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Nutrirsi bene con pochi soldi. I consigli di 1repas1euro

Nutrirsi bene con pochi soldi – una necessità che incombe su milioni di famiglie in Europa, ove l’inflazione è ormai prossima alle due cifre – è la missione perseguita dalla 22enne Marina Sba sul blog francese di successo 1repas1euro.

Non solo ricette ma soprattutto consigli su come conciliare le esigenze di una dieta varia ed equilibrata con le ristrettezze economiche. Buoni spunti di riflessione in vista del grande freddo geopolitico e stagionale che si preannuncia.

1repas1euro, nutrirsi bene con pochi soldi

I consigli della giovane blogger per nutrirsi bene con pochi soldi sono ormai seguiti da molti francesi attraverso i social e il suo sito web. Offrono infatti uno schema per il risparmio e menu settimanali a costo controllato.

L’obiettivo di spendere un solo euro a pasto è valido soltanto per i vegani, sia chiaro. Gli onnivori devono mettere in conto un esborso maggiore per assicurarsi carne, pesce e formaggio di buona qualità. L’approccio è in ogni caso utile a tutti.

1 – Programmare i pasti settimanali

Il primo e più importante consiglio è avere uno schema preciso dei pasti settimanali. Ciò permette di tenere sotto controllo la lista degli alimenti di base da acquistare ed evita la spesa ‘allo sbando’. Nessun cedimento alle offerte di alimenti ultraprocessati con tenori eccessivi di grassi, zuccheri e sale, nonché una sfilza di additivi alimentari spesso problematici. Il freezer aiuta ad approfittare degli sconti su alimenti di alta qualità.

Procedere secondo menu programmati è anche un ottimo sistema per nutrirsi bene e con equilibrio, alternando le varie fonti nutritive. In linea con la piramide alimentare a base della dieta mediterranea, a cui già avevamo riferito nei nostri consigli per una scorta settimanale, anche in versione Veg per vegetariani e vegani.

2 – Frutta e verdura bio, direttamente dal contadino

Gli alimenti freschi non trasformati – frutta e verdura – costano meno e durano più a lungo, se acquistati direttamente dall’azienda agricola. Filiera corta e biologica, per consumare alimenti privi di residui di pesticidi ma anche per contribuire a proteggere suolo, aria, acqua e biodiversità.

Un compromesso sulla distanza del fornitore è doveroso per acquistare le arance bio raccolte al Meridione. L’esperienza dei lockdown ha tra l’altro offerto occasione a molti piccoli agricoltori per organizzare le consegne a domicilio.

3 – Mai fare la spesa se si ha appetito

La sensazione di fame è la peggiore consigliera negli acquisti alimentari. Spinge ad acquistare troppo, con cedimenti verso gli alimenti squilibrati dal punto di vista nutrizionale.

Si suggerisce perciò di fare la spesa a mente fredda e pancia piena, in vista di acquisti più oculati e coerenti alle effettive necessità.

4 – Passare alle private label

La marca del distributore (private label) costa meno ma è spesso uguale, quando non migliore, delle marche industriali più celebri e pubblicizzate.

Quando si sceglie il fornitore per la prima volta è utile confrontare le etichette o avvalersi dei test comparativi condotti da organizzazioni indipendenti e senza scopo di lucro. Utilissima allo scopo è la app Yuka, di cui abbiamo scritto diffusamente.

5 – Cucinare a fuoco lento

La cottura a fuoco lento, per gli alimenti che richiedano un trattamento termico, è sempre consigliata per due ottime ragioni:

  • le temperature moderate preservano meglio i micronutrienti ed evitano la formazione di sostanze nocive (es. acrilammide),
  • il consumo di gas, i cui costi sono volati alle stelle a seguito del tragico conflitto tuttora in corso, viene ridotto.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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