L’acquacoltura di alghe e molluschi può contribuire a rigenerare gli ambienti marini. Queste produzioni, a differenza di altre forme di allevamento ittico – come quella del salmone, ad esempio – hanno un’impronta ecologica pressoché nulla e possono contribuire alla rigenerazione degli ecosistemi marini. Assolvendo al contempo all’esigenza di favorire la la produzione di cibo (proteine, in particolare) e lo sviluppo economico presso le comunità costiere dell’intero pianeta. Una ricerca pubblicata su PLOS ONE individua le aree marine più vocate. (1)
L’acquacoltura che fa bene ai mari
La ricerca – frutto della collaborazione tra National Oceanic and Atmospher Administration (NOAA, USA), University of Adelaide (Australia) e l’organizzazione internazionale The Nature Conservancy (TNC) – identifica le principali regioni del pianeta ove l’acquacoltura di alghe e molluschi sta già producendo o ha la potenzialità di produrre risultati positivi, per l’ambiente e le comunità.
Il lavoro è basato sui precedenti studi di TNC in merito ai benefici per l’ecosistema che derivano dall’acquacoltura di alghe e molluschi. In primis, la riduzione dell’inquinamento da nutrienti e la fornitura di habitat puliti per gli stock ittici.
L’individuazione delle aree marine più vocate utilizza come indicatori i principali fattori ambientali (stato di inquinamento da nutrienti) e socioeconomici (qualità della governance). Oltre ai fattori di rilievo per la salute umana (trattamento delle acque reflue).
Le aree vocate all’acquacoltura riparatrice
L’acquacoltura ‘riparatrice’ di alghe e/o molluschi è un’opportunità preziosa per molte comunità costiere. Con la possibilità, in alcune regioni, di apportare benefici che i ricercatori considerano eccezionali. Queste opportunità sono tuttavia ancora inespresse in molte delle aree identificate.
Le regioni che presentano le maggiori opportunità per la coltivazione di alghe marine si trovano in Europa, Asia, Oceania e nelle Americhe. Quelle più idonee all’alleva di molluschi sono in Oceania, Nord America e in parte dell’Asia.
Il Mare del Nord – significativamente inquinato da nutrienti e soggetto a un drastico impoverimento degli stock ittici – è una delle aree che possono trarre più giovamento dallo sviluppo di allevamenti di alghe e molluschi.
Il Mar Cinese Orientale – identificato come una delle aree più vocate – già ospita un’intensa attività di acquacoltura nei citati ambiti. In ragione di ciò, i ricercatori ritengono utile valutarne le pratiche, con l’obiettivo di migliorarne i benefici ecologici.
Note
(1) Theuerkauf SJ, Morris JA Jr, Waters TJ, Wickliffe LC, Alleway HK, Jones RC (2019) A global spatial analysis reveals where marine aquaculture can benefit nature and people PLoS ONE 14 (10): e0222282. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0222282

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".