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Interferenti endocrini, consultazione a Bruxelles

Interferenti endocrini, consultazione della Commissione europea sulle regole. (1) L’Istituto Superiore di Sanità e le organizzazioni scandinave si battono per applicare criteri scientifici omogenei e il principio di precauzione. Mentre l’industria chimica e le confederazioni agricole conniventi lamentano il rigore a loro dire eccessivo delle pur blande misure che vigono in Europa.

Interferenti endocrini, la vergogna d’Europa

Un interferente endocrino  è una sostanza o una miscela esogena che altera le funzioni del sistema endocrino e di conseguenza causa effetti avversi sulla salute in un organismo intatto, o nella sua progenie o (sotto) popolazioni.  […] Effetto critico, gravità, (ir)reversibilità e aspetti di potenza fanno parte della caratterizzazione dei pericoli degli ED [Endocrine Disruptors].’ (2)

L’interferenza endocrina viene accettata mediante verifica del ricorrere di tre presupposti:

1) un effetto negativo  in un organismo intatto o in una (sotto) popolazione,

2) un’attività endocrina,

3) una relazione causale  plausibile tra i due.

Le sostanze chimiche  pericolose e loro miscele possono venire trovate ovunque, a partire dai prodotti di uso quotidiano. Materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA), cosmetici, giocattoli, plastiche per usi diversi, tessuti e abbigliamento, elettronica,  etc. Oltre ai prodotti per la pulizia e per varie attività professionali, compresa l’agricoltura (es.  pesticidi, erbicidi). Alcuni di essi aumentano il rischio di malattie gravi, ivi compresi danni al sistema riproduttivo, malformazioni, mutazioni genetiche, tumori. Altri danneggiano l’ambiente.

Il Tribunale UE  aveva condannato  la Commissione europea, nel 2015, per non avere considerato i rischi di interferenza endocrina nelle procedure di autorizzazione degli agrotossici. Il Parlamento europeo ha successivamente contestato, nel 2017, le blande misure adottate per la prevenzione dei citati rischi nel regolamento CE 1107/09, ‘relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari’.

Il 7.11.18 la Commissione europea  ha adottato la sua comunicazione ‘Verso un quadro globale dell’UE sugli interferenti endocrini’ per aggiornare, meglio tardi che mai, la strategia del 1999. (3) Riconoscendo la necessità di ‘un’analisi sistematica della coerenza delle disposizioni pertinenti sugli interferenti endocrini nell’ambito delle misure giuridiche dell’UE.’ (4) Un modo come un altro per prendere tempo e posticipare la doverosa iniziativa politica a tutela della salute pubblica. L’esecutivo UE si riconferma a servizio delle  toxic lobbies. Nel settore chimico, come in quello alimentare.

Il 18.4.19 il Parlamento europeo  ha adottato una risoluzione vivace, provando ancora una volta a richiamare la Commissione ai propri doveri di tutela prioritaria della salute pubblica. (5) Ma ancora una volta era troppo tardi, a fine legislatura, per ottenere una modifica della situazione. Bruxelles ha così avviato il  Fitness Check, cioè una fase di verifica di adeguatezza del sistema complessivo delle norme in esame. (6) A seguire, le più lucide posizioni finora raccolte nell’ambito della procedura di consultazione.

International Chemical Secretariat, ONG (Svezia)

ChemSec, è un’associazione svedese in prima linea nella protezione dei cittadini europei dai pericoli chimici. Interviene per sottolineare – in linea con le posizioni espresse da Parlamento europeo, Consiglio (7), altre ONG e parti interessate – come il  Fitness Check  rappresenti un inutile spreco di tempo e risorse. I dati scientifici e giuridici a disposizione impongono invece di passare dall’analisi all’azione.

Il recente studio  del Parlamento europeo ‘Interferenti endocrini, dalle prove scientifiche alla protezione della salute umana’ offre un panorama esaustivo sulla minaccia globale rappresentata da circa 800 sostanze sospettate di essere ED. Ma a tutt’oggi la Commissione europea non ha adottato le misure orizzontali che avrebbe dovuto assumere, entro il 2015, per garantire la riduzione al minimo dell’esposizione agli interferenti endocrini. A dispetto dei gravi e conclamati rischi per la salute umana e animale che ne derivano. Questa panoramica dovrebbe essere sufficiente per guidare azioni più concrete.

Riparare è venti volte più difficile che prevenire’.  (Henri-Frédéric Amiel (1821-1881)

Bruxelles  deve quindi intervenire subito per integrare i vari regolamenti con definizioni, linee guida, criteri di analisi e gestione del rischio. Affinché le diverse normative rispettino l’obiettivo fondamentale di proteggere la salute umana e l’ambiente. Riducendo al minimo l’esposizione agli interferenti endocrini da qualsiasi fonte, alimentare e ambientale.

Istituto Superiore di Sanità (ISS)

Il professor Alberto Mantovani, tossicologo di fama internazionale con grande esperienza di ricerca in merito all’impatto degli interferenti endocrini sulla salute, a sua volta interviene nella consultazione in nome dell’ISS. Gli ED devono venire affrontati con coerenza, su base scientifica, con un approccio olistico orientato sul lungo termine. Ciò non deve tuttavia ritardare l’adozione di riforme che possono già essere effettuate sulle normative di settore (es.  biocidi, pesticidi).

La pietra miliare  è il principio ‘una sostanza, una tossicologia’. Vale a dire che si devono sempre adottare gli stessi criteri scientifici, per valutare i rischi associati a una determinata sostanza. Quand’anche le valutazioni siano funzionali a diversi ambiti regolatori. Se la sostanza X, ad esempio, è identificata come un  endocrine disruptor  (ED) nell’esame di un additivo alimentare, la stessa valutazione va utilizzata anche ai fini della sua autorizzazione come ingrediente cosmetico, additivo per mangimi,  etc.

L’intero processo  di valutazione dell’ED deve venire basato su prove scientifiche idonee e trasparenti, con debita valutazione delle incertezze e approccio cautelativo. Va sottolineato che la valutazione dell’ED tuttora sconta importanti lacune di conoscenza (es. definizione di una ‘soglia’, screening di effetti diabetogenico e obesogenico,  etc.). il riscontro di una ricerca solida e mirata è dunque parte essenziale per lo sviluppo di un quadro normativo efficace.

Attenzione e risorse  devono poi venire dedicate all’identificazione di sostanze alternative sicure e rimedi ambientali, che in un prossimo futuro potranno effettivamente assumere rilevanza prioritaria. Alberto Mantovani annota tra l’altro come il documento non citi il piano d’azione per l’economia circolare né la strategia sulla plastica, che dovrebbero invece venire considerate proprio per ridurre al minimo l’esposizione agli interferenti endocrini.

Il dialogo  tra le parti sociali interessate e la Commissione europea, per poter essere efficace, deve includere un sistema permanente e strutturato di scambio e consultazione delle informazioni. La strategia europea deve poi assumere una dimensione internazionale, per proteggere efficacemente la salute e l’ambiente in Europa e promuovere il modello di produzione europeo di alimenti e merci sul mercato globale (es. Paesi BRIC, USA).

Anonymous

L’industria chimica  tedesca (leggasi  Big 4) e i giovani agricoltori spagnoli che aderiscono alla ‘confederazione delle confederazioni agricole’ in Europa (Copa-Cogeca) condividono posizioni poco inclini a ulteriori valutazioni dei rischi su pesticidi e altre sostanze. Niente di nuovo, ricordando la precedente alleanza sul glifosate, nel 2016.

Anonymous  richiama invece un aspetto cruciale, la salvaguardia delle  api. Le procedure di autorizzazione degli agrotossici non devono più prescindere dall’esecuzione dei test sulla sicurezza delle sostanze per la salute degli insetti impollinatori. Applicando i criteri definiti nel 2013 dall’EFSA (European Food Safety Authority), di cui ora si sta organizzando la revisione. (8) L’Unione europea deve adottare misure drastiche per fermare il declino delle api. In primo luogo, è necessario e urgente testare correttamente i pesticidi prima che vengano immessi sul mercato. In linea, tra l’altro, con l’iniziativa dei consumatori europei ‘Salviamo le Api!’ che invitiamo tutti i nostri lettori a sottoscrivere e promuovere.

Cazeau Ronald, microimpresa francese nel settore delle costruzioni e rilevazioni ambientali, a sua volta denuncia la carenza di informazioni sulla presenza di interferenti endocrini in materiali e prodotti che i lavoratori del settore edile e altri contigui utilizzano e gestiscono ogni giorno senza alcuna protezione. Con esposizione fisica diretta, per contatto e inalazione. I lavoratori devono venire informati con precisione in merito ai rischi legati all’impiego di tali sostanze e ai dispositivi di protezione individuale da utilizzare. È a tal fine necessario definire etichette europee standardizzate. Nonché restrizioni e ricerca di sostanze alternative, aggiungiamo noi. In un settore, quello dei materiali destinati a utilizzo professionale, che tuttora sfugge a regole uniformi effettivamente basate sull’analisi del rischio.

#Égalité!

Dario Dongo

Note

(1) Commissione europea,  Fitness Check on Endocrine Disruptors, su  https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/initiative/2142/publication/5538010/attachment/090166e5c4d35b44_en
(2) Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS). (2014).  Memorandum on Endocrine Disruptors. European Union, Dec 16 2014.
doi: 10.2772/52077,  https://ec.europa.eu/health/sites/health/files/scientific_committees/consumer_safety/docs/sccs_s_009.pdf
(3) ‘Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e Sociele europeo e al Comitato delle Regioni verso un quadro completo dell’Unione europea in materia di interferenti endocrini’, COM/2018/734 final, su  https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?qid=1541753794520&uri=COM%3A2018%3A734%3AFIN
(4) Regolamenti sulla sicurezza delle sostanze chimiche (c.d. REACH,  Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals, reg. CE  1907/09), fitofarmaci (reg. CE 1107/09), cosmetici (reg. CE 1223/09), biocidi (reg. UE 528/12), dispositivi medici (dir. 2017/745). Oltre alla direttiva-quadro sulle acque (dir. 2000/60/CE) e quella sui giocattoli (dir. 2009/48/CE)
(5) V. ‘Risoluzione del Parlamento europeo su un quadro completo dell’Unione europea in materia di interferenti endocrini’ (2019/2683 RSP), su  http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/B-8-2019-0241_EN.html
(6) V. nota 1
(7) Consiglio europeo, 26.6.19. ‘Towards a Sustainable Chemicals Policy Strategy of the Union, Council conclusions’. Su http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-10713-2019-INIT/en/pdf
(8) EFSA (2013).  Guidance on the risk assessment of plant protection products on bees (Apis mellifera, Bombus spp. and solitary bees). EFSA Journal 2013;11(7):3295. doi: 10.2903/j.efsa.2013.3295. Aggiornamento 4.7.14 su  https://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/3295. Per la procedura di revisione ora in corso, si veda  https://www.efsa.europa.eu/en/press/news/190508

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