La grande distribuzione si conferma il canale più prolifico nelle vendite del biologico, secondo il Focus Bio Bank – Supermercati & Specializzati 2024. (1) Soprattutto nei supermercati, le vendite degli alimenti biologici crescono, nonostante il lungo impatto depressivo dell’inflazione.
Un tesoro bio
La contrazione dei consumi è un dato di fatto. Continua a strozzare i consumi alimentari anche nel ‘convenzionale’, cioè non biologico, come testimoniano le ultime edizioni dell’Osservatorio Immagino, costellate dal segno meno nei volumi venduti e dal segno più nel fatturato. (2) Peraltro con un impatto sui conti delle famiglie ben peggiore che nel biologico, come rilevato nel rapporto ‘Bio in cifre 2024’. (2)
Al netto del trend negativo generale, il biologico – più ‘buono’, ma più caro – dimostra una resilienza incoraggiante per chi consuma – ma soprattutto per chi produce – senza ricorrere alle scorciatoie low cost dei pesticidi di sintesi e dei peggiori additivi alimentari, che minacciano l’ambiente e la salute umana.
I numeri della resilienza
Il giro d’affari complessivo del biologico italiano – tra retail, ristorazione ed export – ha raggiunto nel 2023 i 9,1 miliardi di euro. Con un aumento significativo rispetto al 2022 (8,4 miliardi di euro) e una crescita continuativa, +8,7% rispetto all’anno precedente, nelle due ultime annualità.
Il fatturato del solo retail è aumentato di +6,7%, fino a 4,2 miliardi di euro (erano 3,9 mld nel 2022). Con importanti differenze di performance tra i due principali canali di vendita.
– la grande distribuzione segna un aumento spiccato delle vendite, +7,9%, arrivate a 2,4 miliardi di euro
– i negozi specializzati aumentano le vendite in misura inferiore, +4,5%, fino a raggiungere i 957 milioni di euro.
La tendenza è netta: in 10 anni la quota del bio nei supermercati è cresciuta quasi della metà (dal 40 al 58%), mentre quella dei negozi specializzati si è ridotta di oltre un terzo (dal 36 al 23%). Nonostante il grande assortimento nel bio e nel biodinamico, l’offerta del fresco (si pensi a yogurt e carni, oltre all’ortofrutta) decisamente superiore a quella dei supermercati generici, i negozi continuano a venire sovrastati dalla Gdo.
Il traino della marca del distributore
Lo strumento imbattibile delle grandi insegne della distribuzione è la MDD, la marca del distributore, che ha avuto e ha tuttora un ruolo decisivo nella democratizzazione del bio, intesa come accessibilità economica per il consumatore.
Le 24 catene della GDO censite da Bio Bank nel 2023 offrono 21mila prodotti bio, di cui ben 6mila a marca del distributore. In pratica, il 27,2% del totale delle vendite bio è delle MDD. Prima per prodotti bio a marca del distributore si conferma Coop Italia.
La via tedesca
La prevalenza della Gdo nella distribuzione del bio accomuna tutti i maggiori mercati. Nel 2022 (dati Fibl-Ifoam), la quota di biologico venduta nei supermercati era:
- Francia 53%
- Italia 58%
- Germania 67%
- Svizzera 83%
- Austria 86%
- Danimarca 96%.
In Germania le grandi catene di supermercati e discount collaborano intensamente con le associazioni storiche del biologico. Una via che può salvaguardare l’ulteriore sviluppo di un’agricoltura e un’alimentazione sempre più necessarie a rallentare inquinamento e malattie, unendo la forza commerciale della Gdo e il pensiero originario e innovativo dei pionieri del bio.
Marta Strinati
Note
(1) Focus Bio Bank 2024 Supermercati & Specializzati. Consultazione libera su https://issuu.com/biobank/docs/focus_bio_bank_supermercati_2024
(2) Marta Strinati. I consumi alimentari in Italia nella XV edizione dell’Osservatorio Immagino. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.7.24
(3) Marta Strinati. Bio in cifre 2024, prosegue la crescita in Italia. GIFT (Great Italian Food Trade). 18.7.24
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".