Il vino italiano biologico è il frutto di un approccio che privilegia la naturale bontà delle uve della penisola, scegliendo un metodo di produzione non invasivo dall’agricoltura all’imbottigliamento, che si riflette sulla eccellente natura dei prodotti. Queste marche di vino, infatti, stanno conoscendo un momento molto fertile di apprezzamento, che dimostra come la qualità non conosca crisi.
Secondo le cifre di Wine Monitor Nomisma il vino biologico cresce sia nel mercato italiano interno che in quello internazionale: esemplare il caso del 2013 in cui l’aumento della domanda interna del 4% si è verificata in contrapposizione ad un calo di quella totale del 6%. I dati raccolti dagli US ci parlano di una bottiglia su tre di vino biologico acquistata proveniente proprio dal Belpaese. Sembra da considerare risolto anche il problema della resa per ettaro, ormai vicina alla media.
Il vino italiano biologico rappresenta oggi il 7% della totalità prodotta, una percentuale che equivale a ben quattro milioni di ettolitri. Un settore fatto di marche di vini pronte a scommettere sull’eccellenza, grazie all’utilizzo esclusivo di tecniche certificate e spesso antiche (ad esempio la diraspatura manuale) e contenendo o addirittura escludendo l’uso di solfiti.