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Pistacchio di Raffadali DOP, oro verde di Sicilia

L’oro verde di Sicilia si arricchisce di una nuova vena, il Pistacchio di Raffadali DOP, registrato tra le Indicazioni Geografiche (IG) italiane il 15.3.21. (1)

Le terre del Pistacchio di Raffadali DOP

La coltivazione del Pistacchio di Raffadali DOP è concentrata in 29 Comuni in provincia di Agrigento e 2 in provincia di Caltanissetta. (2)

Alla DOP fanno capo già oltre 100 coltivatori e alcuni trasformatori (10-15), coordinati dall’associazione di produttori che dal 2016 ha lavorato per il riconoscimento. E che presto sarà trasformata nel consorzio di tutela, come richiesto per le DOP. Molte altre imprese agricole e di trasformazione potrebbero aderire alla DOP e triplicare il numero degli associati.

Dove degustarlo

Il raccolto dei 500 ettari di pistacchieti ora DOP (oltre 100 ton/anno) viene trasformato e impiegato in modo sempre più innovativo, non confinato alla pasticceria. Crema da spalmare, pesto, farciture per dolci, scaglie per i tradizionali cannoli siciliani, certo, ma anche condimenti per la pasta e ingrediente inatteso persino in preparazioni a base di carne.

Tante prelibatezze vengono degustate al Fastucafest, la festa del Pistacchio di Raffadali, che si svolge ogni anno (eccetto il 2020 di pandemia) il terzo fine settimana di settembre nel centro storico dell’omonimo paese. Pistacchi freschi, dalla raccolta che inizia la terza settimana di agosto e termina la prima di ottobre. Sempre in due fasi, ad assecondare la doppia fioritura, con precedenza alle più veloci colture vicino al mare.

Il Fastucafest è una calamita per i turisti alla scoperta della Sicilia Occidentale, che già dalla Valle dei Templi scorgono i pistacchieti di Raffadali. Ma ha rilievo anche per i siciliani.

Il Fastucafest è stato un momento di riscoperta del pistacchio, una coltura abbandonata negli anni 70-80 dominati dall’emigrazione all’estero in cerca di lavoro. Vengono coinvolte anche Università e dottori agrari per fare cultura, per riscoprire questo cultivar, stimolare la creatività dei trasformatori. È enogastronomia, non solo agricoltura’, dice Calogero Frenda,  presidente dell’associazione di produttori che ha guidato il lungo percorso di acquisizione della DOP.

Un investimento nel verde

Il Pistacchio di Raffadali DOP è anche agricoltura, in parte bio, in espansione. In soli tre anni, gli agricoltori associati – ora DOP – hanno piantumato 15mila nuove piante.

Il cultivar è infatti considerato remunerativo. La pianta siciliana arriva in produzione dopo 6-8 anni e raggiunge il massimo tra i 10 e 15 anni, quando può produrre fino a 20 kg di pistacchi.

Considerato che in guscio i frutti valgono 10 euro al kg, con una densità di 270 piante per ettaro e una resa di 200 euro a pianta, si calcola un ricavo (lordo) di 54mila euro/ha.

L’irrigazione piace alle piante, ma quando manca si rimedia con lavorazioni più frequenti del terreno, per ossigenarlo, chiudere le fessure e mantenere le radici al fresco.

Pistacchio di Raffadali DOP e pistacchio di Bronte DOP

Non può mancare un richiamo al cugino Pistacchio di Bronte DOP. Le due produzioni possono sembrare equivalenti per i meno esperti, ma non è così.

Entrambi pregiati frutti con origine Made in Sicily, i due pistacchi differiscono come i suoli su cui crescono. Roccioso, di origine vulcanica, il Bronte; calcareo quello agrigentino-nisseno di Raffadali, con la conseguente più agile operatività in campo, anche meccanica.

Le specificità del suolo si riflettono nelle qualità organolettiche, che qualificano il Bronte più sapido e il Raffadali (più ricco di oli essenziali) più dolce e morbido al palato.

Marta Strinati

Note

(1) V. Reg. di esecuzione (UE) 2021/474 della Commissione del 15 marzo 2021 recante iscrizione di un nome nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette «Pistacchio di Raffadali» (DOP). Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?toc=OJ%3AL%3A2021%3A099%3AFULL&uri=uriserv%3AOJ.L_.2021.099.01.0034.01.ITA 

2) Il Pistacchio di Raffadali DOP è coltivato nei Comuni di Raffadali, Joppolo Giancaxio, Santa Elisabetta, Agrigento, Cianciana, Favara, Racalmuto, Sant’Angelo Muxaro, San Biagio Platani, Cattolica Eraclea, Casteltermini, Santo Stefano Quisquina, Aragona, Comitini, Grotte, Montallegro, Alessandria della Rocca, Siculiana, Realmonte, Naro, Porto Empedocle, Castrofilippo, Campobello di Licata, Ribera, Canicatti, Palma di Montechiaro, Ravanusa, Camastra; Montedoro e Serradifalco in provincia di Caltanissetta.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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