I probiotici potrebbero contribuire a migliorare le condizioni di vita dei soggetti autistici. Uno studio pubblicato su ‘Cell‘ fornisce risultati incoraggianti sulla potenziale efficacia di un nuovo trattamento.
I ricercatori del ‘California Institute Technology’ hanno riprodotto nelle cavie alcuni dei disagi tipici dell’autismo, quali l’alterazione della flora batterica e della fisiologia intestinale cui si associa un comportamento asociale e ansioso. Somministrando loro un probiotico sperimentale (Bacteroides Fragiliis) si è rilevato un miglioramento sia nella permeabilità dell’intestino sia nei comportamenti sintomatici dell’autismo, registrando una maggiore interazione con le altre cavie e una riduzione delle manifestazioni connotate da ansia e ripetitività, a confronto con gli animali non trattati.
La ricerca dimostra per la prima volta il ruolo dei probiotici nel favorire l’attenuazione dei sintomi dell’autismo. Un prezioso stimolo a portare avanti la sperimentazione sull’uomo. Considerato anche che le cavie impiegate nell’esperimento riportavano danni allo sviluppo neurologico causati solo dall’inquinamento ambientale.