HomeSaluteMicrobiota intestinale e obesità, il potenziale della keto diet. Studio

Microbiota intestinale e obesità, il potenziale della keto diet. Studio

Uno studio scientifico cinese recentemente pubblicato su Nutrients (Wang et al., 2023) esplora le alterazioni del microbiota intestinale nei soggetti con obesità e il potenziale della dieta chetogenica (keto diet) quale strategia di intervento. (1)

1) Globesity e strategie di riduzione del peso

Obesità e sovrappeso rappresentano un problema di salute pubblica a livello globale, con una prevalenza complessiva stimata in circa due miliardi di persone di cui quasi la metà obese. La globesity ha un grave impatto negativo su:

– aspettativa di vita. L’obesità è infatti associata a una maggiore mortalità per tutte le cause; (2)

– qualità della vita. Alle malattie gravi e croniche, NCDs, (Non-Communicable Diseases, i.e. malattie cardiovascolari e neurologiche, diabete, tumori), si aggiungono varie forme di disabilità e depressione.

Gli attuali approcci all’obesità prevedono principalmente interventi sullo stile di vita e gli interventi dietetici sono ampiamente considerati come una delle strade più promettenti per la gestione del peso. Sebbene tali interventi producano spesso successi a breve termine, il recupero del peso è quasi inevitabile. Sono ancora richieste nuove strategie di gestione del peso’. (1)

2) Microbiota intestinale, obesità e dieta

Le ricerche attuali hanno dimostrato una sostanziale disparità nella composizione del microbiota intestinale tra gli individui obesi e quelli con peso normale e che il microbioma intestinale svolge un ruolo cruciale nel metabolismo energetico dell’ospite. Il microbiota intestinale umano influisce sull’acquisizione dei nutrienti, sul dispendio energetico e su diverse vie metaboliche, grazie a un ampio spettro di metaboliti’. (1)

Le alterazioni del microbiota intestinale possono modulare l’efficacia degli interventi dietetici, sottolineando i potenziali benefici della regolazione fine del microbiota intestinale. Tuttavia, la misura in cui i diversi interventi hanno un impatto sul microbiota intestinale è varia e la ricerca che studia l’intricata interazione tra interventi dietetici, obesità e microbiota intestinale a livello di specie e composizione funzionale microbica è ancora limitata’. (1)

3) Microbiota intestinale, obesità e keto diet. Lo studio cinese

I ricercatori dell’università di Jiangnan (Cina), dipartimento di scienze e tecnologie alimentari, hanno collaborato con il Wuxi People’s Hospital della Nanjing Medical University e il Flanders Research Institute for Agriculture, Fisheries and Food (ILVO, Technology & Food Sciences) per:

– indagare il potenziale impatto di un protocollo dietetico multifase (multiphase dietary protocol), che incorpora una dieta chetogenica migliorata (MDP-i-KD), sulla perdita di peso e sul microbiota intestinale, grazie alla

– analisi completa, tramite sequenziamento metagenomico, della composizione tassonomica e funzionale del microbiota intestinale di 13 partecipanti prima e dopo un intervento di 12 settimane di MDP-i-KD.

Il microbioma dei soggetti reclutati – in età compresa fra i 18 e i 65 anni, con BMI (Body Mass Index) > 28 kg/m2 e peso stabile da tre mesi – è stato altresì confrontato con quello di individui normo peso.

3.1) Dieta chetogenica

La dieta chetogenica – come si è visto (3) – induce uno stato metabolico di acidosi non
patologica attraverso l’eliminazione quasi totale dei carboidrati dalla dieta. Tale stato implica l’utilizzo del glucosio necessario all’organismo, presente negli adipociti come glicerolo, assieme agli acidi grassi. Vale a dire che l’organismo, in carenza di glucosio da fonti esterne, utilizza il grasso presente nei suoi tessuti adiposi.

L’apporto energetico nella keto diet non viene ridotto nella fase iniziale, ma viene ripartito secondo un criterio che privilegia le proteine (1-1,5 g/kg di peso corporeo) e i lipidi, con apporti supplementari di acidi grassi Omega-3, citrato di potassio, vitamine e minerali. I carboidrati vengono eliminati nella prima fase, per venire gradualmente reintrodotti nelle due successive ove vengono introdotti esercizio fisico e regimi ipocalorici. (3)

Questo tipo di dieta deve venire seguita sotto controllo medico che comprende la valutazione dei chetoni urinari, da misurare ogni tre giorni. La keto diet funziona – come riconosciuto anche dal ministero della Salute in Italia, in apposito studio (4) – ma richiede un grande impegno individuale nell’arco di diversi mesi che per molti non è facile mantenere, dopo avere ottenuto risultati provvisori significativi.

3.2) Multiphase dietary protocol with improved ketogenic diet (MDP-i-KD)

Il protocollo dietetico multifase integrato con una dieta chetogenica migliorata (MDP—i m-KD) utilizzato nello studio in esame (Wang et al., 2023) si è articolato come segue:

– dieta ipocalorica bilanciata (hypocaloric balanced diet, HBD) per un periodo iniziale di 4 settimane

– intervento successivo di cicli alternati di 2 settimane di keto diet seguiti da 2 settimane di dieta di transizione con carboidrati (nel primo ciclo) ovvero dieta bilanciata ipocalorica (nei due cicli successivi), per 12 settimane successive.

4) Conclusioni provvisorie

L’applicazione del protocollo MDP—i m-KD, dopo 12 settimane di trattamento, ha indotto un calo significativo di peso corporeo (9,4% in media) rispetto al periodo anteriore all’intervento. Sono state così registrate significative riduzioni di Body Mass Index, girovita, anca, pressione arteriosa, indicatori di stato di salute di fegato (AST, ALT, trigliceridi e pancreas (HbA1c). Le concentrazioni di colesterolo totale e colesterolo LDL non sono variate in modo significativo, mentre è aumentata la concentrazione di colesterolo HDL (c.d. colesterolo buono).

L’analisi dei taxa e dei gruppi funzionali di microbi ha inoltre rivelato ‘uno spostamento delle interazioni, nel microbiota intestinale, verso uno stato più sano dopo la perdita di peso, caratterizzato da associazioni positive tra le specie legate alla perdita di peso e relazioni inibitorie tra le specie associate all’obesità dopo l’intervento’. Questo lavoro fornisce spunti per sviluppare nuovi interventi di gestione del peso basati sul microbioma, e sono perciò necessarie ulteriori ricerche per approfondire i meccanismi biologici do interazione dei vari ceppi con il sistema metabolico.

Dario Dongo e Adele Fantoni

Note

(1) Wang, Hongchao, Xinchen Lv, Sijia Zhao, Weiwei Yuan, Qunyan Zhou, Faizan Ahmed Sadiq, Jianxin Zhao, Wenwei Lu, and Wenjun Wu (2023). Weight Loss Promotion in Individuals with Obesity through Gut Microbiota Alterations with a Multiphase Modified Ketogenic Diet. Nutrients 15, no. 19: 4163. https://doi.org/10.3390/nu15194163

(2) GBD 2015 Obesity Collaborators. Afshin et al. (2017). Health Effects of Overweight and Obesity in 195 Countries over 25 Years. N Engl J Med. Jul 6;377(1):13-27. doi: 10.1056/NEJMoa1614362

(3) Adele Fantoni. Keto diet e very low carb diet, l’ABC. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.8.22

(4) Marta Strinati. Dieta iperproteica e dieta chetogenica, pregi e limiti. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.12.21

Adele Fantoni

Medico chirurgo Specialista in odontoiatria, ortodonzia, nutrizionista e medico estetico

Articoli correlati

Articoli recenti

Commenti recenti