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I consumi alimentari nel 2021, le previsioni di Coop-Nomisma

Sostenibilità è la parola chiave dei consumi alimentari nel 2021. Gli italiani vogliono cibo rispettoso dell’ambiente e dei lavoratori, che provenga da una filiera corta e controllata. La previsione emerge dal sondaggio ‘L’anno che verrà‘, l’ultimo atto del Rapporto Coop svolto in collaborazione con Nomisma.

Si attende una lenta ripresa dei consumi, + 4,9% nel 2021, dopo la più ampia contrazione mai registrata dal dopoguerra (-10% in un anno). Il 15% degli intervistati intende risparmiare su questa voce di spesa, mentre il 71% prevede la sua invarianza. Il cibo – assieme alla casa, al digitale e alla salute – rimane una voce di spesa importante, ma le priorità nelle scelte stanno cambiando, come già annotato nel rapporto Coop 2020.  E osservato, a livello UE, nel recente sondaggio di EIT Food.

Buono ed economico, il mantra dei consumi alimentari

La nuova strategia degli italiani, con gli obiettivi di spendere meno e mangiare sano, emersa in era Covid, prosegue nel 2021.

I consumi alimentari rimangono perciò orientati anzitutto verso gli acquisti di ingredienti di base, per cucinare da sé. Una tendenza già emersa nel sondaggio di agosto, quando il 30% degli intervistati prevedeva di dedicare più tempo alla preparazione dei pasti. Perdono appeal i piatti pronti, a vantaggio di qualità e salubrità della dieta.

Sostenibilità ambientale e sociale

Le migliori performance sono attese su alimenti realizzati con materie prime italiane, con ingredienti freschi, naturali/sostenibili. Queste tre priorità valgono, rispettivamente, per il 53-52-48% del campione. Il concetto di spesa sostenibile a sua volta è evoluto rispetto al passato.

Il ‘rispetto dell’ambiente’, premessa indispensabile, si affianca ai concetti di produzione locale o legata al territorio (per il 50% degli intervistati) e di filiera controllata (49%). Ed emerge finalmente il principio della giusta remunerazione per i vari attori della filiera, in una logica di sostenibilità socio-ambientale che interessa il 47% degli intervistati.

GDO, meteo variabile

Le restrizioni imposte nel mese di dicembre 2020 hanno stimolato i consumi dei pasti in casa. La GDO (Grande Distribuzione Organizzata) ha registrato perciò un incremento delle vendite, +8%, nella settimana di Natale. Le vendite 2020 della GDO registrano un’apprezzabile crescita. +4,2% sul canale fisico, +5% considerando anche il canale ecommerce che, con una variazione prossima al +140%, contribuisce con quasi un punto percentuale alla crescita complessiva del settore.

Le difficoltà economiche hanno certamente favorito la crescita del discount (+9,1%) e degli specialisti drug (+8,1%). Le limitazioni agli spostamenti hanno invece contribuito al calo delle vendite negli ipermercati (-2,8%) e fatto crescere il libero servizio che, con un’inversione di tendenza rispetto allo scorso anno, segna una variazione positiva del +5,8%.

Le previsioni 2021 sono variabili per la GDO. La minaccia della crisi economica, secondo il 27% dei manager intervistati, avrà effetti negativi sulla domanda finale. Si prevede perciò un calo nelle vendite di prodotti alimentari e del largo consumo. Il graduale superamento dell’emergenza sanitaria – e il recupero dei consumi fuori casa – condurrà poi a una flessione del fatturato del retail che si stima in -2,6% (-1,6% se si considera anche l’ecommerce). In controtendenza i discount (+1,8%) e gli specialisti drug (+2,9%).

Ecommerce, al di là del bene e del male

Le maggiori difficoltà sono previste al Meridione. Nelle regioni del Nord si attende invece una maggior resilienza, grazie anche alla spinta dell’ecommerce che si concentra proprio in quei territori. L’ecommerce rappresenta il dilemma degli operatori della filiera. Per i top manager alimentari questo canale costituisce contempo una minaccia (per il 60% degli intervistati) e un’opportunità (40%).

Nielsen prevede nel 2021 un ulteriore incremento nelle vendite online, +62%, con l’occasione di migliorare i servizi ai consumatori. E l’evidente rischio di cannibalizzare la rete fisica, aggiungendo ulteriori costi ai gruppi che non sapranno adattare la logistica alle nuove esigenze.

La versione integrale del Rapporto Coop 2020 è disponibile a partire dal 10.1.21 su http://www.italiani.coop.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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