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Barrette proteiche, 2 su 3 contengono meno proteine di quelle dichiarate. La nostra indagine

Due terzi delle barrette proteiche più diffuse contengono meno proteine di quelle dichiarate in etichetta. Fino al 25% in meno. La nostra indagine di mercato, con analisi di laboratorio su alcuni dei prodotti più venduti in Italia.

Barrette proteiche, la nostra indagine

Il campionamento è stato eseguito su barrette con tenori di proteine medio (30-40%) ed elevato (50%). Complessivamente 12 prodotti, di 8 marche diverse (Enervit, Equilibra, Matt, Named, Pro Action, Pro Nutrition, Ultimate, Watt).

Le analisi, affidate al laboratorio accreditato BioChemie Lab, hanno misurato la quantità effettiva di proteine in ciascuno dei campioni analizzati.

Si è quindi proceduto a raffrontare i valori analitici di ciascun prodotto con i claim nutrizionali riportati sulle rispettive etichette.

I risultati mostrano una netta distinzione di operatori e prodotti in tre categorie. Quelli di cui fidarsi, quelli mediamente affidabili e quelli fuorilegge.

Proteine vere

Un terzo delle barrette analizzate, 4 su 12, risulta contenere una quantità di proteine pari o superiore ai valori dichiarati.

Colore verde – giudizio ottimo – viene attribuito ai seguenti prodotti, esposti nell’ordine di fedeltà tra contenuto effettivo e valore dichiarato:

– Enervit Protein Deal Bar Crispy Cookie 55g, (proteine 36%), conformità esatta,

– Enervit Gymline Muscle Bar mandorle 60g, (proteine 50%) +2%,

– Matt Sport Iperprotein power cioccolato 35g, (proteine 30%) +3%,

– Pro Action Protein Sport cioccolate coconut 35g, (proteine 30%) +8%.

Proteine quasi in regola

Colore giallo – giudizio medio – viene attribuito a 4 prodotti i cui tenori proteici effettivi risultano inferiori, tra il 2 e il 7%, rispetto a quelli citati in etichetta:

– Pro Action Protein Bar 38% gusto Chocolate 80g, (38% proteine) -2%,

– Equilibra Sport&Fit Line Protein cioccolato al latte 35g, (proteine 31%) -2%,

– Ultimate Sport, barretta proteica gusto cocco 40g,(proteine 33%) -5%,

– Equilibra Sport&Fit Line Protein 35% gusto Dark Chocolate 45g, (proteine 35%) -7%.

Proteine scarse

Colore rosso – giudizio negativo – va invece a 4 barrette il cui tenore proteico effettivo è decisamente inferiore a quello dichiarato.

– Watt Big Bar 30% gusto cocco 80g, -11%,

– Pro Nutrition HydroLyzed Bar 50%, Fondente Zero Cocco 55g, -12%.

– Named Super Protein bar 45% gusto cocco 70g (45% proteine, in teoria), -18%,

– Named Protein bar 35% gusto Wild Berries 50g (35%), precipita invece a -25%.

Claim nutrizionali. Le tolleranze ammesse (e quelle vietate)

Il regolamento Nutrition & Health Claims disciplina a livello europeo l’impiego delle indicazioni nutrizionali e salutistiche relative ai prodotti alimentari (reg. CE 1924/06).

Indicazione nutrizionale’ è ‘qualunque indicazione che affermi, suggerisca o sottintenda che un alimento abbia particolari proprietà nutrizionali benefiche, dovute:

a) all’energia (valore calorico) che apporta, apporta a tasso ridotto o accresciuto, o non apporta, e/o

b) alle sostanze nutritive o di altro tipo che contiene, contiene in proporzioni ridotte o accresciute, o non contiene‘ (reg. CE 1924/06, art. 2.2.4).

Le linee guida della Commissione europea sui controlli pubblici ufficiali in tema di dichiarazioni e indicazioni nutrizionali offrono poi agli Stati membri i criteri da seguire per verificare la conformità delle etichette. (1)

Qualora i prodotti riportino indicazioni nutrizionali (nutrition claim) e/o relative alla salute (health claim), le tolleranze su eventuali difformità tra i valori effettivi e quelli dichiarati in etichetta variano in relazione al tenore proteico dei singoli alimenti:

– <10 g proteine per 100 g alimento, +4 g tolleranza

– 10-40 g proteine per 100 g prodotto, +40% tolleranza

– >40 g proteine per 100 g alimento, +16 g tolleranza. (2)

Si noti bene che queste tolleranze sono ammesse soltanto in eccesso (+) e non anche in difetto (+, -). Vale a dire che si può ammettere un tenore proteico effettivo superiore, mai inferiore, rispetto a quello dichiarato.

Conclusioni provvisorie

Gli esiti delle analisi di laboratorio inducono a considerare che in un mercato vivace e in crescita, come quello in esame, coesistano operatori seri, più o meno rigorosi, e alcuni ‘furbetti’.

Il valore effettivo e percepito di questi prodotti è infatti strettamente legato al contenuto proteico, che ne rappresenta l’elemento principale di richiamo ed è tendenzialmente proporzionato al prezzo. Ma se il valore reale è inferiore – e non di poco – a quello dichiarato, si è in presenza di un bidone.

Ulteriori analisi dovrebbero venire condotte, anche da parte delle autorità competenti, per verificare la possibile sussistenza di illeciti degni di sanzione amministrativa e penale. (3)

Il boom delle barrette proteiche

I consumi di protein bar sono stimati corrispondere a 230-280 milioni di euro di spesa complessiva in Unione Europea. Solo in Germania, Inghilterra, Francia e Italia i consumatori hanno comprato questi prodotti per 211,5 milioni di euro nel 2018. E si prevede raggiungeranno i 258 milioni di euro nel 2020 (Euromonitor).

Il boom delle barrette proteiche è legato all’esperienza degli sportivi che, nel corso degli anni, le hanno fatte scoprire al grande pubblico. Ed è facile a spiegarsi. Poiché si tratta di alimenti ‘on the go’, facili da conservare e portare con sé, da utilizzare come snack o anche in sostituzione dei pasti fuori casa, a seconda delle dimensioni/quantità e degli apporti nutritivi. Grazie a profili nutrizionali generalmente equilibrati, che consentono di integrare il fabbisogno proteico quotidiano anche con gli aminoacidi essenziali, di facile assimilazione.

L’importanza delle proteine

Il ruolo delle proteine è centrale per la salute e il benessere. Come spiega la Scuola di Salute Pubblica dell’Università di Harvard, ‘le proteine si trovano in tutto il corpo, nei muscoli, nelle ossa, nella pelle, nei capelli e praticamente in ogni altra parte o tessuto del corpo. Compongono gli enzimi che alimentano molte reazioni chimiche e l’emoglobina, che trasporta l’ossigeno nel sangue. Almeno 10.000 diverse proteine ti rendono ciò che sei e ti mantengono in questo modo.

Le proteine sono costituite da oltre 20 elementi di base chiamati amminoacidi. Poiché non immagazziniamo aminoacidi, i nostri corpi li producono in due modi diversi: da zero o modificandone altri. Nove aminoacidi – istidina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, treonina, triptofano e valina – noti come aminoacidi essenziali, devono provenire dal cibo.’

Dario Dongo e Marta Strinati

Note
(1) European Commission (2012). GUIDANCE DOCUMENT FOR COMPETENT AUTHORITIES FOR THE CONTROL OF COMPLIANCE WITH EU LEGISLATION ON:
Regulation (EU) No 1169/2011 of the European Parliament and of the Council of 25 October 2011 on the provision of food information to consumers, amending Regulations (EC) No 1924/2006 and (EC) No 1925/2006 of the European Parliament and of the Council, (…) and Directive 2002/46/EC of the European Parliament and of the Council of 10 June 2002 on the approximation of the laws of the Member States relating to food supplements with regard to the setting of tolerances for nutrient values declared on a label. Su https://ec.europa.eu/food/sites/food/files/safety/docs/labelling_nutrition-vitamins_minerals-guidance_tolerances_1212_en.pdf
(2) V. documento in nota 1, paragrafo 5.1 e tabella 3
(3) D.lgs. 27/17, articolo 515 codice penale. Per approfondimenti sulle sanzioni da applicare, si veda l’ebook gratuito ‘1169 Pene. Reg. UE 1169/11. Notizie sui cibi, controlli e sanzioni’, su https://www.greatitalianfoodtrade.it/libri/1169-pene-e-book-gratuito-su-delitti-e-sanzioni-nel-food
(4) Harvard T.C. Chan, School of Public Health. The Nutrition Sourcehttps://www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/what-should-you-eat/protein/

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

Marta Strinati
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Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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