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Armi di distruzione di massa, il glifosato

Abbiamo iniziato a denunciare i pericoli associati al glifosato nel giugno 2011 (1). Quando un gruppo di ricerca anglo-irlandese-brasiliano pubblicò il rapporto ‘Roundup e difetti delle nascite: si sta mantenendo il pubblico all’oscuro?’. Era già tardi, e altre prove sono frattanto emerse, sotto la colpevole indifferenza delle autorità che in ogni parte del pianeta dovrebbero proteggere la salute dei cittadini e degli animali, oltre all’ambiente. Fino a quando? 

Il glifosato è l’erbicida più utilizzato a livello planetario, in agricoltura come nella manutenzione di orti e giardini, urbani e domestici. È stato ideato dalla Monsanto, già famosa per la produzione dell’Agente Orange, arma chimica impiegata nella guerra del Vietnam, che ha mantenuto il brevetto sul ‘Roundup’ fino al 2001. Il colosso americano ha peraltro giocato in anticipo, rispetto ai tempi di ordinaria decadenza del brevetto internazionale sul glifosato, manipolando il DNA di mais, soia e cotone al preciso scopo di garantire la sola sopravvivenza dei suoi OGM al suo micidiale pesticida. Un’operazione di successo, presto seguita da altri big player del Franken-Food come Dow Agrochemicals, Bayer, Basf. La straordinaria diffusione di tali sementi, nei due ultimi decenni, ha infatti permesso di sviluppare le vendite sia del veleno, sia dei semi concepiti per resistergli. 

Già a partire dal 1980 le autorità americane erano a conoscenza delle malformazioni agli animali da laboratorio provocate dal glifosato, si evidenzia nel rapporto ‘Roundup and birth defects: Is the public being kept in the dark?’ (2). Nel 1985 la Environment Protection Agency (EPA) qualificava il glifosato come potenziale cancerogeno, a seguito di test sui ratti e della raccolta di studi in Canada e in Svezia che ne associavano l’esposizione all’insorgenza del linfoma non-Hodgkin. Ma grazie alla potente lobby di Monsanto, la stessa Agenzia U.S.A. per la protezione ambientale trasferiva il glifosato nel gruppo delle ‘sostanze che non hanno dimostrato potenzialità cancerogene in almeno due studi su animali, condotti in modo adeguato su specie diverse, o sia in studi animali sia epidemiologici’. 

Nel 2010 in Argentina l’ente governativo di ricerca Conicet pubblicava uno studio ove si associa un elevato rischio di malformazioni alla nascita di rane e pollame all’esposizione di glifosato in diluizioni assai inferiori a quelle abitualmente impiegate per combattere le erbacce. Notizia di per sé allarmante, atteso che già allora in Argentina oltre il 50% dei terreni era coltivato con la soia OGM glifosato-resistente (‘Roundup Ready’). Eppure l’autorità tedesca ‘per la protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare’ (German Federal Office for Consumer Protection and Food Safety, BVL), cui l’Europa aveva affidato la valutazione del rischio su glifosato e altri antiparassitari, ha prontamente negato le evidenze argentine. 

Le agenzie USA e la Commissione europea sono molto efficaci nel proteggere il business dei veleni:

– nel 2011 la Commissione europea decideva di posticipare di tre anni, al 2015, la revisione delle verifiche sulla sicurezza del glifosato che era in origine stabilita per il 2012 (3),

– nel 2013 l’agenzia USA per la Protezione dell’Ambiente addirittura innalzava le soglie di tolleranza dei residui di glifosato ammessi nei raccolti.  Poiché le erbacce si sono progressivamente adattate al veleno, servivano maggiori dosi per sterminare anche loro… e aumentare le vendite,

– tuttora la Commissione tiene nascosto il documento scientifico sui rischi legati agli interferenti endocrini (4) contenuti in 31 antiparassitari autorizzati in Europa. Il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato un’inchiesta a tale riguardo, a febbraio 2015, ove si riferisce a pericoli di deformazioni fetali con perdita del quoziente intellettivo, mutilazioni genitali, infertilità e carcinogenesi (5). L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare si era espressa già nel 2013 sui criteri da adottare per la valutazione dei rischi, ma la roadmap europea è ancora priva di applicazione (6).

A marzo 2015 l’Agenzia OMS per la ricerca sul cancro – la IARC, ‘International Agency for Research on Cancer’ –  ha confermato i gravi pericoli associati al glifosato. Il rapporto, pubblicato su ‘The Lancet Oncology’ (7) dopo tre anni di ricerche coordinate da 17 esperti in 11 paesi, rivela una forte correlazione epidemiologica tra l’esposizione al glifosato e il linfoma non-Hodgkin. In aggiunta ai già noti aumenti di ricorrenza di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, Parkinson in testa. 

Le numerose petizioni lanciate in diversi Paesi, col contributo di ONG tra le quali Greenpeace International e Friends of Earth (8), mirano tutte a ottenere il divieto di impiego del glifosato, sulla base dei convergenti studi che ne rivelano la pericolosità per la salute umana, animale e dell’ambiente. Evidenziando come il venefico pesticida abbia già inquinato in ogni dove le falde acquifere e i terreni, fino a contaminare gli organismi e i DNA delle popolazioni di ogni età. Milioni di firme, nessuna risposta.

Ora Basta! 

(Dario Dongo)

 

Note:

(1) http://www.ilfattoalimentare.it/malformazioni-animali-diserbante-piu-diffuso-mondo-note-decenni- autorita-nuovo-report-scientifico.html

(2) “Roundup and birth defects: Is the public being kept in the dark?”, rapporto a cura di Michael 

Antoniou (King’s College London School of Medicine, UK), Mohamed Ezz El-Din Mostafa Habib (Institute 

of Biology, Unicamp, São Paulo, Brazil), C. Vyvyan Howard (University of Ulster, Irlanda del Nord), 

Richard C. Jennings (University of Cambridge, UK), Carlo Leifert (Newcastle University, UK), Rubens 

Onofre Nodari (Federal University of Santa Catarina, Brazil), Claire Robinson e John Fagan (editorialista e 

co-fondatore di “Earth Open Source”, rispettivamente), ©Earth Open Source, 2011

(3) http://www.ilfattoalimentare.it/glifosato-erbicida-malformazioni-europa-preoccupa.html

(4) Un interessante documentario dedicato agli interferenti endocrini è disponibile su 

http://youtu.be/6ks5OSVDl00

(5) http://www.theguardian.com/environment/2015/feb/02/suppressed-eu-report-could-have-banned- pesticides-worth-billions

(6) http://ec.europa.eu/smart-regulation/impact/planned_ia/docs/2014_env_009_endocrine_disruptors_en.pdf

(7) http://http://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(15)70134-8/fulltext

(8) https://secure.avaaz.org/en/monsanto_dont_silence_science_loc/?aSZsxbb

http://www.generations-futures.fr/petition/action-demandons-le-retrait-du-glyfosate

http://scotlandagainstmonsanto.co.uk/greenpeace-petition-glyphosate-causes-cancer,  

https://www.change.org/p/round-up-glyphosate-deadly-to-all, http://inhabitat.com/tell-world-leaders-to-ban-glyphosate-which-has-been-linked-to-cancer-autism, 

http://www.gmwatch.eu/index.php/news/archive/2014/15425-sign-petition-protesting-flawed-glyphosate-consultation,

http://www.thepetitionsite.com/973/154/917/monsantos-roundup-pesticide-causes-birth-defects

http://action.fooddemocracynow.org/sign/tell_the_epa_to_keep_glyphosate_off_your_plate/

http://petitions.moveon.org/sign/ban-use-of-glyphosate

http://act.credoaction.com/sign/suspend_roundup

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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