Il Deposit Return Scheme (DRS) danese è un’eccellenza a livello planetario nel recupero e riciclo degli imballaggi per bevande. Così efficiente da avere consentito di eliminare, a partire dal 2023, gli oneri di responsabilità estesa del produttore (EPR, Extended Producers’ Responsibility).
Deposit Return Scheme, il modello danese
La gestione di bottiglie e lattine per bevande in Danimarca è affidata esclusivamente – e rigorosamente – al sistema di deposito con cauzione (Deposit Return Scheme), la cui introduzione in Francia è ora oggetto di vivaci dibattiti. (1)
Secondo lo schema classico, il consumatore paga un sovrapprezzo sulle bevande, in questo caso fino a 3 corone danesi (DKK), 40 centesimi di euro. L’importo può venire recuperato inserendo gli imballaggi in un apposito raccoglitore automatizzato, che rilascia un ticket da incassare o accredita l’importo su una app.
Il sistema è interamente gestito da Dansk Retursystem, una società con quote di maggioranza in capo al colosso Carlsberg e altri due birrifici danesi (Thisted Brewery e Royal Unibrew). Il servizio viene gestito senza scopo di lucro da 20 anni, su incarico del ministero dell’Ambiente, che valuta con cadenza triennale se rinnovarlo.
Standard rigorosi
Le modalità del servizio sono dettate da un’ordinanza che attua la legge sulla protezione dell’ambiente. (2) Il testo chiarisce i termini del deposito cui sono chiamati tutti i produttori di bevande e imballaggi, l’obbligo di accettare bottiglie e lattine vuote dai consumatori e i termini del servizio di Dansk Returnsystem, come l’obbligo di garantire che il 90% degli imballaggi monouso vuoti raccolti sia riciclato.
Tutti gli imballaggi monouso delle bevande destinati alla commercializzazione in Danimarca sono soggetti a registrazione presso Dansk Returnsystem. La procedura si completa con la fornitura delle etichette da apporre sul packaging per indicare il tipo di cauzione, che varia in funzione del materiale. La regola vale anche per gli importatori, chiamati ad adempiere almeno 4 settimane prima della importazione.
Cauzione anticipata
Alla prima registrazione l’operatore è tenuto a versare una cauzione a garanzia del pagamento di depositi e commissioni. L’anticipo viene restituito entro due anni.
L’importo della cauzione può raggiungere le 500.000 DKK (67mila euro), ridotte a 100.000 DKK (13.400 euro) per gli operatori che commercializzino, in esclusiva o prevalenza, bevande in imballaggi di vetro usa e getta.
Punti di raccolta
La raccolta è organizzata sia in aree pubbliche, sia negli esercizi commerciali che decidano di offrire tale servizio alle condizioni che seguono:
- registrazione presso Dansk Retursystem, dietro il versamento di un modico contributo annuale (DKK 500, pari a 67 euro).
- rimborso delle spese sostenute,
- responsabilità per eventuali impedimenti al ritiro, (es. imballo inadeguato dei materiali raccolti, mancato sgombero della neve, etc.) con sanzioni salate. Dansk Retursystem in tali casi imputa al negoziante tutti gli oneri correlati al mancato ritiro (carburante, personale, attrezzature e ogni altra voce di costo per la corsa a vuoto di andata e ritorno).
Strade pulite
Dansk Retursystem a sua volta versa ogni anno all’Agenzia danese per la protezione dell’ambiente un importo (nel 2023 fissato a 100.000 DKK, pari a 13.423 euro) utile a coprire i costi di raccolta, trasporto, smistamento e trattamento dei rifiuti da imballaggi in plastica monouso dispersi nell’ambiente o conferiti dai cittadini nei centri di raccolta comunali.
La descrizione dettagliata dei compiti e gli oneri a carico di ciascun attore coinvolto nella raccolta di packaging da avviare a riciclo non lascia spazio a incertezze, generando efficienza.
Un sistema redditizio
La fluidità del Deposit Return Scheme danese – nei supermercati e in aree dedicate, ove i nuovi macchinari ricevono fino a 120 bottiglie al minuto – ha fruttato percentuali di raccolta crescenti, fino all’attuale 93% dell’immesso al consumo. Di 100 bottiglie o lattine vendute, 93 vengono restituite e possono essere riciclate.
La qualità eccellente del materiale raccolto con il sistema di deposito si tramuta in buoni incassi, mediante la vendita ai riciclatori. Tanto buoni da avere consentito quest’anno di azzerare l’onere a carico dei produttori a titolo di responsabilità estesa del produttore (Extended Producers’ Responsibility, EPR), come annunciato da Lars Krejberg Petersen, CEO di Dansk Retursystem. (3)
I contenitori destinati al riutilizzo
I contenitori destinati al riutilizzo in vetro e plastica sono anch’essi soggetti al sistema di deposito, ma non sono direttamente gestiti da Dansk Returnsystem.
I produttori devono provvedere in autonomia a garantire il rimborso del deposito al consumatore e a restituirli lavati e ricaricati. In alternativa, possono affidare l’incarico a Dansk Returnsystem, che offre un servizio ‘chiavi in mano’: registrazione, etichettatura, gestione dei depositi, ritiro e sanificazione o smaltimento dei contenitori destinati al riutilizzo.
Golden share
In 20 anni di attività, Dansk Retursystem ha sviluppato un business imponente e in costante miglioramento. L’azienda riferisce l’adozione dei primi due camion Mercedes-Benz elettrici per il trasporto dei materiali, l’avvio del trattamento di riciclo anche per le bottiglie in plastica verdi, finora escluse. E promette di continuare sulla strada intrapresa, puntando all’obiettivo di diventare un sistema circolare al 100% e di azzerare le emissioni di carbonio nel 2030.
A tutela di tanto valore, e di un servizio ormai cruciale per gli obiettivi di economia circolare danesi, il ministero dell’Ambiente ha riservato a sé il diritto di prelazione sulle azioni e i beni materiali di Dansk Retursystem.
Marta Strinati
Note
(1) Marta Strinati. Deposito cauzionale sulle bottiglie di plastica. Il dibattito in Francia. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.2.23
(2) BEK nr 1568 af 19/12/2022 in vigore dal 5.1.23 https://www.retsinformation.dk/eli/lta/2022/1568
(3) Nu er det gratis at pante. Comunicato stampa di Dansk Retursystem. 24.1.23 https://danskretursystem.dk/presse/nul-gebyr/
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".