Oggi, nel mondo, l’80% delle persone che soffre la fame produce cibo. Questo apparente paradosso è il risultato di un sistema alimentare distorto che obbliga 500 milioni di piccoli agricoltori, che coltivano superifici di taglia inferiore ai due ettari, a una lotta quotidiana per sfamare se stessi e le loro famiglie. Aziende di queste dimensioni non possono godere dei vantaggi di quelle più grandi (come l’accesso al credito e ai mercati o l’uso di mezzi tecnici moderni), che tra l’altro troppo spesso scaricano l’onere dei costi sulle realtà più fragili. Eppure, quando riescono ad affermarsi, i piccoli agricoltori contribuiscono allo sviluppo delle comunità rurali, alla creazione di posti di lavoro e alla crescita degli scambi commerciali. È tempo di cambiare: le imprese alimentari dovrebbero sostenere l’incremento di produttività e profitti delle piccole aziende agricole. Secondo il rapporto di Oxfam Think Big, Go Small aumentare l’integrazione dei piccoli agricoltori nelle filiere offre maggiori opportunità di acquisire e fidelizzare nuovi consumatori, soprattutto nei paesi emergenti, come Cina, India, Messico e Sud Est Asiatico.