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Deforestazioni, l’UE rispetti gli impegni

I capi indigeni e gli attivisti dei diritti umani, giunti a Bruxelles da Liberia, Indonesia e Colombia, hanno consegnato il 29.6.2018 alla Commissione europea la petizione che ha raccolto più di 159.000 firme in meno di due mesi. Parola-chiave, deforestazioni. L’Europa rispetti i suoi impegni contro la deforestazione.

Deforestazione e cambiamenti climatici

Le foreste tropicali spariscono alla velocità di 29 milioni di ettari per anno. Nel 2017, un’area estesa quanto l’Italia è andata distrutta. Un campo da football al secondo.(1)

L’impatto sulle società e le loro economie tradizionali, oltreché sull’ambiente, è micidiale. Poiché a bruciare sono i mezzi di sussistenza di circa 1,6 miliardi di individui. E le foreste – oltre a costituire una fonte essenziale di cibo – sono anche la patria dell’80% della biodiversità globale. Con un ruolo unico nel ciclo globale del carbonio.

La deforestazione globale emette ogni anno più gas-serra dell’intera Unione europea. Emissioni destinate a protrarsi per almeno 7-8 decenni, a seguito degli ecocidi. (2) I suoi moventi sono diversi, bensì accomunati dalll’estensione di monocolture per la produzione di commodities alimentari.

We now have even more evidence that climate change is caused not just by burning coal and oil for transport and energy, but by the industrial food system itself and the corporate quest for profits that drives its expansion. Indeed, climate change and land grabs are inextricably linked.’ (3)

Due terzi delle deforestazioni tropicali sono provocati dalla gestione irresponsabile delle foreste con finalità agricole speculative, legate alla crescente domanda di soia e olio di palma. (4) Ed è proprio la monotonia della domanda – sempre ispirata alla massimizzazione dei profitti, a ogni costo – ad alimentare appunto la deforestazione.

L’Europa non può continuare a connivere. Almeno la metà delle superfici disboscate illegalmente è utilizzata proprio per soddisfare il mercato europeo, mentre le banche del vecchio continente mantengono la leadership nel finanziamento dell’espansione dell’agrobusiness nei Paesi delle ex-colonie tropicali.

Gli incendi delle foreste, tuttora in corso a servizio dell’espansione della monocoltura della palma da olio ha colpito duramente l’Indonesia. Provocando emissioni tra 207 e 650 tonnellate di carbonio per ettaro. (5) Causando, nel solo 2015, emissioni tra 1.600 e 1.800 miliardi di tonnellate di CO2. Un inquinamento atmosferico senza pari, dalla prima rivoluzione industriale a oggi, con gravissimi impatti sulla salute umana. (6)

Combattere i cambiamenti climatici

Per ridurre le emissioni di gas-serra, i governi del pianeta hanno riconosciuto che il fermo alla deforestazione è lo strumento più semplice ed economico. Ed è proprio perciò che un capitolo fondamentale dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici riguarda azioni idonee a mitigare le deforestazioni.

Meeting the internationally agreed objective of keeping global temperature rise below 2°C compared to pre-industrial levels will require a cut in global emissions of at least 50% below 1990 levels by 2050. This reduction will be impossible to achieve without substantial action to combat deforestation’ (Commissione europea, ‘Combatting tropical deforestation: the REDD+ initiative’) (7)

L’obiettivo dell’Accordo di Parigi postula l’arresto delle deforestazioni e la drastica riduzione del consumo di combustibili fossili. Ma non basta. Gli ecosistemi forestali degradati devono venire ripristinati lavorando assieme alle comunità locali!

Parola chiave, agroforestazione. Nei paesaggi agricoli popolati c’è un potenziale enorme, che può essere utilizzato per aumentare lo stoccaggio di carbonio.(8) E ridare alle comunità – nelle zone tropicali spesso vittime di land grabbing – le loro terre ancestrali e la loro fonte principale di sostentamento.

The forest is the source of our lives. This is why deforestation removes and limits our ability to live with dignity. Logging and plantation companies in Indonesia continue to demolish, evict, and destroy our forests and agro-forests. Communities have lost and are still losing their livelihoods. They now have difficulties in finding decent sources of food. Their indigenous knowledge is threatened and they are suffering malnutrition and health problems. Even well-planned development assistance programmes cannot replace the benefits of the forests being lost. Action has to be taken to stop rights violations and forest clearance’ (Franky Samperante, ONG Pusaka, Indonesia). (9)

La petizione

Il 4 maggio 2018 oltre 20 ONG in tutto il mondo hanno deciso di intervenire proattivamente. Raccogliendo più di 159.000 firme in meno di due mesi.

Obiettivo della petizione è esortare l’Unione europea a rispettare gli impegni assunti a livello internazionale per fermare le deforestazioni. Promuovendo la formazione di un Piano d’Azione europeo per proteggere le foreste e rispettare i diritti delle comunità locali.

Sin dal 2008 l’Unione europea si è impegnata ad arrestare la distruzione delle foreste al più tardi entro il 2030 (ipotizzando che in tale periodo qualche area verde sarà sopravvissuta agli scempi che incedono) e a dimezzare la deforestazione tropicale lorda entro il 2020. (10) Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals) più consoni – fermare la deforestazione e la perdita di biodiversità, nonché ripristinare le foreste degradate entro il 2020 – sono stati frattanto definiti a livello di Nazioni Unite.

A meno di diciotto mesi dal 2020, peraltro, le industrie aventi sede in Europa non hanno fatto alcun concreto passo avanti. Mentre la deforestazione avanza. Vergogna!

È ora che l’Europa rispetti i propri impegni.

Giulia Torre e Dario Dongo

Note

(1) https://www.theguardian.com/environment/ng-interactive/2018/jun/27/one-football-pitch-of-forest-lost-every-second-in-2017-data-reveals

(2) Grassi G, House J, Dentener F, Federici S, den Elzen M, Penman J. (2017) The key role of forests in meeting climate targets requires science for credible mitigation. Nature Climate Change, 7:220-226

(3) Grain, rapporto ‘The global farmland grab in 2016: how big, how bad?”, 14.6.16

(4) Cfr. Supply-Change, rapporto ‘Corporations, Commodities, and Commitments that Count’, marzo 2015, su https://forest-trends.org//wp-content/uploads/2018/04/Supply-Change_Report.pdf.

(5) http://ec.europa.eu/environment/forests/pdf/palm_oil_study_kh0218208enn_new.pdf

(6) La grave foschia del 2015, durata ben tre mesi, ha causato circa 100.300 morti premature per malattie respiratorie in Indonesia, Malesia e Singapore. V. Greenpeace, rapporto ‘The moment of Truth’, 19.3.18, su https://storage.googleapis.com/p4-production-content/international/wp-content/uploads/2018/03/db5ec2fd-gp_mot_v4.6_pages.pdf

(7) https://ec.europa.eu/clima/policies/forests/deforestation_en

(8) V. FERN, report “Return of the trees’, dicembre 2017, su https://unfccc.int/sites/default/files/resource/20_fern_RFN_returntrees.pdf

(9) https://fern.org/sites/default/files/news-pdf/PetitionDeliveryPR_FINAL_0.pdf

(10) Tale obiettivo, da valutarsi rispetto alla deforestazione nel 2008, è stato definito nella ‘Comunicazione relativa ai problemi di deforestazione e degrado forestale da affrontare per combattere i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità’, documenti COM(2008)645

Laureata in giurisprudenza, master in European Food Law, si occupa di legislazione agro-alimentare, veterinaria, agricola. Dottoranda alla Scuola per il Sistema Agroalimentare AGRISYSTEM, Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi in materia di novel food.

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