La dieta iperproteica e la dieta chetogenica, entrambe povere in carboidrati (ipoglucidiche), sono generalmente efficaci per controllare il peso e dimagrire, oltreché per mantenere la massa muscolare (e aumentarla, con l’esercizio fisico).
Il ministero della Salute, nello studio ‘Dieta iperproteica e dieta ipoglucidica’ – offre una preziosa analisi di pregi e limiti di questi regimi dietetici, nelle loro diverse versioni. (1) Annotando tra l’altro i rischi degli eccessi che possono derivarne.
Proteine, la razione quotidiana
Le linee guida di SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) indicano il fabbisogno proteico medio in 0,8-1 g/die per kg di peso corporeo. Altri studi ne raccomandano fino a 1,2-1,5 g/die per kg, nella popolazione anziana in particolare, come si è visto.
L’apporto energetico in una dieta equilibrata – secondo scuola mediterranea classica – dovrebbe perciò venire ripartito tra carboidrati, grassi e proteine nelle rispettive quote di 45-60%, 25-35%, 12-15%.
Dieta iperproteica, 5 standard
La dieta iperproteica non è appannaggio dei soli sportivi o individui in sovrappeso che si documentano sul web. I nutrizionisti la adottano in precise condizioni, aumentando la percentuale di proteine in funzione delle necessità individuali, fino al 25-30% delle Kcal giornaliere.
I protocolli alimentari basati su una drastica modulazione dell’apporto di proteine e carboidrati vengono classificati in 5 standard.
1) Diete iperproteiche ‘pure’, normoglucidiche e normocaloriche
In questa dieta viene potenziato solo l’apporto di amminoacidi/proteine. È lo schema utilizzato negli sportivi agonisti, oltre che nei grandi ustionati e nei nefropatici (sindrome nefrosica).
Gli sportivi, tuttavia, devono sapere che ‘non vi sono evidenze che oltre un certo limite (oltre i 2g/kg/die) l’introito proteico, nel soggetto sano ed atletico, sortisca i risultati desiderati in termini di implementazione della massa muscolare se non supportato da adeguato apporto di CHO (carboidrati, ndr)’.
2) Diete iperproteiche ipoglucidiche e ipocaloriche
È il tipico regime alimentare studiato per pazienti in sovrappeso. Nel breve periodo si mostrano più efficaci, anche nella perdita di peso, rispetto alla dieta normoproteica con maggiore tenore di carboidrati.
Tali risultati tuttavia non sono confermati nel lungo termine. Secondo studi su individui in sovrappeso i vantaggi sarebbero inoltre correlati essenzialmente al contenimento della quota glucidica e calorica, più che al surplus proteico.
3) Diete chetogeniche normocaloriche
Queste diete, ipoglucidiche e normoproteiche, vengono adottate in pazienti con disturbi neurologici, in individui normopeso con insulino-resistenza o diabete mellito di tipo 2 e in donne affette da sindrome ovarica policistica.
Le diete chetogeniche mostrano un’efficacia simile a quella della dieta mediterranea per conseguire gli obiettivi di peso, compensi glicometabolico, lipidico e di riduzione del rischio cardiovascolare complessivo. Il mantenimento è confermato per i successivi 12-36 mesi.
4) Diete chetogeniche ipocaloriche
Le Very-Low-Calory-Ketogenic-Diet si distinguono dalle chetogeniche normocaloriche per il ridottissimo contenuto di carboidrati, anche inferiori a 30g/die per kg di peso corporeo.
Sono utili per ottenere in breve tempo (6 mesi) un consistente calo di peso e un miglioramento della sindrome metabolica. Vengono infatti adottate in pazienti obesi, anche con sindrome metabolica, in candidati alla chirurgia bariatrica e in caso di epilessia combinata a severa obesità infantile.
5) Diete iperproteiche ipoglucidiche iperlipidiche normocaloriche
In questa categoria rientrano la dieta paleo, ancestrale, Atkins e simili. Vengono utilizzate a scopo dimagrante, ma senza approvazione unanime della comunità scientifica.
‘Diete tipo Atkins e Atkins-simili, con massima restrizione dei carboidrati e alto introito proteico e lipidico, sono state associate ad aumentato rischio cardiovascolare a lungo termine principalmente a causa dell’aumento della colesterolemia, turbe dell’apparato gastroenterico (nausea, costipazione ed altre alterazioni del microbiota) tumore al colon, turbe a livello del sistema nervoso centrale (in particolare del sonno, alterazioni del ritmo circadiano)’, avvertono gli autori dello studio.
Proteine, senza esagerare
Il consumo di quantità eccessive di proteine, senza parere del medico, può porre rischi per la salute.
Gli effetti collaterali descritti riguardano soprattutto la funzione renale e lo sviluppo di neoplasie di intestino, mammella e prostata.
Marta Strinati
Note
(1) Ministero della Salute, Direzione generale per l’igiene la sicurezza degli alimenti e la nutrizione – uff. 5, Tavolo tecnico sulla sicurezza nutrizionale (TaSiN) et al. Dieta iperproteica e dieta ipoglucidica. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3148_allegato.pdf
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".