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Dal Mercato di Massa alla Coltivazione

Anche in Europa si coltiva il tè. Nelle Isole Azzorre e… In Italia, a Sant’Andrea di Compito, villaggio toscano in provincia di Lucca. La storia della prima e unica piantagione italiana di tè comincia alla metà degli anni ’80 ed è la manifestazione della crescita d’interesse per quella che nella Penisola in origine era vista come una bevanda esotica.
Riferirsi al tè italiano vuol dire parlare di un miracolo. Anzi due: quello del boom economico, quando grazie a marchi come Ati, il tè diventava accessibile a tutti nel mercato di massa. Intanto, gli italiani che potevano viaggiare di più cominciavano a conoscere meglio e a importare in patria le primizie di altri mondi gastronomici. Ed eccoci al secondo piccolo miracolo, quello di un agronomo che nel 1987 iniziava a rincorrere il sogno di coltivare il tè in Italia, in un angolo della Lucchesia. Un luogo il cui microclima è adatto per le camelie, quindi ideale anche per il tè, visto che la denominazione scientifica della sua pianta è camellia sinensis, cioè camelia cinese. L’impresa ha dato i suoi frutti e oggi esiste anche la linea Sant’Andrea, prodotta interamente in loco, con piante adatte a sopravvivere al freddo invernale, senza concimi artificiali né pesticidi. 

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