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Il potenziale dei funghi contro l’Alzheimer

Le molecole derivate dai funghi mostrano un grande potenziale per alleviare le manifestazioni patologiche della malattia di Alzheimer nella popolazione anziana. Una rassegna scientifica pubblicata su Nutrients (Tong et al., 2023) offre un resoconto aggiornato sulle ricerche finora condotte. (1)

1. Funghi contro l’Alzheimer

Alzheimer’s Disease (AD) si caratterizza per un insieme di disturbi legati alla progressiva disfunzione e morte dei neuroni. La sua prevalenza a livello globale era stimata in 50 milioni di persone nel 2019 e si stima aumenterà 152 milioni entro il 2060, per via della crescente quota di anziani sulla popolazione. (2)

La maggior parte dei farmaci oggi disponibile è mirata al sollievo transitorio dei sintomi piuttosto che alla fonte della malattia. E la ricerca di nuovi rimedi identifica gli ingredienti funzionali naturali isolati dai funghi come promettenti strumenti di cura.

2. Il meccanismo di azione

Il potenziale terapeutico dei diversi metaboliti di vari funghi per la neuroprotezione, con particolare enfasi sull’Alzheimer, è legato al gran numero di composti bioattivi che li caratterizza, come polisaccaridi, fenoli e peptidi.

I vari meccanismi d’azione esaminati includono attività antiossidante e antineuroinfiammatoria, inibizione dell’apoptosi e stimolazione della crescita dei neuriti.

3. Le sostanze bioattive dei funghi

Si stima l’esistenza di 140.000-160.000 specie di funghi. Le specie finora studiate ne rappresentano solo il 10% circa. Di queste, circa 700 sono risultate benefiche nel trattamento delle malattie.

Molte sostanze bioattive sono state identificate e purificate dai funghi, come proteine facilmente digeribili, carboidrati, terpeni, vitamine, etc. Anche i diversi metaboliti dei funghi dimostrano potenziali proprietà neuroprotettive’, spiegano i ricercatori.

3.1 Carboidrati, polisaccaridi

I carboidrati – polisaccaridi, in particolare – sono i principali nutrienti contenuti nei funghi. E proprio i polisaccaridi derivati dai funghi sono sempre più apprezzati per le loro proprietà neuroprotettive. Con ulteriori vantaggi in termini di bassa tossicità, biodegradabilità, stabilità e basso prezzo.

I meccanismi di neuroprotezione dei polisaccaridi dei funghi sono stati principalmente identificati nel prevenire l’apoptosi neuronale e il danno ossidativo, ridurre la deposizione della proteina beta-amiloide (beta-amyloid protein, Aβ), inibire l’acetilcolinesterasi (per aumentare la concentrazione del neurotrasmettitore acetilcolina) e regolare la neuroinfiammazione.

È stato dimostrato che i polisaccaridi estratti da Dictyophora indusiaPleurotus ostreatus e Flammulina velutipes esibiscono effetti neuroprotettivi (Zhang et al., 2016 e 2018). Esperimenti in vitro (Li et al., 2019) con i polisaccaridi dell’Amanita caesarea – un fungo ampiamente coltivato in Cina – sulla linea cellulare del neurone dell’ippocampo (HT22), prima dell’esposizione all’acido L glutammico, hanno mostrato la riduzione del declino della vitalità cellulare, il tasso di apoptosi, il livello intracellulare dei radicali liberi e le variazioni della membrana mitocondriale. I polisaccaridi di A. caesarea mostrano inoltre un effetto antinfiammatorio e migliorano la funzione del sistema colinergico in vivo (Hu et al. 2021).

Altre evidenze sono emerse negli esperimenti in vivo condotti con un polisaccaride isolato dal fungo Sparassis crispa, che può alleviare i sintomi dell’Alzheimer regolando il microbiota intestinale e inibendo ulteriormente l’infiammazione (Zhang et al., 2023).

Effetti benefici per la gestione dell’Alzheimer sono associati anche ai polisaccaridi isolati da vari funghi (Grifola frondosaG. lucidumArmillaria mellea, Cordyceps cicadaeCordyceps cicadaePleurotus eryngiiInonotus obliquusTremella fuciformis.

Oltre ai polisaccaridi, anche gli oligosaccaridi ricevono attenzione in termini di neuroprotezione.

3.2 Peptidi e proteine

I funghi offrono altresì un prezioso pool di peptidi – una breve serie di aminoacidi, i mattoni che compongono le proteine del nostro corpo – i quali mostrano un grande potenziale antiossidante e di inibizione infiammatoria, utili per contrastare le manifestazioni patologiche dell’Alzheimer.

Una crescente evidenza scientifica mostra che i peptidi bioattivi naturali hanno un grande potenziale antiossidante e di inibizione infiammatoria, suggerendoli come candidati promettenti per un ruolo nella neuroprotezione (La Manna et al., 2018).

La cordimina, peptide isolato da Cordyces sinensis e Cordyceps militaris, è in grado di proteggere dai danni ai nervi nel cervello ischemico grazie alle sue azioni anti-infiammatoria e antiossidante (Wang et al., 2012).

E ancora, due peptidi derivati da C. militaris arricchito di selenio possono modulare lo stress ossidativo, l’infiammazione e la microflora intestinale (Wu et al.  2022).

Ampie evidenze riguardano inoltre l’ergotioneina. Questo amminoacido mostra efficacia terapeutica in varie malattie (tumore del colon-retto, patologie cardiovascolari), oltreché nel declino cognitivo e il miglioramento dei sintomi clinici dell’Alzheimer. Un basso livello plasmatico di ergotioneina consente viceversa di prevedere il declino della cognizione nei soggetti anziani.

L’effetto neuroprotettivo dell’ergotioneina è associato alle sue capacità di anti-neuroinfiammatorie, antiossidanti, di promozione della neurogenesi e induzione di fattori neurotrofici (Shah et al., 2015, Ishimoto et al., 2022, Nakamichi et al., 2022).

Alcuni funghi sono particolarmente ricchi di ergotioneina. Uno degli studi considerato (Gioia Dubost et al., 2007) mostra un potenziale antiossidante significativamente più elevato in A. bisporus (fungo prataiolo) rispetto agli altri funghi testati.

3.3 Composti fenolici

I composti fenolici, la cui presenza è comune nei funghi, a loro volta hanno raccolto grande attenzione da parte dei ricercatori. Questi composti bioattivi possono essere classificati in più classi, tra cui flavonoidi, acidi fenolici, tannini, cumarine, etc.

Numerosi studi mostrano che i composti fenolici dei funghi hanno una vasta gamma di benefici per la salute, tra cui proprietà antitumorali, antiossidanti e antimicrobiche. La capacità protettiva dei fenoli dei funghi contro le patologie neurologiche merita tuttavia ulteriori approfondimenti.

3.4 Terpeni

I terpeni sono composti organici che contribuiscono all’odore, il sapore e il profumo dei vegetali e dei funghi. Alcuni terpeni isolati da funghi sembrano utili a migliorare la patologia delle malattie neurodegenerative.

L’applicazione prolungata di tritepenoidi di G. lucidum ha migliorato il declino della funzione fisiologica del cervello nei topi anziani (Zeng et al. 2021). Un altro studio (Jia et al., 2021) ha dimostrato in vitro la capacità antineuroinfiammatoria dell’acido ganoderico A, il triterpenoide di tipo lanostano del fungo G. lucidum, conosciuto in Cina per le sue proprietà officinali.

Il micelio di H. erinaceus arricchito con erinacine ha mostrato capacità protettiva contro il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, l’atassia spinocerebellare di tipo 3, il declino cognitivo correlato all’età, etc.

In uno studio (Li et al., 2020) è emerso che i malati di Alzheimer trattati con tre capsule di miceli di H. erinaceus (contenenti 5 mg/g di erinacina A) hanno mostrato un significativo miglioramento neurocognitivo, a raffronto con il gruppo di controllo.

3.5 Vitamine

La carenza vitaminica è associata a malattie del sistema nervoso, inclusi Parkinson e Alzheimer. Uno studio (Mavraki et al., 2020) ha evidenziato negli over-65 malati di Alzheimer un livello sierico di vitamina D nettamente inferiore a quello del gruppo di controllo. Altre ricerche mostrano un coinvolgimento anche delle vitamine K2, A ed E.

I funghi sono generalmente considerati fonti naturali di varie vitamine, in particolare la vitamina D2. Ciò li rende potenzialmente utili nel controllo dell’Alzheimer. Ma la letteratura in proposito è ancora scarna.

In uno studio (Bennet et al., 2013) è stata dimostrata la funzione dei funghi champignon (Agaricus bisporus) arricchiti con vitamina D2 sul miglioramento della memoria nei topi con Alzheimer.

3.6 Nucleosidi

I nucleosidi dei funghi e i loro analoghi sono a loro volta considerati promettenti come farmaci terapeutici per il trattamento dell’Alzheimer.

Sono stati isolati anche vari nucleosidi, come adenosina, citidina e uridina, a causa del loro ruolo nella regolazione di vari processi fisiologici (funzione cerebrale, immunità, riparazione di lesioni gastrointestinali, etc.).

In termini di neuroprotezione, il tipico rappresentante di questi è la cordicepina, inizialmente estratta da un fungo del genere Cordyceps, fungo parassita che vive a spese dei bruchi, ora anche coltivato. Le evidenze scientifiche (Yao et al., 2019) mostrano che la cordicepina può regolare la plasticità sinaptica e la sovraeccitazione della regione CA1 (ippocampo), ha effetti anti-neuroinfiammatori, antiossidanti e antiapoptosi e può regolare la disfunzione mitocondriale, ritardando così i cambiamenti patologici causati dalle malattie neurologiche.

L’adenosina, altro nucleoside purinico chiave, da C. cicadae, mostra proprietà protettive del sistema neurologico (Olatunji et al. 2016).

3.7 Alcaloidi

Gli alcaloidi sono composti contenenti azoto costituiti da varie sottoclassi. Oltre a essere ampiamente presenti nelle piante, gli alcaloidi sono importanti metaboliti nei funghi (in particolare la psilocibina). Con il miglioramento della tecnologia di separazione per i prodotti naturali, vari alcaloidi sono stati purificati dai funghi e alcuni di essi – come le corallocine e l’infractopicrina – hanno dimostrato di avere il potenziale per alleviare le malattie neurodegenerative (Shi et al., 2014).

L’efficacia del fungo Hericium coralloides – molto radicato nella medicina cinese – nella promozione della biosintesi di NGF, fattore di crescita nervoso, è stato dimostrato sia in vitro che in vivo (Wittstein et al., 2016).

3.8 Steroli

Rispetto ad altri componenti, gli studi sugli effetti neuroprotettivi degli steroli dei funghi sono tuttora pochi.

Sebbene diversi esperimenti in vitro abbiano confermato gli effetti neuroprotettivi degli steroli dei funghi, sono necessari altri lavori per valutarne la possibilità e i meccanismi nel trattamento dell’Alzheimer in vivo, nonché l’identificazione di nuovi steroli dei funghi.

Marta Strinati

Note

(1) Tong Z, Chu G, Wan C, Wang Q, Yang J, Meng Z, Du L, Yang J, Ma H. Multiple Metabolites Derived from Mushrooms and Their Beneficial Effect on Alzheimer’s Diseases. Nutrients. 2023; 15(12):2758. https://doi.org/10.3390/nu15122758

(2) Dario Dongo. Italia, un popolo di anziani e disabili. Rapporto ISTAT 2022. Égalité. 17.4.23

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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