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Ucraina in UE, quale possibile impatto sulla PAC?

L’eventuale inclusione dell’Ucraina in UE pone un grande interrogativo rispetto al futuro della Politica Agricola Comune. L’Unione Europea si è finora impegnata nel sostegno a questo Paese, nel conflitto in corso con la Russia dal febbraio 2022. E ha prospettato il suo possibile ingresso nell’Unione stessa, (1) senza tuttavia considerare né le implicazioni che il conflitto ha avuto sull’economia e la società del Paese, né l’impatto sulla Politica Agricola Comune (PAC).

Molti economisti agricoli affermano che esistano ragioni sufficienti per eliminare virtualmente i pagamenti per ettaro e applicare i sussidi agli agricoltori sulla sola base delle condizioni ecologiche e sociali, per adattare le pratiche agricole ai cambiamenti climatici e agli sviluppi del mercato. (2) Le priorità geopolitiche potrebbero così esacerbare le pressioni per rivedere la PAC in una direzione il cui possibile impatto merita approfondimenti dei quali tuttora non si ha notizia.

1) Agricoltura in Ucraina

L’agricoltura in Ucraina, un tempo granaio dell’Unione Sovietica, si basa su circa 41 milioni di ettari di terreno estremamente fertile. (3) Dopo che il Paese ha ottenuto l’indipendenza, nel 1991, le fattorie consolidate nell’era sovietica sono state dapprima convertite in piccole unità agricole. Gli oligarchi hanno poi creato giganteschi conglomerati, attraverso contratti di locazione con centinaia di migliaia di piccoli agricoltori locali. (4)

Il tessuto produttivo agricolo rimane molto variegato, come in parte descritto anche dalla Commissione europea, in un rapporto del 2020:

  • circa 900.000 piccoli produttori non registrati si sarebbero guadagnati da vivere con l’agricoltura di sussistenza vendendo grano, patate, frutta e prodotti lattiero-caseari nei mercati locali o agli intermediari. (5) Fino a pochi anni fa queste piccole aziende agricole avrebbero generato la maggior parte dei posti di lavoro nelle aree rurali e garantito la ‘food security’. (5) Da allora però, vale la pena aggiungere, si sono registrati arruolamenti coatti e conseguenti emigrazioni, oltre a centinaia di migliaia di uomini in età lavorativa caduti o resi invalidi al lavoro;
  • 8.600 aziende agricole di dimensione intermedia rispetto alla media ucraina (bensì grandi rispetto a quella europea), con estensione tra i 200 e i 2.000 ettari, sarebbero stati i veri attori chiave nel settore agricolo dell’Ucraina. (6) Anche in questo caso si sarebbe trattato in prevalenza di imprese a conduzione familiare, in alcuni settori (i.e. bacche e frutta biologica) attive anche nell’export;
  • 70 enormi conglomerati, al contempo, controllano un quarto di tutte le terre fertili dell’Ucraina per produrre enormi quantità di grano, soia, olio di girasole o pollame per il consumo domestico e l’export. (7)

2) Oligarchie finanziarie agroindustriali

Le Corporation agroindustriali ucraine – Kernel o MHP, UCAB, in primis – siedono assieme alle filiali nazionali dei colossi dell’agrochimica (e.g. Bayer-Monsanto, BASF) e altri grandi gruppi, tra i quali le industrie USA dei trattori (i.e. New Holland, John Deere) presso l’Ukrainian Agribusiness Club (UCAB), un’organizzazione con uffici a Kiev e a Bruxelles. (8)

Le società madri dei conglomerati ucraini, tra l’altro, hanno spesso sede in paradisi fiscali. Così ad esempio, il gigante dei cereali Kernel (che gestiva 507.611 ettari di terreni agricoli in Ucraina nel 2020) è registrato in Lussemburgo; Ukrlandfarming (531.306 ha),  la società di investimento americana NCH Capital (350.400 ha) e il magnate del pollo MHP (349.321 ha) sono tutti domiciliati a Cipro. (9)

3) Finanziamenti PAC

L’ingresso dell’Ucraina in UE comporterebbe il trasferimento di centinaia di milioni di euro di contributi della Politica Agricola Comune dai suoi attuali beneficiari a favore dei suoi colossi agroindustriali. Calcolando la media ufficiale dei finanziamenti UE nell’ultimo decennio, pari a 266 euro per ettaro all’anno, il leader del mercato ucraino Kernel avrebbe diritto ad ameno di 148 milioni di euro all’anno di sostegno diretto al reddito, in caso di adesione dell’Ucraina all’UE. Il suo concorrente diretto Ukrlandfarming potrebbe ricevere fino a 125 milioni di euro, mentre il magnate dei polli MHP incasserebbe ben 97,8 milioni di euro all’anno. (10)

Una recente inchiesta pubblicata su The Guardian, del resto, rivela che tra i primi beneficiari finali dei sussidi per ettaro figurano l’ex primo ministro ceco Andrej Babiš, il colosso tedesco della carne Tönnies e, prima della Brexit, il magnate britannico degli aspirapolvere Sir James Dyson. (11) Già gli attuali oligarchi dell’Occidente drenano dunque le risorse della Politica Agricola Comune distribuite sulla base della superficie, a spese delle piccole aziende agricole che ne hanno bisogno per sopravvivere. Questa anomalia, criticata da decenni, è stata finalmente messa in discussione nel recente dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura in UE. E dovrebbe venire interrotta, in caso di ingresso dell’Ucraina in UE. (12)

4) Ipotesi di ingresso dell’Ucraina in UE

Financial Times annota che l’Ucraina diventerebbe il quinto Stato membro più popoloso (in base alla demografia pre-conflitto), in caso di sua adesione all’UE, e di gran lunga il più povero. (13) Ne consegue che:

– molti degli attuali Stati membri dovrebbero versare più denaro nel bilancio dell’UE e ricevere meno a loro volta, conclude un documento del segretariato del Consiglio dell’UE citato dal Financial Times. E tuttavia

– queste simulazioni ovviamente non tengono conto di un doveroso cambiamento strutturale della PAC, che, giova annotare, ha infatti subito sostanziali modifiche in ogni precedente allargamento.

5) PAC, ipotesi di riforma

Ogni cambiamento della PAC richiede negoziati complessi ed estenuanti. I negoziati agricoli sono tra i più difficili, in qualsiasi processo di adesione, poiché incidono in misura significativa sul bilancio UE e comportano la redistribuzione di risorse ingenti tra vecchi e nuovi Stati membri. Va sottolineato che la superficie agricola attuale dei 27 Paesi UE è pari a 161 milioni di ettari (dati 2023) e quella della sola Ucraina ne esprime una quota superiore al 25%, con 41 milioni di ettari.

L’eventuale ingresso dell’Ucraina in UE deve perciò venire valutato, nella prospettiva degli agricoltori e le imprese di trasformazione agroalimentare degli attuali Stati membri, sotto entrambi i profili di:

– redistribuzione dei contributi della Politica Agricola Comune;

– concorrenza su volumi e valori di produzione.

L’Unione Europea, di certo, assumerebbe un ruolo geostrategico nel settore agricolo.  Fino a superare il 30% della produzione globale di grano. Ma a quali costi?

6) PAC, ipotesi di rottamazione

L’attuale Commissione guidata da Ursula von der Leyen, nella proposta per un nuovo quadro finanziario pluriennale, (14) dedica priorità a obiettivi geopolitici – che a ben vedere esulano dal suo stesso mandato, quali l’istituzione di un commissario europeo per la difesa, e l’aumento delle spese militari – e alla ‘competitività’ in tutti i settori, secondo le raccomandazioni di Mario Draghi.

Un fondo europeo per la competitività, sulla falsariga del ‘Next Generation EU Fund’ potrebbe quindi convogliare in un unico flusso di finanziamento i programmi specifici come la Politica Agricola Comune e le politiche regionali o di coesione. Seguendo il modello dei piani strategici nazionali per l’attuazione della PAC, i finanziamenti verrebbero quindi assegnati sulla base dei piani nazionali elaborati dagli Stati membri in base alle proprie esigenze e priorità economiche e politiche. Con un impatto negativo sul potere regionale e la coesione che gli approcci e i programmi da LIFE (15) a LEADER (16), tra le molte altre iniziative, apportano allo spazio rurale.

7) Esperienze e incognite geopolitiche

L’ulteriore allargamento dell’UE è guidato principalmente da considerazioni geopolitiche e richiederà riforme difficili e scrupolose sia nei Paesi candidati, sia nelle strutture decisionali e nelle politiche dell’UE. Nella riunione del giugno 2024 il Consiglio europeo ha chiesto alla Commissione di presentare, entro la primavera del 2025, riesami approfonditi delle politiche che riguardano i vari aspetti individuati nella comunicazione del marzo 2024 sulle riforme pre-allargamento e i riesami delle politiche, compresa la PAC. (17) Supponendo che il bilancio della PAC non sarà aumentato durante il prossimo ciclo di bilancio, diverse opzioni sono sul tappeto:

– una soluzione ovvia è l’introduzione graduale dei pagamenti a percentuali più basse per i nuovi Paesi membri, come è già avvenuto in Paesi come la Polonia, all’epoca della loro adesione alla Comunità Europea;

– altre opzioni potrebbero includere la limitazione dei fondi per le aziende agricole più grandi, già da anni sollecitata dal Coordinamento Europeo Via Campesina (18), nonché misure di sostegno mirate per gli agricoltori di sussistenza.

I negoziati di adesione dovranno in ogni caso comprendere disposizioni specifiche per estendere il sostegno della Politica Agricola Comune ai nuovi Stati membri, con due limiti già ora evidenti:

in primis, gli agricoltori degli attuali 27 Stati membri UE  temono di venire completamente cancellati dalla concorrenza dei giga-conglomerati ucraini che dominano il mercato. Nella stessa Ucraina, i piccoli agricoltori lanciano l’allarme sulla crescente influenza delle oligarchie agroindustriali e sul loro accesso prioritario ai finanziamenti;

– in secondo luogo, il risultato delle elezioni presidenziali in USA potrebbe anche avere un impatto importante sulla direzione che prenderanno la riforma della PAC e i relativi accordi commerciali tra l’UE, i suoi singoli Stati membri e gli Stati Uniti. Molto dipenderà dagli ulteriori sviluppi della guerra e dal sostegno degli Stati Uniti e dell’UE ai negoziati di pace. Le scelte sul futuro della PAC saranno quindi condizionate, ancora una volta (come già accaduto nella precedente riforma che ha portato al disaccoppiamento degli aiuti rispetto alle produzioni agroalimentari) dalle politiche degli Stati Uniti.

Stefania Tatti e Dario Dongo PhD

Note

(1) Ukraine. Membership status: candidate country. European Commission. Enlargement and Eastern Neighbourhood https://tinyurl.com/y3xvn3nw 

(2) The EU’s Common Agricultural Policy Could Be Spent Much More Efficiently to Address Challenges for Farmers, Climate, and Biodiversity. Pe’er, Guy et al. One Earth, Volume 3, Issue 2, 173 -175 https://tinyurl.com/4njnw5r9

(3) Ukrainian agriculture: From Russian invasion to EU integration. European Parliamentary Research Service (EPRS). 15.4.24 https://tinyurl.com/ycksptzx

(4) Elsa Régnier, Aurélie Catallo. The Ukrainian agricultural sector: an overview and challenges in light of possible European Union enlargement. IDDRI. Giugno 2024 https://tinyurl.com/4p22akas

(5) ANNEX 2 of the Commission Implementing Decision on the financing of the Annual Action Programme, part 1, in favour of Ukraine for 2020 to be financed under the general budget of the Union Action Document for EU support to agriculture and small farm development in Ukraine https://tinyurl.com/5586ssjb 

(6) AGRI-FOOD TRADE STATISTICAL FACTSHEET European Union – Ukraine. European Commission. Directorate General for Agriculture and Rural Development. 15.4.24 https://tinyurl.com/44cz2zh6 

(7) TOP 10 UKRAINE’S LARGEST AGRICULTURAL LANDHOLDERS 2018. LaScalA – International Competence Center on Large Scale Agriculture. Leibniz Institute of Agricultural Development in Transition Economies (IAMO). 28.5.18 https://tinyurl.com/y43trsnf 

(8) UCAB. Ukrainian agribusiness club. https://ucab.ua/en/ 

(9) MHP SE. Company Information. FAIRR. https://tinyurl.com/bdfrfms6 

(10)  Calcoli basati sui Regolamenti PAC: https://tinyurl.com/3jtf69vu 

(11) Ajit Niranjan. Revealed: billionaires are ‘ultimate beneficiaries’ linked to €3bn of EU farming subsidies. The Guardian. 3.11.24 https://tinyurl.com/mw3cuhn7 

(12) Strategic Dialogue on the Future of EU Agriculture. September 2024 https://tinyurl.com/2u8ruhbw 

(13) EU estimates Ukraine entitled to €186bn after accession. Financial Times https://tinyurl.com/54zkcyvm 

(14) An EU Compass to regain competitiveness and secure sustainable prosperity. Press release. European Commission. 29.1.25 https://tinyurl.com/4srwjkx8 

(15) LIFE Programme. European Commission https://tinyurl.com/5xhtkp64 

(16) LEADER. European network for rural development https://tinyurl.com/bdf2fpza 

(17) European Council meeting (27 June 2024) – Conclusions. 27.6.24 https://tinyurl.com/38xw43xs 

(18) Dario Dongo. Via Campesina, le priorità degli agricoltori alle elezioni europee. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.4.24

Stefania Tatti
Stefania Tatti

Stefania Tatti, laureata in Economia e gestione aziendale con specializzazione in Economia manageriale e marketing, opera in Belgio per una multinazionale del settore agricolo

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