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Biodiversità, risoluzione Parlamento europeo in vista di COP15

Il 16.1.20 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulla posizione da adottare in vista della 15a conferenza globale sulla biodiversità, COP15, che si terrà il 14-28.10.20 a Kunming (Yunnan, Cina). (1)
L’Assemblea dei cittadini europei aspira ad attribuire al Vecchio Continente un ruolo centrale nella salvaguardia del pianeta, con l’idea di promuovere accordi di natura vincolante. Tutti bravi a parole.

Biodiversità e Climate Change, le responsabilità dell’Europa

Il Parlamento europeo chiede ora che alla prossima Conferenza delle Parti venga concordata la natura vincolante degli impegni assunti dai 193 Stati aderenti alla Convenzione per la Diversità Biologica (UN Convention on Biological Diversity, CBD, adottata nel 1992 al ‘Vertice della Terra’ di Rio de Janeiro). Come è accaduto con l’Accordo di Parigi, adottato dalla Conferenza delle 195 Parti che aderiscono alla Convenzione sui Cambiamenti Climatici (World Climate Conference, 2015).

Governance e autocritica sfuggono però del tutto agli eurodeputati, i quali paiono ignorare la grave inadempienza dell’Europa allo stesso Accordo di Parigi. La Commissione europea – come si è visto – ha deliberatamente portato avanti i negoziati e gli accordi internazionali volti a favorire il commercio incondizionato di una serie di derrate che provengono dalla deforestazione e i roghi delle più grandi foreste primarie del pianeta. Olio di palma, soia OGM, carni del continente americano, legnami e pellami.

L’Assemblea di Strasburgo è corresponsabile di negoziati e adesioni ai trattati tossici che aggraveranno le deforestazioni. Ed è anche responsabile di avere posticipato di 10 anni – dal 2020 al 2030 – la dismissione in Europa dell’olio di palma come ‘biocombustibile’. Sebbene la stessa Commissione europea, al pari dell’EPA (Environmental Protection Agency) in USA, abbia acclarato come le emissioni di gas serra del grasso tropicale superino quelle degli idrocarburi (!).

COP15, la risoluzione del Parlamento europeo

La risoluzione del Parlamento europeo indica che per salvaguardare veramente la biodiversità è necessario definire obiettivi precisi con relative scadenze, KPIs (Key Performance Indicators), sistemi di monitoraggio e segnalazione sulla base di norme comuni, eccetera. E i rappresentanti dei cittadini europei dichiarano di voler realizzare entro il 2030 gli obiettivi che seguono:

– le aree naturali dovranno occupare almeno il 30% del territorio europeo,

– gli ecosistemi danneggiati dovranno venire ripristinati in quota non inferiore al 30%,

– la biodiversità dovrà venire integrata ‘maggiormente’ in tutte le politiche europee,

– un obiettivo di spesa per l’integrazione della biodiversità dovrà venire nel Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 in quota minima del 10%.

Tra le tante parole, gli eurodeputati chiedono impegni nella riduzione dell’uso di pesticidi. Riferiscono espressamente al glifosato quale esempio di distruzione della biodiversità, ed è utile annotare come nessuna istituzione in UE abbia intrapreso azioni nei confronti di Bayer, per gli studi falsi presentati a sostegno del rinnovo della sua autorizzazione. Si accenna così anche, va da sé, alla sostenibilità del settore agricolo e della pesca. (8)

Biodiversità, altre strategie adottate in UE

L’Unione europea, a onor del vero, ha adottato anche altre strategie per la tutela della biodiversità:

– Natura 2000, una rete coordinata di aree protette che si estende per tutti gli Stati Membri. Con l’obiettivo di proteggere le specie rare e gli habitat naturali più importanti e minacciati, di cui alla ‘direttiva uccelli’ e alla ‘direttiva habitat’. Peccato soltanto che poi si autorizzi l’impiego di pesticidi pericolosi anche nelle aree protette, come abbiamo denunciato,

– lo European Green Deal, un programma politico annunciato dalla nuova Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Laddove si indicano, tra i principali obiettivi, la tutela dell’ambiente e della qualità della vita degli individui. Oltre all’ambizioso target di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

La biodiversità è dunque in ottima salute, ma solo a parole (sic!)

Dario Dongo e Alessandra Mei

Note

(1) Risoluzione del Parlamento europeo del 16 gennaio 2020 sulla 15a riunione della conferenza delle parti della convenzione sulla diversità biologica (COP15) (2019/2824(RSP)

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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Laureata in Giurisprudenza all'Università di Bologna, ha frequentato il Master in Food Law presso la stessa Università. Partecipa alla squadra di WIISE srl benefit dedicandosi ai progetti europei e internazionali di ricerca e innovazione.

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