L’associazione The Allergy Team, la Benedict Blythe Foundation e ISBA hanno lanciato in UK lo ‘Schools Allergy Code’, un codice di condotta volto a garantire la sicurezza degli alunni allergici a scuola. (1)
1) Le allergie giovanili
Nel Regno Unito circa l’8% dei bambini soffre di una o più allergie. Ciò vuol dire che nelle scuole ogni classe conta uno o due alunni allergici.
La predisposizione di un piano di prevenzione e intervento immediato è essenziale, considerato che basta una piccola quantità di sostanza a cui l’individuo è allergico per scatenare una reazione immunologica, anche letale.
2) Lo Schools Allergy Code
Tra i promotori dello Schools Allergy Code spicca la fondazione creata dai genitori di Benedict Blythe, bimbo di 5 anni con diverse allergie, morto a dicembre 2021 dopo uno spuntino a scuola, in circostanze non ancora chiarite.
Il Codice proposto dalle tre organizzazioni in UK è una guida alle migliori pratiche per realizzare un approccio scolastico globale alla sicurezza e all’inclusione delle allergie, per evitare il ripetersi di tragedie che devono venire prevenute. È articolato in quattro capitoli.
3) Adottare un approccio che coinvolga tutta la scuola
Ogni membro della comunità scolastica – dagli alunni ai genitori fino ai membri del personale – dovrebbe comprendere l’allergia e la propria responsabilità nel ridurre il rischio. La gestione delle allergie non è solo responsabilità del team medico e del catering.
Le conoscenze e competenze di tutto il personale devono venire rafforzate attraverso formazione e istruzione mirate. Ciò deve includere la comprensione della riduzione del rischio e dell’importanza dell’inclusione, nonché la risposta di primo soccorso alla reazione allergica.
4) Comunicare chiaramente
La scuola deve fornire informazioni sul proprio approccio all’allergia in modo chiaro e frequente. L’istituto deve
– stabilire una politica su allergie e anafilassi scritta in un inglese semplice e accessibile, continuamente aggiornata, pubblicata online e comunicata a tutto il personale e ai membri interessati della comunità scolastica, compresi i genitori,
– garantire una comunicazione aperta con genitori, insegnanti, personale di supporto e operatori del catering sui bisogni individuali dei bambini, sulla base di piani sanitari individuali per tutti i bambini con allergie.
5) Governance e gestione del rischio
L’istituto di formazione deve creare consapevolezza del rischio allergico in tutte le attività e processi. È essenziale pertanto
– istituire strutture di governance e nominare un responsabile per le allergie,
– considerare l’allergia in ogni valutazione del rischio.
6) Tempestività nell’emergenza
La tempestività in caso di reazione allergica può essere questione di vita o di morte. Per questo, il Codice prevede che la scuola disponga di sistemi, processi e farmaci per le emergenze.
A questo scopo, la scuola deve
– garantire che gli alunni a cui sono prescritte penne per adrenalina abbiano due dispositivi aggiornati accessibili in ogni momento e conservarne altre di riserva con la certezza che tutti sappiano dove si trovano.
La somministrazione tempestiva di adrenalina, per via intramuscolare, rappresenta infatti il trattamento farmacologico di primo soccorso in caso di anafilassi. E l’auto-iniettore riduce drasticamente i tempi dell’intervento. Per questo, Food Allergy Italia ne invoca la disponibilità ovunque, (2)
– stabilire una formazione annuale sulla riduzione del rischio e sull’anafilassi per tutto il personale,
– pubblicare un piano di risposta all’emergenza anafilassi che consenta al personale di rispondere con sicurezza e immediatamente a una reazione allergica,
– esercitarsi nell’applicazione del piano di risposta all’emergenza anafilassi.
Marta Strinati
Note
(1) Schools Allergy Code. Benedict Blythe Foundation. https://www.benedictblythe.com/schoolsallergycode/
(2) Dario Dongo. Allergie, petizione per garantire l’adrenalina con auto-iniettore. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.10.22

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".