HomeNOTIZIEBioreport 2020, scenario aggiornato del sistema biologico

Bioreport 2020, scenario aggiornato del sistema biologico

Uno scenario aggiornato del sistema biologico è offerto da Bioreport 2020, il rapporto pubblicato il 21.12.21 nell’ambito del Programma Rete Rurale Nazionale. (1)

Bioreport 2020, il sistema biologico

Il documento di oltre 300 pagine – rivolto a istituzioni, ricercatori, stakeholder – fornisce una visione complessiva sul sistema biologico.

Bioreport 2020 è organizzato in tre sezioni:

– i dati del bio, dalle produzioni ai mercati. A livello italiano, europeo e globale,

– le politiche, la normativa europea e nazionale, le misure di sostegno al bio e il sistema dei controlli,

– approfondimenti su vari temi di attualità, come l’impiego dei biostimolanti, con il contributo di FederBio. L’analisi del settore olivicolo bio e la difesa dell’olivo dal batterio Xylella fastidiosa. Lo scenario complessivo del bio in Sardegna e in Francia. E uno studio sulla tendenza a uscire dal sistema della certificazione.

A seguire alcuni dati relativi al biologico in Italia.

Biologico in Italia, l’integrazione premia

Il biologico in Italia prosegue la fase di assestamento, per quanto attiene al numero di aziende certificate e alla SAU (superficie agricola utilizzata) dedicata al bio, ora prossima 2 milioni di ettari (solo +2% circa rispetto al 2018). Le dinamiche variano peraltro sui territori e nelle filiere.

81mila operatori sono stati censiti nel 2019 (+2% sul 2018). Le aziende agricole sono stabili (70.540 unità), quelle di trasformazione aumentano del 9,2% (circa 2.000 unità), fino a raggiungere le 21.000 unità. Il dato più positivo (+14%) è l’evoluzione di aziende agricole che integrano la produzione primaria con la trasformazione.

Sud e isole, lieve calo in agricoltura e più trasformazione

Al Sud e nelle isole, ove si trova oltre la metà degli operatori biologici italiani, emerge una lieve riduzione dei produttori agricoli bio (-2%). Con picchi in Sardegna (-6%) e Calabria (-5%), oltreché nelle aziende a produzione esclusiva (-10%).

I problemi sembrano legati alla fragilità del sistema produttivo biologico sardo (al quale il Bioreport 2021 dedica un focus), poco orientato al mercato, e ai ritardi connessi all’avvio del nuovo programma di aiuti in Calabria.

Il Meridione registra però al contempo la maggiore crescita dei trasformatori complessivi (+11%, tra imprese di trasformazione esclusiva bio e non), con la al Calabria in testa (+30%).

Centro Italia, agricoltura biologica a gonfie vele

Il Centro Italia – in controtendenza rispetto al panorama nazionale – registra invece un aumento significativo delle aziende agricole bio (+10% quelle solo bio, +11% quelle con produzioni miste).

La regione Marche traina la crescita con un notevole aumento delle unità di produzione (+37%), grazie anche all’incremento dei fondi assegnati al sostegno del biologico (Misura 11 del PSR 2014-2020).

Nord Italia, Veneto e Trentino-Alto Adige in risalita

Le regioni centro-settentrionali ospitano oltre 800.000 ettari a biologico. Veneto e Trentino-Alto Adige – ove il bio occupa soltanto il 6% della SAU, rispetto al 16% nazionale e ai picchi di Calabria (36%) e Sicilia (26%) – risalgono la china, con incremento dei produttori trasformatori (+25% e +11%, rispettivamente).

Il Veneto dei vigneti è la terra delle grandi contraddizioni. Consumi per ettaro di pesticidi fino a 1mq per abitante, come di recente annotato dal relatore speciale ONU Marcos A. Orellana. Il decennio 2009-2019 ha peraltro registrato il raddoppio dei produttori bio, passati da 1.553 operatori a 3.971 (+157%).

Importazioni dai Paesi Terzi

Le importazioni di prodotti bio da Paesi extra-UE, nel 2020, sono diminuite dell’1,9%. (2) I maggiori importatori (70% del totale) sono Paesi Bassi, Germania, Belgio e Francia. A seguire l’Italia che, in controtendenza, registra un aumento delle importazioni dai Paesi terzi per tutte le categorie, salvo le colture industriali.

Tra gli incrementi registrati nel 2020, spicca il +41% relativo all’importazione di oli e grassi vegetali, monopolizzata dalla Tunisia, a cui segue il +25% dei cereali, rilevante in termini assoluti, dato che questa categoria rappresenta oltre un terzo del prodotto biologico totale importato nel 2020 (34%)’.

La redditività del bio

Le aziende agricole biologiche italiane mostrano una performance migliore rispetto a quelle convenzionali, secondo uno studio del Crea basato RICA (Rete di informazione contabile agricola) che conferma gli esiti di analoghe ricerche condotte in Francia e in Svezia.

Nonostante i maggiori costi per il lavoro e il minor numero di capi in zootecnia, le imprese bio registrano ricavi mediamente più elevati (+13%). E le attività integrative (trasformazione e vendita dei prodotti, attività agrituristica, etc.) incidono sui ricavi in misura doppia rispetto alle aziende non biologiche (8% vs. 4%).

Noccioleti bio

La superficie dedicata alla coltivazione biologica del nocciolo è più che raddoppiata in un decennio, passando da 6.000 a quasi 14.000 ettari. Le coltivazioni sono concentrate in quattro regioni – Lazio, Campania, Sicilia e Piemonte – che accolgono il 90% dei noccioleti (bio e non).

Le coltivazioni convenzionali hanno causato gravi danni al suolo, con eutrofizzazione delle acque determinata dalla presenza di fosforo e azoto, elementi costitutivi di fertilizzanti e pesticidi.

La coltivazione biologica dei noccioleti è pertanto una necessità. Ma è molto meno remunerativa, almeno a confronto con le rese ‘forzate’ dalla chimica.

Il mercato del bio in Italia

I valori più recenti relativi al mercato italiano del bio mostrano un sostanziale arresto della domanda, stabilizzata ai valori dell’impennata 2020 di pandemia. Nel primo trimestre 2021, la crescita è dello 0,9%, mentre nell’agroalimentare totale è del 5,4%.

In questo ambito, aumenta del 79% il valore degli acquisti online e del 10,5% quello relativo ai discount, meta favorita nel contesto di crisi economica e disoccupazione.

Marta Strinati

Note

(1) Rete rurale nazionale è il programma con cui l’Italia partecipa al più ampio progetto europeo (Rete Rurale Europea – RRE) che accompagna e integra tutte le attività legate allo sviluppo delle aree rurali per il periodo 2014-2020.

Bioreport 2020 è scaricabile gratuitamente a questo link

(2) Commissione europea. EU imports of organic agri-food products Key developments in 2020. Giugno 2021 https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/food-farming-fisheries/farming/documents/agri-market-brief-18-organic-imports_en.pdf

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

Articoli correlati

Articoli recenti

Commenti recenti