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Giornate mondiali su desertificazione e rifugiati, arido  bilancio

Desertificazione, siccità, carenza d’acqua. Agricoltura intensiva, rapina e degrado dei suoli. Eventi climatici estremi quanto la povertà  e la fame.  Migrazioni. Il  fil rouge  che lega l’ambiente ai popoli è sempre più rosso, come la terra arida. Le Giornate mondiali per la lotta contro la desertificazione e la siccità e per l’aiuto ai  rifugiati, il 17 e 19 giugno, non a caso si susseguono. Il buon proposito,  ‘Let’s grow the future together’. (1)

Desertificazione  e crisi sociale, la sfida planetaria

La Convenzione per la Lotta alla Desertificazione  (United Nations Convention to Combat Desertification, UNCCD) è stata formalizzata proprio il 17.6.94, presso le Nazioni Unite. A un quarto di secolo di distanza se ne torna a parlare nel contesto degli  Sustainable Development Goals  (SDGs). Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 15 è infatti ‘Life on Land’. LoL, la vita sul pianeta terra!

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica  (SDG n. 15).

La rilevanza planetaria  del fenomeno in termini di biodiversità, sicurezza ambientale, stabilità socio-economica e sviluppo sostenibile si evidenzia nei dati a seguire:

– 2,6 miliardi di persone  dipendono direttamente dall’agricoltura, ma il 52% della terra utilizzata per l’agricoltura è afflitta, in misura più o meno grave, dal degrado del suolo. La perdita di terre arabili è stimata tra 30 e 35 volte il suo tasso storico. A causa di siccità e desertificazione, ogni anno si perdono 12 milioni di ettari (23 ha al minuto).

– 1,8 miliardi di esseri umani, entro il 2025, vivranno in condizioni di assoluta scarsità d’acqua. Due terzi del mondo si troveranno in condizioni di stress idrico.

– 1,6 miliardi di individui  – tra cui 70 milioni di indigeni – dipendono per il loro sostentamento dalle foreste, le quali ospitano oltre l’80% delle specie terrestri di animali, piante e insetti. Nel solo quinquennio 2010-2015, sono stati distrutti più di 3,3 milioni di ettari di aree forestali.

– 70,8 milioni di rifugiati  – di cui proprio oggi, 19 giugno, si celebra la giornata mondiale – sono stati registrati nel 2018. Una cifra record nei 70 anni di storia di UNHCR (the UN Refugee Agency), composta per il 50% da minori. (2) Secondo le stime ONU, 50 milioni di sfollati nei prossimi 10 anni, 135 milioni entro il 2045 si aggiungeranno a questo dato di per sé in crescita per il solo effetto della desertificazione. La quale già ora danneggia il 74% dei poveri del mondo.

Desertificazione, le cause

La desertificazione  è una delle maggiori sfide ambientali, uno dei più evidenti sintomi della crisi ecologica in atto. Non si deve pensare solo all’avanzamento dei deserti, ma soprattutto al processo di inaridimento dei suoli. Le cause primarie sono attribuite a deforestazioni  e pratiche agricole insostenibili, che spesso si combinano. Come nelle filiere dell’olio di palma  e della soia, campioni mondiali di rapina delle terre (land grabbing) e deforestazioni a cui seguono monocolture intensive con uso smodato di pesticidi. (3) Il  climate change, altro sintomo delle attività antropiche, offre ulteriore contributo.

Un’analisi in 46 paesi  in area tropicale e subtropicale ha dimostrato che l’agricoltura commerciale su larga scala e l’agricoltura di sussistenza sono state responsabili rispettivamente di circa il 40% e il 33% della conversione forestale tra il 2000 e il 2010. Il 27% della deforestazione è stata causata dalla crescita urbana, dall’espansione delle infrastrutture e dalle attività minerarie’.

Lo sfruttamento  dei suoli  incide sul 25% delle emissioni globali complessive di gas serra. Il recupero e la gestione sostenibile dei terreni degradati, viceversa, potrebbe potrebbe consentire di sequestrare dall’atmosfera ogni anno fino a 3 miliardi di ton di carbonio.

La ‘Intergovernamental Science/Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services’ (IPBES) ha reso nota, a marzo 2018, la valutazione sul degrado dei suoli (Land Degradation and Restoration Assessment) che dimostra come oggi meno del 25% della superficie terrestre sia ancora in condizioni naturali. E come nel 2050, con gli attuali andamenti di sfruttamento e senza invertirne la tendenza, la percentuale della superficie terrestre in condizioni naturali si ridurrà al 10%. Oggi, il degrado dei suoli mina il benessere di circa 3,2 miliardi di persone nel mondo
(WWF, rapporto  Living Planet 2018. V. nota 7)

Desertificazione in Europa

L’Europa  si trova a sua volta nell’Atlante della desertificazione. (4) La siccità estrema che ha colpito le aree centrali e settentrionali in primavera-estate 2018 – un fenomeno unico negli ultimi 5 secoli – potrebbe diventare la norma nei prossimi 25 anni, secondo il Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione europea. (5)

‘I mesi primaverili ed estivi  del 2018 sono stati caratterizzati da una combinazione unica di condizioni di siccità nell’Europa centrale e settentrionale e da condizioni insolitamente umide nell’Europa meridionale (…). Le proiezioni mostrano che il clima sta diventando più caldo e si verificheranno più eventi estremi. L’anno scorso l’Europa è stata fortunata con le condizioni insolitamente umide nell’Europa meridionale, che hanno attenuato gli effetti della siccità sulla produzione alimentare complessiva. Tuttavia, non possiamo contare su tali anomalie per garantire la sicurezza alimentare in futuro. Quello dello scorso anno è stato un campanello d’allarme’ (Joint Research Center, Commissione europea. V. nota 6).

In Italia, almeno il 20% delle terre arabili sono a rischio desertificazione, secondo i dati concordi di ministero dell’Ambiente, ricerca accademica, WWF. Il rapporto ‘Living Planet 2018’ di WWF sottolinea quindi ‘l’urgenza di lanciare un ‘Global Deal’ per la natura e le persone capace di risolvere le questioni cruciali del nostro futuro, come garantire l’alimentazione a una popolazione crescente, limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e restaurare la natura’. (7)

Dario Dongo e Sabrina Bergamini

Note

(1) UNCCD,  World Day to Combat Desertification and Drought,
https://www.un.org/en/events/desertificationday/

(2) UNHCR (2019). ‘Global trends – forced displacement, 2018’,  https://www.unhcr.org/5d08d7ee7.pdf

(3) Su deforestazioni e olio di palma, si citano alcuni esempi nei precedenti articoli  https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/olio-di-palma-reportage-filippinehttps://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/olio-di-palma-e-deforestazioni-nell-eden-dell-africa-coi-soldi-della-banca-mondialehttps://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/nuova-guinea-rapina-delle-terre-e-deforestazioni-in-nome-del-palma

(4) Atlante mondiale della desertificazione
Cherlet, M., Hutchinson, C., Reynolds, J., Hill, J., Sommer, S., von Maltitz, G. (Eds.),  World Atlas of Desertification, Publication Office of the European Union, Luxembourg, 2018
https://wad.jrc.ec.europa.eu/

(5)  Joint Research Center  (JRC), Commissione Europea. (2019). ‘European droughts in 2018: a warning of things to come’,
https://ec.europa.eu/jrc/en/news/european-droughts-2018-warning-things-come

(6)  Joint Research Center  (JRC), comunicato stampa 17.6.19,  https://ec.europa.eu/jrc/en/news/european-droughts-2018-warning-things-come

(7) WWF, Living Planet Report 2018
https://d24qi7hsckwe9l.cloudfront.net/downloads/lpr_2018_ita_highlights_1.pdf

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