Il 27 gennaio 2023 Word Health Organization (WHO) ha aggiornato le raccomandazioni agli Stati membri sulle scorte alimentari e di farmaci da organizzare in vista di possibili emergenze nucleari (1,2).
1) Emergenze nucleari, introduzione
Le emergenze nucleari e radiologiche sono state incluse, a partire dal 2008, nel campo di applicazione degli International Health Regulations (2005). I Paesi membri devono perciò adempiere ai requisiti essenziali di organizzazione in risposta alle emergenze da radiazioni, e la sanità pubblica deve essere preparata a fornire assistenza alle persone colpite. (3)
Il documento ‘National stockpiles for radiological and nuclear emergencies, policy advice’ (2023) sostituisce il precedente rapporto WHO (2007) sullo sviluppo delle scorte per le emergenze da radiazioni. Offrendo tra l’altro informazioni aggiornate su alcuni farmaci da inserire delle scorte, per la gestione clinica delle lesioni da radiazioni in diversi Paesi.
2) Emergenze radio-nucleari, il ruolo di WHO
WHO utilizza i suoi Centri di collaborazione e le reti di esperti globali – Radiation Emergency Medical Preparedness and Assistance Network (REMPAN) e BioDoseNet – per assistere i Paesi a rafforzare le loro dotazioni nazionali attraverso lo sviluppo di linee guida e strumenti tecnici, la diffusione di informazioni, la formazione, le esercitazioni e il sostegno a ricerca e sviluppo.
IACRNE (Inter-Agency Committee on Radiological and Nuclear Emergencies) e IAEA (International Atomic Energy Agency) a loro volta collaborano con WHO per fornire consulenza politica e supporto tecnico alle autorità sanitarie nazionali in materia di preparazione, risposta, recupero e follow-up a lungo termine per le popolazioni colpite da emergenze radioattive.
3) Scorte nazionali per le emergenze nucleari
Le scorte nazionali per le emergenze da radiazioni devono comprendere prodotti farmaceutici specifici, PPE (personal protective equipment) e dispositivi speciali.
Le forniture mediche atte a ridurre l’esposizione potenziale alle radiazioni ionizzanti e gestire le loro conseguenze sulla salute includono compresse di KI (ioduro di potassio. V. nota 4), agenti decorporativi, agenti alchilanti, citochine e fattori di crescita, antiemetici, agenti antidiarroici e agenti antimicrobici.
3.1) Farmaci approvati
I farmaci da inserire nelle forniture mediche di scorta sono soggetti alle regole e approvazioni farmaceutiche nazionali. Lo status normativo delle MCMs (medical countermeasures) varia da Paese a Paese (v. Figura 1).
3.2) Scorte nazionali condivise
È prevista la possibilità di stipulare accordi bilaterali o regionali con i Paesi limitrofi per condividere le scorte nazionali, soprattutto per i Paesi a basso rischio di emergenze da radiazioni, che possono scegliere di non investire nello stoccaggio dei farmaci. Il factsheet di RescUE rivela peraltro la totale assenza di preparazione, nel Vecchio Continente ora a rischio.
‘La Commissione europea sta attualmente sviluppando riserve strategiche per rispondere alle emergenze chimiche, biologiche e radio-nucleari.
La riserva comprenderà squadre di esperti, attrezzature e dispositivi per individuare e decontaminare le persone o le infrastrutture colpite. Garantirà inoltre la disponibilità di contromisure mediche come farmaci, vaccini e terapie’.
4) Tipo di radiazioni e primo soccorso
Il tipo di radiazioni (ad alto o basso trasferimento di energia lineare) determina in parte anche il fabbisogno previsto. Nel caso di esposizione a materiale radioattivo, milioni di persone possono essere esposte a basse dosi di radiazioni. In questo tipo di scenario le azioni protettive di emergenza, come il riparo e la limitazione del consumo di cibo e acqua contaminati, sono le misure più efficaci per ridurre i rischi legati all’esposizione alle radiazioni.
Gli inibitori della captazione dei radionuclidi, come lo ioduro di potassio (KI) e gli agenti decorporativi, devono in ogni caso venire somministrati il prima possibile dopo l’esposizione o addirittura in modo profilattico per il KI.
5) Contaminazione interna
L’esposizione alle radiazioni per inalazione, ingestione o ferite contaminate può comportare una contaminazione interna all’organismo. I radionuclidi possono entrare nel flusso sanguigno, colpire vari tessuti e organi-bersaglio, depositarsi negli organi. Con effetti locali e/o sistemici, immediati o persistenti.
I vari radionuclidi hanno come bersaglio organi diversi e si comportano in modo diverso nel corpo umano. Gli agenti bloccanti (i.e. ioduro di potassio) possono prevenire l’incorporazione dei radionuclidi e le decorporation therapies (es. chelazione) possono rimuoverli, riducendone il carico e così i rischi per la salute associati alle radiazioni.
6) Farmaci specifici
Alcuni agenti decorporativi e bloccanti sono indicati da WHO per la prevenzione e la gestione della contaminazione interna.
Ioduro di potassio
La somministrazione orale di iodio stabile (iodized thyroid block, ITB), attraverso compresse di ioduro di potassio (KI), è considerata una strategia efficace per ridurre il rischio di tumore alla tiroide nelle persone esposte a un rilascio accidentale di iodio radioattivo.
IAEA, WHO e altri organismi hanno pubblicato linee guida (5,6) sull’uso appropriato del KI, che viene indicato come relativamente sicuro ed efficace, se somministrato con tempestività.
Decorporation therapy
L’inalazione o l’ingestione accidentale di alcuni radionuclidi provoca una contaminazione interna (v. paragrafo 4). In questi casi si può ricorrere alla decorporation therapy per ridurre l’assorbimento dal tratto gastrointestinale, ovvero agenti diuretici, adsorbenti e agenti chelanti per rimuovere i radionuclidi dall’organismo.
Le capsule di blu di Prussia, ad esempio, sono approvate in alcuni Paesi per il trattamento via orale della contaminazione interna da cesio radioattivo. Il DTPA di Ca e Zn per il trattamento della contaminazione da radionuclidi transuranici (es. Pu, Am, Cm).
7) Acute radiation Sydrome (ARS)
L’esposizione a una dose elevata di radiazioni ionizzanti può provocare una sindrome acuta da radiazione (ARS), che si manifesta con sindromi ematopoietiche, gastrointestinali, cardiovascolari e neurologiche.
Il trattamento è previsto esclusivamente per le prime due sindromi (ematopoietica e gastrointestinale), in quanto le sindromi cardiovascolari e neurologiche sono considerate non guaribili e i pazienti necessitano solo di cure palliative.
7.1) Agenti per la gestione delle lesioni ematopoietiche
Alcuni prodotti farmaceutici utilizzati per il trattamento di altre condizioni cliniche si sono efficaci e sono stati approvati anche per il trattamento delle lesioni indotte da radiazioni, tra cui l’ARS e le lesioni locali.
I fattori di crescita (cioè le citochine) e cellule mieloidi (cioè i granulociti) o i granulociti e i macrofagi ad esempio aumentano la proliferazione dei progenitori granulocitari o granulociti-macrofagi, facilitano la maturazione mieloide e proteggono dalla morte cellulare programmata.
7.2) Agenti per la gestione delle lesioni gastrointestinali
Le radiazioni ionizzanti a dosi ≥ 5 Gray inducono la rottura della barriera mucosa gastrointestinale e l’alterazione dell’integrità strutturale del tratto gastrointestinale predisponendo la traslocazione di batteri enterici in circolo, grave diarrea secretoria, disidratazione e squilibrio elettrolitico, tutti fattori che contribuiscono a un alto tasso di mortalità (8).
Sono in corso tuttora gli studi di terapie specifiche per le radiazioni, ma nessuna è stato approvata per il trattamento delle lesioni da radiazioni al gastrointestinale. La gestione di queste lesioni ora perciò comprende la somministrazione di composti antiemetici, farmaci antidiarroici e agenti antimicrobici. Oltre alla sostituzione di fluidi ed elettroliti.
8) Gestione clinica delle lesioni da radiazioni
La ricerca è attualmente orientata verso l’identificazione di nuove vie cellulari e molecolari per nuovi farmaci in grado di trattare ampie fasce di popolazione in situazioni di emergenza radioattiva che possano essere più adatti al trattamento di vaste popolazioni. Sebbene infatti siano disponibili diversi approcci, essi coprono solo una gamma limitata di radionuclidi e alcuni richiedono somministrazioni endovenose ripetute.
I farmaci in via di sperimentazione includono:
- HOPO (composto idrossipiridinonato), per la decorporazione di radionuclidi tramite complessazione (paragonabile al DTPA),
- tensioattivi per il trattamento delle lesioni polmonari dopo l’esposizione a radiazioni per inalazione. Si tratta di agenti inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, utilizzati di routine per il trattamento dell’ipertensione e dell’insufficienza cardiaca,
- agenti che stimolano l’eritropoiesi per la gestione dell’anemia dopo esposizione a radiazioni ionizzanti.
8.1) Terapia con cellule staminali e biobanche
Le cellule staminali e progenitrici esposte alle radiazioni ionizzanti subiscono differenziazione e proliferazione, con apoptosi delle cellule staminali e alterazione di quelle cellule accessorie. La rigenerazione dei tessuti e il successivo recupero da un danno da radiazioni richiedono nuove cellule staminali, per far fronte a questi effetti tossici.
Il trapianto di cellule staminali esula peraltro dal documento WHO e richiede una legislazione, norme e procedure pertinenti per affrontare l’ampio spettro di questioni relative allo sviluppo di biobanche di biospecie umane.
9) Conclusioni provvisorie
Prevenire disastri nucleari è l’unica via di salvezza dell’umanità. I politici europei e italiani teleguidati da Oltreoceano indulgono però nel perseguire la direzione opposta, esponendo noi tutti al concreto rischio di apocalisse (8,9).
#Pacesubito, #Stopthewarnow!
Dario Dongo e Giulia Pietrollini
Note
(1) World Health Organization. National stockpiles for radiological and nuclear emergencies, policy advice. 27.1.23. https://www.who.int/publications/i/item/9789240067875, ISBN: 978-92-4-006787-5
(2) Dario Dongo. Esplosioni nucleari, preparazione e vademecum. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.3.22
(3) World Health Organization. Strengthening global preparedness to radiation emergencies https://www.who.int/activities/strengthening-global-preparedness-to-radiation-emergencies
(4) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Lo iodio da assumere in caso di incidenti nucleari. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.4.22
(5) WHO (2017). Iodine thyroid blocking. Guidelines for use in planning for and responding to radiological and nuclear emergencies. https://www.who.int/publications/i/item/9789241550185 World Health Organization, Geneva
(6) International Atomic Energy Agency, International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies, Pan American Health Organization (2018). Medical management of persons internally contaminated with radionuclides in a nuclear or radiological emergency: A manual for medical personnel. https://www-pub.iaea.org/MTCD/Publications/PDF/ EPR Contamination_web.pdf International Atomic Energy Agency, Vienna
(7) MacVittie TJ, Farese AM, Parker GA, et al. (2019). The Gastrointestinal Subsyndrome of the Acute Radiation Syndrome in Rhesus Macaques: A Systematic Review of the Lethal Dose-response Relationship With and Without Medical Management. Health Phys. Mar;116(3):305-338. doi: 10.1097/HP.0000000000000903.
(8) Benjamin Abelow. How the West Brought War to Ukraine: Understanding How U.S. and NATO Policies Led to Crisis, War, and the Risk of Nuclear Catastrophe. Siland press, 2022. ISBN 0991076702. An excerp on Canadian dimensions https://canadiandimension.com/articles/view/how-the-west-brought-war-to-ukraine
(9) Jürgen Habermas. A Plea for Negotiations. Süddeutsche Zeitung. https://archive.is/2023.02.21-144355/ https://www.sueddeutsche.de/projekte/artikel/kultur/juergen-habermas-ukraine-sz-negotiations-e480179/ 14.2.23