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Economia circolare nei sistemi agroalimentari, un’impellenza economica

La perma-crisis dei sistemi agroalimentari europei, tuttora afflitti da costi di produzione insostenibili, restituisce attualità alle riflessioni della Ellen MacArthur Foundation (UK) sull’economia circolare negli agrifood systems.

Il rapporto ‘Food circular design study’ (2021) evidenzia infatti come la circular economy sia una necessità impellente per la sostenibilità economica di imprese e filiere nel medio e lungo termine. (1) Ecco come.

1) Sistemi agroalimentari e sostenibilità economica, premessa

La sostenibilità economica – premessa sostanziale di tutti i sistemi agroalimentari – è minacciata sia da fattori geopolitici (conflitti e ostacoli di accesso alle risorse, es. acqua, suoli, energia, fertilizzanti), sia dalle distorsioni sui mercati (es. monopoli e speculazioni), sia da fattori ambientali (es. siccità e desertificazione, eventi climatici estremi).

I fattori ambientali sono a loro volta interdipendenti, in larga misura, dalle politiche agroalimentari e dalle scelte dei protagonisti delle loro filiere. (2) Ai sistemi agroalimentari viene infatti attribuito un terzo delle emissioni globali di gas serra (Greenhouse Gases, GHGs), oltre a un impatto superiore al 50% sulla perdita di biodiversità. (3)

3) Business-as-usual vs. economia circolare

I dati che emergono da alcune ricerche – pur inevitabilmente approssimativi, nella complessità dei sistemi e le correlazioni – indicano che l’impatto delle produzioni alimentari sui costi di sanità pubblica, ambiente ed economia sarebbe pari al doppio del loro valore. (2)

Una transizione dei sistemi agroalimentari, secondo la Ellen MacArthur Foundation, potrebbe teoricamente condurre alla riduzione fino alla metà dei predetti costi, circa 5,7 trilioni di dollari a livello globale. (4) Passando da un modello lineare di ‘take-make-waste’ a quello di economia circolare.

4) Food circular design, il rapporto della Ellen Mac Arthur Foundation

The big food redesign: Regenerating nature with circular economy’ sottolinea il ruolo determinante dei grandi gruppi industriali e del retail nella transizione ecologica dei sistemi alimentari, verso un modello di economia circolare.

Il 40% della Superficie Agricola Utilizzata in UE, secondo il rapporto della Ellen MacArthur Foundation , dipende dalle sole scelte di dieci colossi. I quali sono oggi parte dei problemi sopra accennati ma potrebbero divenire parte della soluzione, e trarne beneficio.

5) Food circular (re-)design

Food circular (re-)design è l’approccio proposto dalla Ellen MacArthur Foundation per applicare l’economia circolare ai sistemi agroalimentari partendo dal re-design dei prodotti di largo consumo.

Un filo conduttore per la ricerca e innovazione, coinvolgendo chi di fatto domina la catena del valore per risalire a monte le filiere di produzione di ingredienti e materiali d’imballaggio, (5) fino alla produzione agricola primaria.

L’economia – prima ancora dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance) che pure oggi impongono a un numero crescente di operatori il Corporate Sustainability Reporting (CSR) – è la logica essenziale da seguire.

6) Riformulare gli alimenti in chiave di sostenibilità

Il modello proposto nel rapporto in esame considera la riformulazione degli alimenti – e la scelta dei loro ingredienti – quale chiave di lettura per promuovere l’economia circolare nei sistemi agroalimentari, from farm to fork. E realizzare al contempo obiettivi di sostenibilità economica – maggiori rese, minori costi – oltreché ambientali.

6.1) Agrobiodiversità

Il 60% degli apporti energetici alimentari, secondo la Ellen MacArthur Foundation, deriva oggi da quattro colture: mais, riso, grano e patate. Diversificare gli ingredienti utilizzati nelle produzioni di alimenti e mangimi potrebbe stimolare il recupero del l’agrobiodiversità, recuperando molti ingredienti di rilevanza locale con minor impatto sugli ecosistemi.

L’agrobiodiversità postula maggiore attenzione ai contesti locali, avuto riguardo alle colture tradizionali che sono spesso legate alle caratteristiche ambientali e climatiche dei territori. (6) E può tradursi non solo nell’arricchimento dell’offerta ma anche nella maggiore resilienza delle colture, possibilmente anche nella valorizzazione dei sistemi agroalimentari locali.

6.2) Ingredienti a minor impatto ambientale

La valutazione d’impatto ambientale delle diverse colture dovrebbe altresì guidare le scelte di diversificazione degli ingredienti destinati ad alimenti e mangimi. Tenuto conto dei consumi di suolo, acqua, input in agricoltura, ma anche delle emissioni di gas a effetto serra (GHGs).

La sostituzione anche parziale della farina di frumento con la farina di piselli nei cereali per la prima colazione, ad esempio, può consentire ridurre le emissioni di Greenhouse Gases fino al 40% e la perdita di biodiversità fino al 5%, a livello di produzione agricola primaria.

I legumi, come evidenziato nel rapporto FAO ‘The global economy of pulses’ (2019), possono infatti ridurre la necessità di fertilizzanti azotati fissando l’azoto nel terreno in misura ben superiore a quella di molte colture cerealicole. Oltre a rafforzare la salute del suolo.

6.3) Upcycling

L’upcycling ha un potenziale straordinario sia nella riduzione dei costi di produzione – valorizzando il recupero virtuoso dei coprodotti a minore valore aggiunto (7,8) – sia nella gestione ambientale di scarti che in alcuni casi sono altrimenti destinati a rifiuti (9,10). #wasteless.

Il recupero virtuoso dei flussi laterali delle merci ha l’effetto primario di alleviare la pressione sugli ecosistemi e massimizzare il rendimento degli investimenti sui suoli, gli input agricoli, l’energia e gli altri fattori produttivi in agricoltura e trasformazione. Niente di più logico.

6.4) Agroecologia

L’agroecologia è la chiave della rigenerazione e l’economia circolare nei sistemi agroalimentari (FAO, 2019). (11) Si ha perciò riguardo a prassi agronomiche basate sulla riduzione al minimo delle lavorazioni del terreno, la rotazione delle colture e la consociazione di varietà diverse, l’eliminazione di pesticidi ed erbicidi di sintesi e la drastica riduzione di altri input. (12)

Il metodo biologico – a seguito di un periodo di conversione, utile anche al ripristino della salute dei suoli – consente di registrare aumenti nelle rese e fornire una remunerazione aggiuntiva per gli agricoltori. (13) Oltre a generare benefici significativi per la biodiversità e gli ecosistemi, con vantaggi duraturi in termini di resilienza e food security.

7) Food circular (re-design), i risultati positivi su tre filiere

L’applicazione dei metodi rigenerativi sopra descritti alle filiere di tre ingredienti di largo consumo – grano, patate e latticini – mostra come questo approccio possa ridurre le emissioni di gas serra (Greenhouse Gases, GHG) e la perdita di biodiversità in misura del 70% e 50%, rispettivamente, a livello di azienda agricola.

La riduzione dell’impatto ambientale di cui sopra in un orizzonte di 8 anni, secondo lo studio condotto dalla Ellen MacArthur Foundation, si accompagna a un incremento della produzione alimentare superiore del 50% e un aumento netto di 3.100 dollari di remunerazione annua per ettaro a favore degli agricoltori, rispetto alla situazione di base.

8) Food circular re-design, cinque raccomandazioni

Il report – oltre a offrire esempi di applicazione dell’economia circolare in diverse filiere dei sistemi agroalimentari – propone cinque raccomandazioni rivolte alle imprese che intendano avviare un percorso di ‘circular redesign for food’:

1) creare piani d’azione ambiziosi e ben finanziati, per trasformare il portafoglio prodotti all’insegna dell’eco-compatibilità,

2) creare una nuova dinamica di collaborazione con gli agricoltori, per sviluppare e valorizzare l’agroecologia,

3) sviluppare prodotti iconici per mostrare il potenziale del design circolare per il cibo,

4) contribuire allo sviluppo e applicare metriche e standard comuni, es. biologico, in azienda e nella filiera,

5) sostenere politiche che supportino un sistema alimentare positivo per gli ecosistemi e la biodiversità.

9) Conclusioni provvisorie

Il ‘food circular (re-design)’, secondo la Ellen MacArthur Foundation, potrebbe generare benefici annuali fino a 2,7 trilioni di dollari entro il 2050, se le misure proposte venissero adottate su scala globale. L’economia circolare applicata ai sistemi agroalimentari ha un ruolo chiave nel favorire queste opportunità.

Dario Dongo e Giulia Pietrollini

Note

(1) Ellen MacArthur Foundation (2021). The big food redesign study: Regenerating nature with the circular economy https://ellenmacarthurfoundation.org/the-big-food-redesign-study 2021

(2) Boston Consulting Group (2021). The biodiversity crisis is a business crisis. Chatham House, Food system impacts on biodiversity loss – three levers for food system transformation in support of nature

(3) Dario Dongo. Biodiversità ed emergenza climatica, il filo comune. Égalité. 13.2.20

(4) Ellen MacArthur Foundation (2019). Cities and circular economy for food https://ellenmacarthurfoundation.org/cities-and-circular-economy-for-food

(5) Dario Dongo, Luca Foltran. Plastica, un impegno globale contro i rifiuti. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.11.18

(6) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Agrobiodiversità, transizione ecologica e micoproteine. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.4.23

(7) Dario Dongo. Upcycling, la via maestra di ricerca e innovazione. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.1.23

(8) Dario Dongo e Giulia Pietrollini. Upcycling economy, upcycled food. La rivoluzione contro gli sprechi. GIFT (Great Italian Food Trade). 31.1.23

(9) Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna. Wasteless, progetto di ricerca UE su economia circolare e blockchain. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.9.22

(10) Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna. EcoeFISHent, upcycling e blue economy nella filiera ittica. Il progetto di ricerca UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 18.10.21

(11) Dario Dongo, Camilla Fincardi. Agroecologia, SDGs, salvezza. Il decalogo della FAO. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.4.20

(12) Dario Dongo, Marta Strinati. Uso sostenibile dei pesticidi, le richieste di riforma della società civile. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.9.22

(13) Dario Dongo, Giulia Orsi. Agricoltura bio. Resilienza e food security, equa remunerazione. Lo studio svedese. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.3.21

(14) Sabrina Bergamini. 10 anni di agroecologia per salvare l’Europa, lo studio IDDRI. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.3.19

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