HomeSaluteLe tisane con il lassativo senna minacciano l’intestino? Le risposte di ISS

Le tisane con il lassativo senna minacciano l’intestino? Le risposte di ISS

Il lassativo senna (Cassia senna L.) è largamente diffuso in integratori alimentari disponibili anche in forma di comuni tisane da supermercato. Questa pianta può però nuocere all’intestino ed è tra i lassativi posti sotto sorveglianza dalla Commissione europea, per sospetti danni alla salute. Abbiamo chiesto chiarimenti all’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Senna, un lassativo ‘naturale’ dai grandi numeri

Oltre a essere presente in alcuni medicinali disponibili senza prescrizione medica (es. Pursennid, Novartis), la senna – foglie e fiori di Cassia senna L. – è l’ingrediente principe di numerosi integratori alimentari. Dai più noti, come ‘Fave di fuca’, ‘Tisana di Kelemata’, a moltissimi marchi meno famosi e miscele del genere ’10, 20, 100 erbe’ che promettono ‘sollievo, equilibrio e leggerezza’.

La senna compare persino nelle tisane in vendita nei supermercati, registrate come integratori, quali Sogni d’oro Regolarità di Star, Bonomelli Regolarità, Kilocal, etc.

Una disponibilità così ampia da esporre larghe fasce di popolazione al rischio di effetti nocivi per la salute. Spesso in assenza di adeguate avvertenze sulle etichette degli integratori alimentari. Con la pia illusione che il prodotto ‘naturale’ sia sempre privo di controindicazioni,.

Sospetti da un decennio

I sospetti sulla sicurezza nel consumo della senna e altri derivati dell’idrossiantracene come lassativo (sostanze chimiche presenti in molte specie botaniche) sono già emersi in due pareri scientifici di EFSA, nell’ultimo decennio.

Il primo parere risale al 2013. Interpellata sulla fondatezza scientifica di un’indicazione sulla salute relativa ai derivati dell’idrossiantracene e il miglioramento delle funzioni intestinali, l’Authority aveva confermato tali proprietà.

Ne aveva però ‘sconsigliato l’uso e il consumo prolungato a dosi elevate a causa di potenziali problemi per la sicurezza quali il pericolo di uno squilibrio elettrolitico, di un deterioramento della funzionalità intestinale e di dipendenza dai lassativi’.

Sotto sorveglianza per 4 anni

Il secondo parere di EFSA (2017) sui derivati dell’idrossiantracene usati come lassativi ha condotto al divieto di utilizzo di alcune parti dell’aloe, risultate cancerogene e mutagene, senza tuttavia raggiungere evidenze sufficienti a bandire la senna. (1)

I dubbi tuttavia permangono. Dal 2021 la senna è infatti sotto sorveglianza speciale, per quattro anni, assieme ad altri derivati dell’idrossiantracene (sostanze chimiche presenti in molte specie botaniche con azione lassativa).

La Svizzera – ove la politica sanitaria segue con rigore il principio di precauzione – ha intanto già vietato l’impiego del lassativo senna negli integratori. (2)

Un uso inappropriato della senna per un periodo prolungato può comportare anche un aumento della pigrizia intestinale e un ulteriore peggioramento della stipsi.

In caso di sovradosaggio cronico possono verificarsi danni al fegato.

 

In assenza di una prescrizione medica, i medicamenti contenenti preparazioni a base di senna non dovrebbero essere assunti per più di 2 settimane e non devono essere utilizzati nei bambini di età inferiore ai 12 anni o durante la gravidanza e l’allattamento.

 

I preparati a base di senna non possono essere assunti neanche in caso di malattie infiammatorie dell’apparato gastrointestinale, occlusioni intestinali, malattie renali, disidratazione e ipersensibilità nota a uno o più ingredienti.

 

(Istituto svizzero per gli agenti terapeutici)

 

In Italia e altri Paesi invece, l’impiego della sostanza è diffuso anche nei prodotti a scaffale dei supermercati, spesso senza avvertenze ai consumatori. Una circostanza anomala, sulla quale abbiamo chiesto spiegazioni all’Istituto Superiore di Sanità.

Le risposte dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS)

Le ricercatrici Ilaria Ippoliti e Francesca Menniti-Ippolito del Centro Nazionale per la Ricerca e la Valutazione preclinica e clinica dei Farmaci di ISS, da noi interpellate, confermano sostanzialmente che il lassativo senna viene usato in modo inappropriato dai consumatori.

1 – Quali sono le evidenze di nocività della Senna per la funzionalità dell’intestino (dosi e durata del consumo)?

‘La senna (Cassia senna L. o Cassia angustifolia) è una pianta che contiene, tra le altre molecole, i cosiddetti lassativi antrachinonici (detti sennosidi) che danno l’effetto appunto di lassativo con un’azione molto intensa tantoché vengono definiti come “lassativi drastici di contatto” e pertanto il loro uso è sconsigliato per periodi prolungati di tempo. 

Nella monografia dell’EMA (European Medicine Agency) ad esempio l’uso di preparazioni senna deve durare al massimo una settimana. (3) 

Se i preparati vengono assunti in modo corretto e adeguato (non per periodi prolungati e solo dopo aver già provato altri rimedi come una dieta sana ed equilibrata, attività fisica o lassativi più blandi) non sono nocivi o tossici. 

Nel caso in cui invece vengano assunti in modo scorretto (anche in modo frequente) o per usi prolungati possono insorgere reazioni avverse più o meno gravi, che potrebbero portare ad esempio ad un effetto sull’epitelio intestinale e squilibri elettrolitici con difetti di assorbimento

A tal proposito non sono disponibili molti studi clinici sull’uomo tuttavia vi sono evidenze precliniche, prese in considerazione nella monografia EMA stessa’. 

Due studi ISS

‘Negli ultimi due anni abbiamo effettuato due studi riguardanti rispettivamente una revisione sistematica/metanalisi di studi di letteratura per valutare il rischio di tumore al colon-retto e un’analisi delle segnalazioni di reazioni avverse per identificare eventuali rischi per la salute. 

In entrambi i casi i dati disponibili non hanno permesso di evidenziare particolari problemi di sicurezza o segnali di allarme tuttavia sono stati riscontrati diversi casi di uso prolungato o inappropriato di prodotti contenenti senna; ciò deve quindi essere tenuto in considerazione per la valutazione del rapporto beneficio/rischio per la salute degli utilizzatori’. (4)

2 – Quali Paesi consentono l’impiego di senna soltanto in medicinali (ma non anche in integratori), come già prevede la Svizzera?

‘Ogni Paese in UE stabilisce autonomamente se autorizzare una sostanza o una preparazione come medicinale e ciò avviene a seguito di una procedura di autorizzazione nazionale, pertanto per sapere sei in un paese siano autorizzati medicinali vegetali a base di senna è opportuno far riferimento alla legislazione vigente di ciascuno Stato membro dell’Unione Europea. 

Gli integratori alimentari dal punto di vista legislativo vengono identificati come alimenti e seguono, come diverse altre categorie merceologiche, il Regolamento (UE) 2019/515 che stabilisce e regolamenta la libera circolazione delle merci. 

In generale il divieto di commercializzare merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro è una delle misure più restrittive che si possano adottare e si esegue solo nel caso in cui altre misure meno restrittive (per es. etichettatura), non abbiano raggiunto risultati efficaci nel tutelare l’interesse pubblico. In tali casi lo stato esegue la valutazione scientifica completa del rischio reale per la popolazione’. (5)

3 – Senna è sotto osservazione dal 2021, su previsione di EFSA. Cosa significa esattamente ‘sotto osservazione’?

‘Il 22 novembre 2017 l’EFSA ha elaborato un parere scientifico sulla valutazione della sicurezza dei derivati dell’idrossiantracene (aloe-emodina, emodina e dantrone) per l’impiego negli alimenti. Tali derivati erano quelli presenti in varie piante contenenti antrachinoni tra cui le foglie o i frutti di Cassia senna L. 

Da questi approfondimenti l’EFSA ha riscontrato che i derivati dell’idrossiantracene, si sono dimostrati genotossici in vitro. Pertanto ha concluso che tali molecole dovevano essere considerati genotossici e cancerogeni a meno che non vi fossero stati dati specifici che dimostrassero il contrario. 

Inoltre ha specificato che anche gli estratti di piante contenenti derivati dell’idrossiantracene destavano preoccupazioni per la sicurezza, tuttavia vi erano ancora delle incertezze

L’EFSA non è stata in grado di fornire indicazioni su una dose giornaliera di derivati dell’idrossiantracene che non destasse preoccupazioni per la salute umana e ha concluso che le sostanze considerate nel parere dovessero essere vietate’

La senna osservato speciale

‘A seguito di tali conclusioni la Commissione europea ha provveduto ad applicare quanto disposto dal Regolamento (CE) n. 1925/2006. Pertanto è stato emanato il ‘Regolamento (UE) 2021/468 della Commissione del 18 marzo 2021 che modifica l’allegato III del regolamento (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le specie botaniche contenenti derivati dell’idrossiantracene.

Di conseguenza le sostanze aloe-emodina, emodina, dantrone e le preparazioni di aloe contenenti derivati dell’idrossiantracene sono state incluse nell’allegato III, parte A, del regolamento (CE) n. 1925/2006 e quindi risultano attualmente come “sostanze vietate” negli alimenti e quindi negli integratori alimentari

Per quanto riguarda invece le piante considerate, tra cui la Cassia senna L., la Commissione europea ha stabilito che non vi è ancora la certezza scientifica che tali piante (o loro preparazioni) contengano le sostanze sopra elencate (derivati dell’idrossiantracene) pertanto devono essere sottoposte alla sorveglianza dell’Unione Europea. Attualmente, di conseguenza, queste risultano incluse nell’allegato III, parte C, del Regolamento (CE) n. 1925/2006. 

In questo caso, secondo lo stesso regolamento, gli operatori del settore alimentare, o qualsiasi altra parte interessata, possono presentare all’EFSA, ai fini della sua valutazione, un fascicolo che riporta i dati scientifici che dimostrano la sicurezza di tali sostanze utilizzate in un alimento o in una categoria di alimenti e che illustri la finalità di tale utilizzazione. 

Entro quattro anni dalla data in cui una sostanza è stata inserita nell’elenco dell’allegato III, parte C, la Commissione europea adotterà una decisione tenendo in considerazione il parere dell’EFSA sugli eventuali fascicoli presentati. 

Da tale decisione potrà essere stabilito: l’utilizzo della sostanza senza restrizioni, l’utilizzo della sostanza ma con particolari restrizioni, oppure il divieto di utilizzo della sostanza’.

Marta Strinati

Note

(1) Panel on Food Additives and Nutrient Sources added to Food (ANS). Safety of hydroxyanthracene derivatives for use in food. EFSA. 23.1.18. DOI 10.2903/j.efsa.2018.5090

(2) Informazioni sui prodotti non ammessi come tisane o capsule contenenti senna. SwissMedic. 7.1.22 https://www.swissmedic.ch/swissmedic/it/medicrime/news/warnings/publikation-senna.html 

(3) European Union herbal monograph on Senna alexandrina Mill. (Cassia senna L.; Cassia angustifolia Vahl), folium EMA/HMPC/625849/2015

(4) Adverse events related to herbal dietary supplements and over-the-counter medications containing laxatives: a 10-year update from the Italian Phytovigilance and Pharmacovigilance systems. Lombardi N, et al. Ann Ist Super Sanita. 2022;58(2):131-138. doi:10.4415/ANN_22_02_09;

Niccolò Lombardi, et al. Anthraquinone laxatives use and colorectal cancer: A systematic review and meta-analysis of observational studies. Phytotherapy Research. 17 January 2022 https://doi.org/10.1002/ptr.7373.

(5) Applicazione del regolamento sul reciproco riconoscimento agli integratori alimentari – Materiale di formazione per le autorità – Direzione generale del Mercato interno, dell’industria, dell’imprenditoria e delle PMI 2020.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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