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Il consumo responsabile traina le vendite

Il consumo responsabile continua a manifestarsi come un obiettivo trainante nelle scelte di acquisto, alimentari e non. In Italia ma anche in Francia, come rileva il sondaggio commissionato dal fondo d’investimento Eutopia.

Voglia di consumo responsabile

I termini ‘sostenibilità’ o ‘consumo responsabile’, apparentemente vacui, includono l’attenzione per gli aspetti invisibili della produzione, come il rispetto dei diritti dei contadini e i lavoratori, l’ambiente, il benessere animale. Temi etici con effetti concreti anche sulla qualità degli alimenti. Si pensi ad esempio alla catena di trasmissione che conduce pesticidi e antibiotici dai campi e dagli allevamenti fin nei nostri piatti. Senza dimenticare gli effetti sull’ecosistema globale, in cui tutti viviamo.

In Italia, la consapevolezza su questi elementi sembra in continua crescita, I claim che richiamano in etichetta la sostenibilità della produzione accompagnano già il 22% dei prodotti in commercio, rileva l’Osservatorio Immagino. (1) E generano un aumento di fatturato del 7,6%, per un valore complessivo di 10 miliardi di euro (nel 2020). Il biologico a sua volta prosegue una crescita incessante – in Italia, come in Europa e nel resto del mondo – con un vero boom registrato proprio in era Covid.

Il ruolo della pandemia

La pandemia da Covid-19 sembra avere svolto un ruolo di promozione dei consumi sostenibili sin dai primi lockdown. Nel 2020, nonostante la crisi economica, secondo il rapporto Coop la platea dei consumatori italiani che acquistano prodotti sostenibili/ecofriendly è cresciuta del 27% (a seguire i consumatori francesi e spagnoli, +18%). (2)

Lo stesso fenomeno è in corso in Francia, dove il fondo d’investimento Eutopia ha chiesto a OpinionWay di misurare le percezioni e i comportamenti in termini di consumo responsabile, classificando gli intervistati per fasce d’età.

Nuovi marchi vs marchi consolidati

Eutopia è un fondo di investimento impegnato nel finanziamento delle nuove imprese sostenibili. Il primo quesito rivolto ai consumatori riguarda infatti la preferenza, nella scelta di un prodotto sostenibile, tra un nuovo marchio e uno consolidato.

In linea di massima, i marchi consolidati hanno sempre la meglio. Soprattutto nel settore alimentare (61%, vs. 35% attratto dai marchi nuovi) e nei prodotti per l’igiene personale, cosmetica (60% vs. 35%), oltre che per abbigliamento (rispettivamente 54% vs. 42%) e prodotti per la casa (55% vs. 41%).

La svolta con la generazione Z

A prescindere dall’età del marchio, il sondaggio testimonia un acceso interesse verso la sostenibilità delle produzioni. E l’analisi delle risposte evidenzia come l’attenzione ai consumi responsabili sia particolarmente vivace nei giovani appartenenti alla generazione Z (18-24 anni).

L’indagine sulle abitudini di consumo nel semestre trascorso e quelle previste in quello successivo rivela infatti, tra i più giovani, un livello di attenzione senza precedenti verso la sostenibilità a tutto tondo:

– il 72% controlla la composizione dei prodotti acquistati (alimentari, ma anche igienici o cosmetici), rispetto al 64% di tutti gli intervistati (18-65 anni),

– il 69% usa mezzi di trasporto poco inquinanti (come invece solo il 54% dell’intero campione),

– il 64% limita il consumo di proteine animali (es. carne, latticini), a raffronto con il 51% di tutti gli intervistati,

– il 64% acquista oggetti di seconda mano, rispetto al 47% del totale,

– il 56% ha esperienza di autoproduzione di cosmetici, abbigliamento, bijoux, rispetto al 32% di tutti gli intervistati.

Marta Strinati

Note

(1) Marta Strinati. Cosa mangiano gli italiani, la TAC dell’Osservatorio Immagino. GIFT (Great Italian Food Trade), 5.6.21. https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/cosa-mangiano-gli-italiani-la-tac-dell-osservatorio-immagino

(2) Marta Strinati, Dario Dongo. Rapporto Coop 2020, gli italiani a tavola in era Covid-19. GIFT (Great Italian Food Trade), 10.9.20 https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/rapporto-coop-2020-gli-italiani-a-tavola-in-era-covid-19 

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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