HomeProgressoAgricoltura di precisione, la svolta nei campi

Agricoltura di precisione, la svolta nei campi

L’agricoltura di precisione è ‘un sistema che fornisce gli strumenti per fare la cosa giusta, al punto giusto, nel momento giusto‘. (1) Che si tratti di irrigare, concimare, curare con la lotta biologica, la ‘cosa giusta‘ è un intervento agronomico intelligente. Mirato, senza sprechi e con la massima efficienza. Grazie all’impiego di tecniche e tecnologie innovative. Un’evoluzione del settore primario improrogabile. La Fao stima un aumento della domanda alimentare del 70% nei prossimi 30 anni. E l’unica possibilità di soddisfarla senza aggravare il cambiamento climatico e l’avvelenamento del pianeta è produrre in modo sostenibile.

La tecnologia in campo

Assicurare la giusta cura alla singola pianta, senza spreco di acqua, concime, lotta biologica (più spesso pesticidi) e diserbanti è il risultato di un progetto che inizia dall’analisi del suolo (fertilità, umidità etc.), si sviluppa con il posizionamento di sensori, il monitoraggio mediante droni, e termina con la gestione automatizzata della coltura. Mediante l’impiego di trattori e altre macchine agricole guidate dal gps, che procedono (anche senza conducente) a curare la piantagione secondo le direttive progettate e i dati inviati dai sensori.

Le linee guida emanate dal ministero delle Politiche agricole con decreto ministeriale 22.12.17 schematizzano l’applicazione dell’agricoltura di precisione in tre fasi:

1) la prima fase consiste nella misura ed interpretazione della variabilità spazio-temporale associata a tutti gli aspetti della produzione agraria, tramite l’acquisizione di dati ambientali negli agro- ecosistemi e l’elaborazione degli stessi utilizzando metodologie innovative. Il prodotto finale è la delineazione del campo in aree con caratteristiche sufficientemente omogenee,
2) la seconda fase utilizza l’informazione raccolta nella fase precedente per adattare gli input agronomici (ad esempio: acqua, fertilizzanti, prodotti fitosanitari) alle specifiche condizioni locali, differenziando così gli interventi agronomici all’interno di uno stesso appezzamento,
3) la terza fase consiste nella validazione della metodologia, in modo da calibrare le direttive gestionali prima del suo trasferimento agli agricoltori.

Costi e benefici

La riduzione degli interventi agronomici ai soli casi di necessità, tempestivamente rilevati, produce evidentemente un risparmio di risorse (acqua, fitofarmaci). L’impiego di droni, anche durante la notte, risparmia il lavoro e il sonno dei lavoratori. I percorsi automatizzati dei trattori-robot evitano di ripercorrere le aree trattate. I benefici dell’agricoltura di precisione (o agricoltura.4) sono vari.

L’introduzione di processi di Information Technology in agricoltura, più in generale secondo le linee guida ministeriali, produce benefici in termini di
– ottimizzazione dell’efficienza produttiva e qualitativa;
– riduzione dei costi aziendali;
– ottimizzazione degli input, minimizzando gli impatti ambientali;
– creazione di opportunità imprenditoriali come aziende di consulenza, contoterzismo e innovation broker.

Casi pratici e dati aggiornati sul tema Agricoltura 4.0 provengono dall’indagine di Nomisma e Crif, che ha coinvolto 1.034 aziende agricole italiane e 55 contoterzisti. Interpellato sulla percezione delle innovazioni in agricoltura, il campione è ancora sbilanciato verso l’immobilismo. Crede nell’agricoltura 4.0 il 31% degli intervistati, mentre il 42% sostiene di non avere le risorse e le competenze per dedicarvisi e il 27% si dichiara scettico sui vantaggi promessi.

A investire in strumenti agricoli innovativi nell’ultimo triennio è il 22% delle aziende intervistate. Le più propense operano al Nord nell’allevamento, il cerealicolo e nelle colture industriali. Fatturano oltre 50mila euro, coltivano almeno 20 ettari e hanno un organico prevalentemente giovane, composto di Millennials (18-35 anni) istruiti, agonomi o periti agrari.

I costi sostenuti per l’upgrade sono nella maggior parte dei casi (il 45%) inferiori ai 5mila euro, sufficienti per acquistare software, centraline, mappe e sensori. Solo il 9% delle aziende ha investito più di 100mila euro per dotarsi di macchine di grande beneficio quali le operatrici a dosaggio variabile, trattrici con guida assistita o semi automatica e GPS integrato.

I benefici sono straordinari. Il più consistente attiene alla riduzione della quantità di fitofarmaci, concime e acqua (31%), la riduzione dell’impatto ambientale e il miglioramento della qualità del prodotto (24%), l’abbattimento dei costi di produzione e l’incremento delle rese per ettaro/capo (20%), una riduzione dei tempi di lavoro (16%).

Gli esempi concreti di tali progressi sono incoraggianti. Agrisfera,  colosso cooperativo ravennate, con oltre 4mila ettari coltivati, tra mappatura dei terreni e strumenti di guida assistita ha ridotto del 18% i margini di sovrapposizione (il passaggio ripetuto su aree già trattate), con benefici economici nell’ordine di 200 milioni annui. Altro caso, la Veneto Agricoltura di Vallevecchia, azienda con 800 ettari a mais, combinando agricoltura di precisione e agricoltura integrata ha ridotto del 90% l’impiego di insetticidi. Ha migliorato e aumentato la produzione, quindi il reddito. (2)

I limiti alla svolta

Convertirsi all’agricoltura di precisione, nonostante tutto, resta un miraggio per la maggior parte degli agricoltori italiani. La frammentazione del comparto in aziende piccole e poco strutturate, l’indisponibilità di affrontare nuovi importanti investimenti, l’età media avanzata degli agricoltori e la mancanza di formazione sono soltanto alcuni impedimenti.

Il limite più grave è la carenza infrastrutturale di cui soffre l’Italia tutta e in particolare le aree rurali. In Italia solo il 4,4% della popolazione ha una connessione a 100 Mbps (siamo al 24% nell’Unione Europea) e solo il 41,7% a 30 Mbps (76% in UE). Nelle aree rurali, solo al 77% delle famiglie è garantito l’accesso a internet, ma non basta.

La mancanza di copertura con la banda ultra-larga delle aree rurali è un problema che evidentemente limita la diffusione dell’agricoltura di precisione‘, afferma Agrinsieme commentando il rapporto Nomisma. (2) Uno scenario che rende attualmente inverosimile una decisa crescita dell’attuale 1% di aziende agricole dedite all’agricoltura di precisione (soprattutto nella risicoltura e viticoltura).

Marta Strinati

Note
1) La definizione è di Pierce e Novak , ‘Aspects of Precision Agriculture‘, 1999, Advances in Agronomy, https://doi.org/10.1016/S0065-2113(08)60513-1
2) All’esperienza di Centro Veneto Agricoltura è dedicata una interessante puntata di Superquark
3) Si veda il rapporto di gennaio 2019 elaborato da Nomisma per conto di ‘Grow!’, il coordinamento nazionale di Agrinsieme che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Agroalimentare

Marta Strinati
+ posts

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articoli correlati

Articoli recenti

Commenti recenti

Translate »