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Cucine da incubo, il bistrot Cannavacciuolo

Cucine da incubo è il nome della trasmissione ove Cannavacciuolo, il celebre chef televisivo, dispensa consigli su come ristrutturare ex novo i ristoranti al tracollo. Cucine da incubo è però anche lo scenario che emerge dall’ispezione dei NAS nel Bistrot Torino Cannavacciuolo.

Il Nucleo Anti-Sofisticazioni dell’Arma dei Carabinieri, nell’ambito dei controlli sui ristoranti torinesi di alto bordo, ha riscontrato nella cucina Cannavacciuolo una serie di gravi violazioni di legge. Con riguardo sia alle prescrizioni igienico-sanitarie, sia delle norme sull’informazione al consumatore.

Nelle celle d’ibernazione si trovavano non solo  pesci, ma pure ortaggi e, addirittura, la pasta. Senza che i menù riportassero notizia di quali, tra i costosi piatti, fossero realizzati a partire da prodotti congelati. Frode in commercio, secondo unanime giurisprudenza. (1)

Tra cucina e dispensa, materie prime e ingredienti di ignota provenienza, privi di documenti che consentano di risalire ai fornitori. In barba al dovere di garantire la rintracciabilità degli alimenti, secondo una regola che vige in tutta Europa da 13 anni ormai. (2)

Lo chef Cannavacciuolo minimizza, ci si sarebbe ‘scurdati’ di segnare gli asterischi dei cibi congelati sui menù, il cibo buono mica si può buttare, poi lo mangiava il personale. Magari anche i gatti del vicinato, come no. ‘E vabbuò’? Proprio per niente.

Ancor più gravi le giustificazioni non richieste dei ‘fan’ del blasonato cuoco sui giornali. La Repubblica azzarda teoremi giuridici da strapazzo, secondo cui il pesce dovrebbe sempre venire abbattuto per eliminare l’Anisakis. Peccato però che l’abbattimento – concetto ben diverso dallo stoccaggio di alimenti congelati – si applichi ai soli prodotti ittici da consumati crudi.

I NAS sono gli unici da ringraziare, perché è grazie a loro che le Cucine da Incubo vengono messe in luce – sia pure, fuori dai riflettori – e costrette al ripristino. Che si tratti di locali etnici, fast food o ristoranti stellati, la tutela dell’avventore rispetto a rischi di sicurezza alimentare e di frodi segue sempre gli stessi principi.

E la legge è uguale per tutti, nelle aule di giustizia come nei ristoranti. Se il Bistrot Torino Cannavacciuolo non è in regola, ne paghi le conseguenze. Come tutti gli altri e anzi più, in proporzione al prezzo stellato della cena.

Dario Dongo

Note

(1) Codice penale, articolo 515

(2) V. reg. UE 178/02, c.d. ‘General Food Law’, articolo 18

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