HomeIdeeFood security, disastro in atto. A prescindere dal grano ucraino

Food security, disastro in atto. A prescindere dal grano ucraino

Si celebra oggi la prima nave di grano ucraino partita da Odessa e diretta a Beirut, dopo i controlli a Istanbul, come se il disastro bellico tuttora in atto o quello della food security possano intendersi così risolti.

La Commissione europea è a corto di idee su come affrontare la crisi che sta trascinando nell’abisso il Vecchio Continente ma anche i Paesi a Sud del Mediterraneo, tra l’Africa e l’Asia minore. (1)

Grano ucraino e food security

Urmas Paet – già ministro degli esteri in Estonia, ora eurodeputato nel gruppo politico Renew (liberal-democratici) – ha esortato la Commissione europea a valutare la ‘possibilità di vietare l’esportazione di prodotti fitosanitari (pesticidi, erbicidi e fungicidi) e di sementi in Russia’. (2)

La crisi di food security, a suo dire, sarebbe causata dal conflitto in Ucraina. Anziché, come iPES Food ha ampiamente dimostrato, da:

– speculazioni delle Corporation che gestiscono il 60-70% del mercato globale del grano (ABCD, Archer-Daniels Midland, Bunge, Cargill, Dreyfus),

– siccità e carestie, i cui effetti sono stati aggravati da pratiche agricole inadeguate alle esigenze delle popolazioni, spesso imposte sotto forma di ‘aiuti’ internazionali. (3)

Commissione europea, no alle sanzioni su input agricoli

Il Commissario europeo per l’Allargamento e la Politica di Vicinato, l’ungherese Olivér Várhely, ha in ogni caso spiegato al bellicoso europarlamentare che:

– ‘i divieti di esportazione di prodotti fitosanitari e sementi non fanno attualmente parte dei pacchetti di sanzioni contro la Russia’, poiché

– ‘le sanzioni sono adottate dal Consiglio dell’UE con l’obiettivo di promuovere i valori e gli interessi fondamentali dell’UE, riducendo al minimo le conseguenze negative per coloro che non sono responsabili delle politiche che hanno portato all’adozione delle sanzioni’. (4)

Sanzioni, i danni collaterali

I danni collaterali delle sanzioni, a ben vedere, hanno colpito centinaia di milioni di persone innocenti. Non in Russia bensì in Europa, ove i cittadini degli Stati membri UE sono le prime vittime delle sanzioni imposte e concordate a Bruxelles dai loro stessi governi.

La crisi del gas – annunciata già dall’inizio del conflitto (5) – ha paralizzato l’economia europea a partire dalla Germania, ove i costi della prima fonte energetica sono triplicati in un anno (+184%, Bild) e il grande freddo è atteso con scarsa fiducia:

– la produzione a luglio 2022 ha toccato i livelli minimi degli ultimi 2 anni abbondanti (v. tabella S&P Manufacturing PMI),

food security grano ucraino
– i consumi al dettaglio (retail) continuano a deprimersi (-3,7% giugno 2022 su 2021, nell’eurozona. Eurostat).

Food security, disastro in atto

L’eurodeputato estone – dopo aver espresso la delirante idea di aggravare la crisi di food security attraverso nuove (auto-) sanzioni – ha posto un paio di quesiti che appare utile condividere:

– ‘quali misure ha adottato la Commissione per prepararsi alle crisi umanitarie nelle regioni europee limitrofe del Nord Africa e del Medio Oriente,

– in che modo la Commissione sostiene gli impianti di produzione alimentare e aiuta a rafforzare le capacità in altre parti del mondo per aumentare il volume della produzione alimentare globale’. (3)

UE, zero risorse per Africa e Medio Oriente

Olivér Várhely, lo European Commissioner for Neighbourhood and Enlargement, ha dovuto così confessare che l’UE non ha risorse per i Paesi in Africa e Medio Oriente. Al di là di pochi spiccioli, a raffronto con gli € 2,5 miliardi già stanziati (6) per spedire armi in Ucraina:

– 225 milioni di euro sono dedicati a Food and Resilience Facility (FRF) nei Paesi del c.d. Southern Neighbourhood. Algeria (€5 m), Egitto (€100 m), Giordania (€25 m) Libano (€25 m), Siria (€10 m), Tunisia (€20 m) e Palestina (€25 m),

– ‘inoltre, nel 2022 l’UE ha aumentato notevolmente l’assistenza alimentare umanitaria, soprattutto per far fronte alla crisi alimentare globale. Si stima che almeno 460 milioni di euro saranno destinati all’assistenza alimentare (esclusa l’assistenza alimentare all’Ucraina)’ (7,4).

Conclusioni provvisorie

È difficile immaginare un modo più stupido o più pericoloso di prendere decisioni, del mettere quelle decisioni nelle mani di persone che non pagano nessun prezzo per i loro errori’ (Thomas Sowell).

Dario Dongo

Note

(1) Dario Dongo. Yemen, 26,5 milioni di persone alla fame. Crisi umanitaria senza precedenti. Égalité. 30.7.22,

(2) Interrogazione 10.5.22 dell’eurodeputato Urmas Paet alla Commissione europea (P-001727/2022). https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2022-001727_EN.html

(3) Marta Strinati. Aumento dei prezzi e crisi alimentare in tempo di guerra. Retroscena nel rapporto iPES FOOD. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.5.22,

(4) Risposta 20.7.22 del Commissario per l’Allargamento e la Politica di Vicinato Olivér Várhely all’interrogazione parlamentare P-001727/2022. https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2022-001727-ASW_EN.html

(5) Dario Dongo. Gas ed energia elettrica, una crisi annunciata. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.3.22,

(6) Robin Emmott. EU Agrees Another 500 Million Euros for Ukrainian Arms. Reuters. 18.7.22,

(7) European Commission. The Commission acts in support of food security and resilience in the Southern Neighbourhood. 6.4.22.

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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