La disinformazione sull’autenticità del miele commercializzato in Europa ritorna mainstream e colpisce anche i lettori di un giornale serio come The Guardian in UK, purtroppo.
Si teorizza che 9 su 10 vasetti di miele in UK avrebbero fallito i ‘test di autenticità’, senza però riferire la totale assenza di valore probatorio del metodo di analisi utilizzato. (1) Un approfondimento.
1) Autenticità del miele, 10 anni di falsi allarmi
Il sistema europeo RASFF (Rapid alert system on Food and Feed) ha registrato 30 sole notifiche di non conformità di miele, pappa reale e propoli, negli ultimi 25 anni, sul mercato UE e alle sue frontiere. Le segnalazioni hanno riguardato in prevalenza residui di fitofarmaci o medicinali veterinari non ammessi, su miele di provenienza europea ed extra-europea.
I falsi allarmi in Europa sull’autenticità del miele extra-europeo – e in particolare quello in arrivo dalla Cina, primo produttore a livello globale – si ripetono invece da una decina d’anni ormai, come già osservato. (2) E il comparto agricolo del Vecchio Continente ha saputo influenzare anche le istituzioni europee, per imporre un clima di sospetto che come si vedrà è privo di alcun fondamento.
1.1) Commissione europea, azioni coordinate
Il primo piano di controlli sull’autenticità del miele in UE – coordinato dalla Commissione europea (2015-2017), con il supporto del suo JRC (Joint Research Center) – aveva ipotizzato sospetti di non conformità nel 14,2% dei casi analizzati. Sulla base di:
– prelievo di complessivi 2.264 campioni di miele europeo ed extra-europeo in 30 Paesi europei (EU-28, Norvegia, Svizzera)
– utilizzo di un unico metodo di analisi (EA/LC-IRMS) la cui affidabilità è stata da ultimo confermata in sede di standardizzazione europea (si veda il successivo paragrafo 2.1).
Il secondo piano di controlli coordinato da Bruxelles nel 2021-2022 si è invece concluso con una notizia di ipotetica non autenticità del 47% del miele importato in UE da Paesi terzi. Un falso allarme, come si è visto, in quanto basato su:
– un campionamento del tutto esiguo. 320 campioni (la metà di quelli programmati) di solo miele extra UE, prelevati nell’arco di pochi mesi in 17 Paesi con metodi non armonizzati;
– analisi condotte dalle autorità dei vari Stati europei con diversi metodi di analisi, in laboratori ufficiali talora neppure accreditati, (3) con risultati spesso privi di valore scientifico e legale;
– ‘sospetti’ di non conformità ipotizzati mediante interpretazione sperimentale dei risultati, da parte di JRC, di cinque diversi metodi di analisi. (4)
1.2) EU Honey Directive, riforma 2024
La riforma della EU Honey Directive 2001/110/EC, eseguita attraverso la Breakfast Directive (EU) No 2024/1438, a sua volta:
– afferma, senza alcun fondamento scientifico, l’esistenza di uno ‘stretto legame tra la qualità del miele e la sua origine’ (considerando 3);
– richiama l’azione coordinata ‘From the Hives’, della Commissione europea, per sottolineare che ‘a high percentage of honey placed on the Union market is suspected of being adulterated’ (considerando 7);
– introduce, su tali infondate premesse, un regime di etichettatura dell’origine del miele senza precedenti nel diritto europeo. Prescrivendo l’indicazione, sul fronte dell’etichetta, dei Paesi di origine dei mieli utilizzati e le percentuali esatte dei mieli di diverse origini inseriti nelle loro miscele (5,6).
2) Autenticità del miele, metodi di campionamento e analisi
Official Controls Regulation (EU) No 2017/625, come si è visto, prescrive che le autorità deputate ai controlli ufficiali e i laboratori ufficiali designati a livello nazionale ed europeo, rispettivamente, seguano:
– i metodi di campionamento e analisi definiti nella legislazione europea. Ovvero, in loro assenza
– metodi conformi a pertinenti norme o protocolli riconosciuti a livello internazionale, compresi quelli accettati dal comitato europeo di normalizzazione (CEN). O ancora, quando essi non siano disponibili
– metodi pertinenti sviluppati o raccomandati dai laboratori di riferimento dell’UE e convalidati in base a protocolli scientifici accettati internazionalmente. E solo in assenza
delle norme o protocolli sopra indicati
– metodi conformi alle norme pertinenti definite a livello nazionale o, se tali norme non esistono, metodi pertinenti sviluppati o raccomandati dai laboratori di riferimento dell’Unione europea e convalidati in base a protocolli scientifici accettati internazionalmente. O ancora, in ultima istanza
– i metodi pertinenti sviluppati e convalidati da studi interlaboratorio o intralaboratorio sulla convalida dei metodi in base a protocolli scientifici accettati internazionalmente (OCR, articolo 34.2).
Il rispetto della gerarchia dei metodi di analisi, cosiddetto ’cascade principle’, è la conditio-sine-qua-non per attribuire valore legale (oltreché scientifico) ai loro risultati. (7)
2.1) CEN, metodo LC-IRMS
CEN (Comitato Europeo di Normalizzazione) ha adottato, il 24 giugno 2024, lo standard EN 17958:2024: Food authenticity – Determination of the 013C value of mono- (fructose and glucose), di-, and trisaccharides in honey by liquid chromatography-isotope ratio mass spectrometry (LC-IRMS).
Il nuovo standard – la cui pubblicazione è prevista il 27 novembre 2024 – ‘specifica un metodo per la determinazione del rapporto degli isotopi stabili del carbonio (13C/12C) degli zuccheri contenuti nel miele utilizzando la cromatografia liquida accoppiata a uno spettrometro di massa a rapporto isotopico (LC-IRMS) per la separazione dei composti e la successiva determinazione del rapporto 13C/12C di mono-, di- e trisaccaridi.
Questi rapporti possono essere utilizzati per valutare l’autenticità del miele confrontandoli con i valori guida del miele autentico, precedentemente concordati da esperti in materia, poiché i rapporti 13C/12C degli zuccheri del miele autentico e degli zuccheri contenuti negli adulteranti (sciroppi ottenuti da piante ricche di amido o da canna da zucchero o barbabietola da zucchero) differiscono in una certa misura’.
Il metodo di analisi LC-IRMS è dunque ora l’unico metodo standardizzato e utilizzabile, nei controlli ufficiali e le altre attività ufficiali delle autorità competenti, per accertare l’autenticità del miele rispetto a eventuali adulterazioni con zuccheri provenienti da piante C3 (i.e. barbabietola). In aggiunta al metodo standard AOAC 998.12, già in uso per il controllo di possibili adulterazioni con zuccheri da piante C4 (e.g. mais).
2.2) Altri ‘test di autenticità’ del miele
Altri ‘test di autenticità’ del miele – come l’analisi del DNA propagandata dal laboratorio Celvia in Estonia, i cui esiti sono stati oggetto di notizie di stampa fuorvianti, in UK come in Germania (1) – sono del tutto privi di valore legale (oltreché scientifico), alla luce dei criteri sopra indicati (Official Controls Regulation, articolo 34).
Il legislatore europeo ha peraltro delegato la Commissione europea a stabilire, entro il 14 giugno 2028, i metodi di analisi per verificare l‘autenticità del miele. Tenendo conto sia delle norme internazionali – come lo standard EN 17958:2024 – sia del progresso tecnico che deve però seguire appositi percorsi di validazione scientifica (si veda il successivo paragrafo 3.2).
3) Disinformazione mainstream
The Guardian riferisce che ‘9 su 10 campioni di miele acquistati nei supermercati UK hanno fallito il test di autenticità’. (1) Il titolo sensazionalistico dell’articolo è già di per sé fuorviante, per diverse ragioni:
– il campionamento risulta essere stato eseguito su 25 vasetti di miele acquistati ‘presso grandi retailers, anche supermercati’, e 5 vasetti di miele prodotti da apicoltori britannici, senza fornire alcun dettaglio al riguardo;
– autore del campionamento sarebbe la ‘UK branch’ di un’organizzazione internazionale, ‘The Honey Authenticity Network’. Tale organizzazione afferma in modo apodittico, sulla homepage del proprio sito web, che ‘un terzo del miele scambiato a livello internazionale è adulterato o 100% fake’; (8)
– The Honey Authenticity Network avrebbe commissionato un ‘test di autenticità’ a un laboratorio privato, Celvia in Estonia, che ‘ha sviluppato la sua nuova metodologia per il test del DNA del miele con il supporto del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale dell’UE’; (9)
– la notizia sulla ipotetica ‘non autenticità’ dei test si basa perciò su un metodo di analisi sperimentale, neppure considerato nell’ultima pubblicazione JRC sull’argomento, (10) i cui risultati sono privi di alcun valore legale. E di ben dubbio valore scientifico, come si vedrà.
3.1) ‘Test di autenticità’, analisi del DNA, banca dati del miele
Il laboratorio Celvia in Estonia, secondo quanto riferito da The Guardian, basa il proprio ‘test di autenticità’ del miele sul confronto del DNA con un ‘database di oltre 500 mieli genuini, di cui circa la metà proviene dall’Estonia’.
Il database di Celvia contiene perciò
– oltre 250 matrici di DNA di miele provenienti da un Paese microscopico come l’Estonia (45 km2)
– meno di 250 matrici in ipotetica rappresentanza di un territorio 333 mila volte più ampio, ove si considerino i soli primi 5 Paesi da cui proviene il miele importato in UE. (11)
3.2) Validazione dei metodi di analisi
La validazione dei metodi di analisi esige peraltro una loro appropriata verifica, la quale comprende confronti con altri metodi e ‘ring test’ (vale a dire, l’applicazione dello stesso metodo in diversi laboratori). Per accertare i requisiti di:
– accuratezza (esattezza e precisione); applicabilità; limiti di rilevazione e di quantificazione; precisione; ripetibilità; riproducibilità; recupero; selettività; sensibilità; linearità; incertezza delle misurazioni; eventuali altri criteri a scelta. (12)
4) Conclusioni provvisorie
La campagna denigratoria nei confronti dei mieli prodotti in ogni parte del mondo arreca ingiusto danno all’immagine di un alimento naturale che meglio di altri esprime i valori della salute, la biodiversità e il rispetto dell’ambiente. (13) A vantaggio di altri alimenti (i.e. zucchero, high fructose syrups) ed edulcoranti artificiali, non altrettanto virtuosi.
Gettare benzina sul fuoco è tanto più inappropriato proprio ora che la Commissione europea ha costituito la EU Honey Platform, con i principali obiettivi di:
– raccogliere dati sui metodi di analisi per migliorare i controlli sull’autenticità del miele, al fine di armonizzarli;
– fornire raccomandazioni per l’istituzione di un laboratorio di riferimento dell’Unione.
Dario Dongo
Note
(1) Jon Ungoed-Thomas. Nine in ten honey samples from UK retailers fail authenticity test. The Guardian. November 9, 2024 https://tinyurl.com/4byzc47a
(2) Dario Dongo. Miele cinese contraffatto, fake news. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.12.18
(3) Si veda il paragrafo 1.3 (Accreditations) nel precedente articolo di Dario Dongo, Maria Ada Marzano. FT (Food Times). Microbiological criteria, analysis methods in EU. October 10, 2024
(4) Dario Dongo. Non-EU Import Honey, The European Commission’s Ambiguous Report. GHO (Global Honey Organization). July 15, 2024
(5) Directive (EU) 2024/1438 of the European Parliament and of the Council of 14 May 2024 amending Council Directives 2001/110/EC relating to honey, (…) https://tinyurl.com/ms7a8e4w
(6) Dario Dongo. Breakfast Directives, The European Parliament Raises The Barriers Against Non-EU Honey. GHO (Global Honey Organization). April 18, 2024
(7) Dario Dongo. Official controls and analysis methods in the EU, the ‘cascade principle’. FT (Food Times). October 20, 2024
(8) The Honey Authenticity Network https://www.honeyap.org
(9) Authentic honey meets DNA technology. The EU CAP Network https://tinyurl.com/j6hadwmk
(10) Ždiniaková, T., Loerchner, C., De Rudder, O., Dimitrova, T., Kaklamanos, G., Breidbach, A., Respaldiza Hidalgo, M.A., Vaz Silva, I.M., Paiano, V., Ulberth, F. and Maquet, A. EU Coordinated action to deter certain fraudulent practices in the honey sector (EUR 31461 EN). Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2023, doi:10.2760/184511
(11) Il miele extra-UE importato in Europa nel 2023, secondo Eurostat (https://tinyurl.com/4sabzux5), proviene principalmente da:
– Cina (60.200 tonnellate, 37% del totale delle importazioni di miele)
– Ucraina (45.800 tonnellate, 28%)
– Argentina (20.400 tonnellate, 12%)
– Messico (10.700 tonnellate, 7%)
– Cuba (4.700 tonnellate, 3%).
La superficie complessiva dei suddetti Paesi, i quali si distinguono rispetto all’Estonia anche per la varietà geografica e climatica, è pari a m2 15 milioni circa. Vale a dire, circa 333.333 volte la superficie dell’Estonia
(12) Official Controls Regulation (EU) No 2017/625, articolo 34.4 e Allegato II
(13) Dario Dongo, Srikanth Vuppala. Honey, biodiversity and economy in low- and middle-income countries. FT (Food Times). July 4, 2024 https://www.foodtimes.eu/food-system-en/honey-biodiversity-and-economy-in-low-and-middle-income-countries/

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.