Scegliere le crocchette per gatti è come acquistare il baby food, poiché in entrambi i casi i destinatari dell’alimento non possono dire se e perché non gli piace. Ma a parte questa analogia, le due categorie di prodotti sono agli antipodi. Mentre il baby food è soggetto a rigide regole sulla qualità nutrizionale, precisamente espressa in etichetta, il cibo per animali viene presentato al consumatore con richiami di marketing stampati a lettere cubitali sul fronte della confezione e poche, vaghe, spesso illeggibili notizie collocate sul retro o tra le pieghe del packaging.
Attraverso l’analisi di queste informazioni, GIFT – Great Italian Food Trade propone una panoramica di 37 crocchette per gatti disponibili in Italia nelle grandi catene di supermercati (retail). Considerando come sempre sia i ‘brand’ industriali, sia le ‘private label’ e i marchi dei ‘discount’.
Cibo per gatti, un business in crescita
Il cibo per nutrire gli oltre 10 milioni di gatti che vivono nelle famiglie italiane ha raggiunto a fine 2022 un giro d’affari di poco superiore a 1,484 miliardi di euro, secondo il Rapporto Assalco-Zoomark 2023. Inflazione e caro-prezzi, nel settore ’pet food’, hanno superato quelli del settore alimentare.
I rincari sono ben rappresentati dai dati di mercato, che mostrano un aumento di fatturato (vendite a valore) ben superiore alle quantità vendute (vendite a volume).
Le sole crocchette per gatti, nel 2022, hanno registrato le variazioni che seguono, rispetto al 2021:
– i pet food retailer hanno incrementato in misura significativa fatturato (+38%) e volumi (+30,9%),
– il retail generale ha segnato un aumento a due cifre in valore (+12,3%), con un delta significativo in volume (+2,3%),
– i petshop tradizionali hanno invece registrato un modesto incremento delle vendite in valore (+1,4%), con una flessione dei volumi (-2,2%). (1)
Gatti schizzinosi o saggi?
Scegliere le crocchette per gatti può risultare frustrante e dispendioso. Il marketing infatti può convincere l’umano, ma non il felino di casa, che mangia soltanto l’alimento di buona qualità.
Il bipede viene attirato soprattutto dalle informazioni sul fronte pacco:
– il tipo di gatto cui è destinato l’alimento. Junior, senior, sterilizzato, a pelo lungo, etc.,
– la percentuale minima di carne (i.e. pollo), per chi sa distinguere le denominazioni legali che corrispondono a tre diverse concentrazioni:
– meno del 4% se ‘al gusto di pollo’,
– tra il 14% e il 26%, se definite ‘ricche di pollo’,
– più del 26%, se denominate ‘al pollo’.
– i claim più vari. L’aggiunta di micronutrienti (vitamine, Omega 3-6 etc.), fibre e prebiotici, piuttosto che l’assenza di coloranti e conservanti. E persino l’esclusione o riduzione di grano (grain free/low grain), che sembra attrarre i proprietari di gatti. (2) Nella nostra rilevazione abbiamo trovato due prodotti ‘senza cereali’, entrambi di Esselunga Mao Nature, ‘Steril al maiale’ e ‘Adult al manzo’.
Leggere l’etichetta
Le informazioni più interessanti per confrontare le crocchette per gatti si trovano però sul retro della confezione, solitamente in caratteri illeggibili a occhio nudo.
Il pet food, infatti, non è soggetto ai requisiti di altezza minima dei caratteri invece prevista dal Food Information Regulation (EU) No 1169/11 per le informazioni obbligatorie in etichetta dei prodotti alimentari.
Una lente d’ingrandimento è quindi spesso necessaria per confrontare le informazioni obbligatorie ai sensi del regolamento CE 767/2009, più attento agli interessi degli operatori che a quelli dei consumatori.
Proteine animali
Le proteine animali – essenziali alla natura carnivora del gatto – sono il primo elemento da valutare nella composizione delle crocchette.
La regola è scegliere crocchette con la maggiore quantità di carne di buona qualità. Ma l’impresa è ardua. Citiamo tre fattori di incertezza:
1) la quantità totale di carne non viene dichiarata quasi mai. Sebbene la sua indicazione potrebbe aiutare i produttori del pet food di qualità a caratterizzarsi, anche per la trasparenza in etichetta.
Si distinguono, sotto questo aspetto, le crocchette ‘Vitaplus Rico’ vendute da Todis ove si precisa ‘carni e derivati minimo 8%’ (sic). Le etichette delle crocchette Conad pollo, coniglio e verdure riportano ‘carne e derivati 36% (pollo 6%, coniglio 1%)’. Altri prodotti di maggior prezzo, ove si decantano le carni fresche quale primo ingrediente e senza il miscuglio ‘carni e derivati’, non disvelano invece la quantità complessiva di carne.
2) la posizione della carne al primo posto nella lista degli ingredienti non sempre aiuta a dedurne la prevalenza. Poiché è vero che gli ingredienti devono venire citati in ordine decrescente di quantità, ma è altrettanto vero che i cereali possono venire citati singolarmente (e.g. riso, farina di riso, mais, etc.) senza indicarne le percentuali. La somma delle varie voci di cereali può dunque superare la quantità di carne, sebbene quest’ultima venga indicata al primo posto dell’elenco ingredienti,
3) la qualità delle fonti proteiche non viene sempre specificata. Salvo diverse indicazioni, le proteine derivano da un mix di sottoprodotti carnei, carne separata meccanicamente dalle carcasse e parti non destinate al consumo umano (i.e. tessuti molli, cuore, ossa, zampe, becchi, residui di pelle), che forniscono proteine di scarsa qualità, a causa della carenza di aminoacidi essenziali (infatti raramente indicati in etichetta).
Meno importante è invece la differenza tra le indicazioni ‘carne disidratata’, ‘carne’ o ‘carne fresca’, poiché lo stato fisico non incide sul tenore proteico dell’alimento. L’unico vantaggio dell’ingrediente fresco può in alcuni casi consistere nel maggior sapore di carne delle crocchette.
Il ruolo dei cereali
Amidi e carboidrati (grano, mais, riso, orzo, patate, legumi, etc.) sono tecnologicamente indispensabili per attribuire consistenza alle crocchette. E il loro costo, ben inferiore alle proteine animali, aiuta a contenere i costi di produzione.
Cereali e legumi sono inoltre apprezzabili – per i gatti, come gli esseri umani – perché forniscono fibre alimentari utili alla digestione, oltre a minerali, vitamine e proteine vegetali.
L’adozione del ‘cartellino chiuso’ – vale a dire l’indicazione tra gli ingredienti della categoria ‘cereali’, invece della menzione delle singole voci (i.e. riso, grano, etc.) – può risultare utile, in questo caso, per due ragioni:
– la categoria ‘cereali’ raggruppa gli ingredienti di minor valore economico, disinnescando la trappola del posizionamento della carne al primo posto tra gli ingredienti quando di fatto non sia tale,
– gli operatori possono sostituire gli ingredienti della stessa categoria (i.e. riso con frumento, o viceversa) per contrastare la volatilità dei listini delle materie prime (+20-25% nell’ultimo anno), mantenendo più o meno stabili qualità e prezzo al pubblico.
Grassi e fibre
I grassi aggiunti nelle crocchette sono sia vegetali che animali. Questi ultimi (di solito strutto o olio di pollo) sono i più amati dal gatto, benché si tratti di grassi saturi. Gli oli di pesce (salmone, sardine, sgombro) sono viceversa utili per gli apporti di acidi grassi polinsaturi (PUFA, i.e. Omega-3), benefici per la salute generale nonché per occhi, pelo e pelle. L’apporto di grassi saturi dovrebbe venire ridotto al minimo per i gatti che vivono in casa (indoor), più sedentari, e quelli sterilizzati.
La fibra è presente nella composizione della maggior parte delle crocchette. Aiuta a controllare la salute del colon, favorisce la digestione e promuove la sazietà. È molto importante per i gatti domestici (indoor), quelli sterilizzati e anche quelli a pelo lungo, poiché essa favorisce la corretta eliminazione del pelo con le feci e ne previene così il rigurgito. Il contenuto di fibre, nel campione esaminato, varia tra 1,5 e 6%. La fibra insolubile non richiede peraltro quantità significative.
Additivi
Gli additivi sono un’altra informazione riferita in etichetta del pet food. Si distinguono in:
– additivi nutrizionali, vale a dire le vitamine A, D ed E e i minerali essenziali per il metabolismo dell’animale (ferro, calcio, zinco, manganese, etc.),
– additivi tecnologici (i.e. conservanti)
– additivi sensoriali (i.e.coloranti, aromi).
Due elementi positivi sono da ricercare nelle crocchette per gatti sotto la voce Additivi:
– l’aggiunta di taurina, un aminoacido essenziale per i piccoli felini. Come evidenziato nelle tabelle a piè di pagina, tra i 37 prodotti esaminati, 27 contengono taurina in quantità variabile tra 650 e 2.400 mg/kg, altri 10 ne sono invece privi,
– l’assenza di coloranti, conservanti e aromi. Nel nostro campione, i coloranti (a uso del bipede, evidentemente) sono presenti in ben 11 prodotti su 37. (3)
Componenti analitici
I componenti analitici sono a loro volta informazioni obbligatorie in etichetta del pet food, ai sensi del regolamento CE 767/2009. Questi valori indicano ciò che rimane nel prodotto finale dopo la cottura in termini di proteine, grassi, ceneri e fibra.
La tabella dei componenti analitici può essere molto utile per confrontare due crocchette a parità di prezzo. Il prodotto migliore ha un valore più alto di proteine e inferiore di ceneri.
Il campione esaminato presenta un’ampia variabilità nei tenori di proteine, grassi e ceneri, come mostrano le tabelle:
- le proteine variano dal 28,5 a 38%,
- i grassi oscillano dal 9 al 17% nella categoria indicata per gatti adulti e dall’8,5 al 15% per quelli sterilizzati, per i quali sarebbe utile non superare il 12%,
- le ceneri grezze indicano la quantità residua di minerali. Il livello migliore è compreso tra il 4 e il 7,5%. Un valore superiore al 12% tradisce l’impiego di prodotti animali di scarsa qualità (ossa, cartilagini, etc.). Tra i 37 prodotti esaminati, il valore oscilla tra il 5 e il 9,2%,
- le fibre grezze, infine, in teoria dovrebbero aggirarsi attorno al 5%, per aiutare il gatto a percepire la sazietà. Nel nostro campione, esse variano dall’1,5 al 6%.
La porzione rivela la qualità dell’alimento
La porzione raccomandata dal produttore in etichetta, distinta per categoria di peso, è un altro elemento di grande interesse.
Comparando questo dato, infatti, si può intuire la qualità nutrizionale delle crocchette, anche in mancanza di informazioni dettagliate.
Tra due marche di crocchette con valori analoghi in termini di proteine, quella con la minore porzione raccomandata (dose giornaliera, espressa in grammi) dovrebbe essere la più valida sotto il profilo nutrizionale. Potrebbe essere più cara in confronto all’altra, ma durare più a lungo.
Marta Strinati
Note
(1) XVI edizione del Rapporto Assalco-Zoomark. 15.5.23 https://www.assalco.it/archivio2_notizie-e-comunicati_0_1635_76_5.html
(2) Rapporto Immagino GS1 Italy, edizione 2, 2021 https://servizi.gs1it.org/osservatori/osservatorio-immagino-13/
(3) i coloranti sono presenti nelle crocchette per gatti adulti Conad pollo, coniglio, verdure; Coshida Lidl, pollo, manzo, verdure; Companino Vitalive Todis, manzo, pollame, fegato, piselli; Esselunga Mao, manzo, vitello, carote; Carrefour pollo e tacchino; Radames Eurospin pollo, tacchino e verdure; Whiskas con pollo; Simply Carrefour, pollo, manzo e tacchino; Petsy Consilia, manzo, pollo e verdure; Taby Consilia, pollo e ortaggi; e in quelle per gatti sterilizzati di Radames Steryl Eurospin pollo, tacchino e verdure.
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".