergogna!

Dario Dongo

(1) Margarine Unie (Union) a sua volta era stata costituita dai produttori di margarine Jurgens e Van den Bergh, Jbusinesses, Centra e Schicht. E aveva già acquisito, nel 1928-1929, i gruppi Calvé-Delft (F-NL) e Hartog (NL)

(2) Un ampio rapporto sulla vicenda Feronia è disponibile sul sito della ONG Grain, su https://www.grain.org/article/entries/5564-land-conflicts-and-shady-finances-plague-dr-congo-palm-oil-company-backed-by-development-funds.pdf

(3) Un celebre esempio è il finanziamento di progetti di deforestazione e rapina delle terre in Gabon, da parte della Banca Mondiale, per la coltivazione intensiva di palma da olio. Si veda https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/olio-di-palma-e-deforestazioni-nell-eden-dell-africa-coi-soldi-della-banca-mondiale

(4) I fondi delle DFIs di Regno Unito, Spagna, Francia e USA detengono invece azioni di Feronia Inc., in via diretta o tramite intermediari

(5) Il testo della denuncia è disponibile su https://www.farmlandgrab.org/uploads/attachment/DEG_Complaint_PHC_Annexes_final_redacted.pdf.

(6) V. https://www.rspo.org/members/5284/Feronia-Inc

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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